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NEL REGNO DELLA MAFIA

Napoleone Colajanni

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Luglio 2016

Alfredo Oriani, uno scrittore che al paradosso brillante tutto sacrifica, ha pubblicato un villano ed imprudente articolo, il cui solo titolo — Le voci della fogna — è un insulto sanguinoso contro la Sicilia. Con Dumas chiama l’isola un paradiso abitato da demoni, tratta tutti gli abitanti da delinquenti e afferma che la Sicilia si rivela come un cancro al piede d’Italia, come una provincia nella quale nè costume, nè leggi civili sono possibili.

È evidente che egli desidera il taglio di questo membro cancrenato e viva sicuro che i siciliani non ne sarebbero malcontenti perchè i siciliani sono stanchi di essere inciviliti dai Govone, dai Serpi, dai Pinna, dai Medini, dai Bardessono... Nella fogna hanno diguazzato allegramente e vi hanno portato un lurido e pestilenziale materiale i Ballabio, i Venturi, i Venturini, i Codronchi, i Sacchi, i Cellario, i Mirri... nati e cresciuti tutti al di là del Tronto. Nella fogna ha voluto diguazzare un poco la magistratura di Milano; un po’ di fogna si scopre coi processi Cavallini e Luraghi, colla Regìa dei Tabacchi, colle Ferrovie meridionali, colla Banca Romana e in Italia, come ha osservato Scipio Sighele un po’ di mafia c’è in ogni luogo (I Tribunali, 17 dicembre 1899).

Avrei lasciato passare inosservate le calunnie e le insolenze dell’Oriani se non fossero state pubblicate in un giornale autorevole e diffuso qual’è il Giorno. Mi piace avvertire, però, che il suo direttore Luigi Lodi e nel Giorno stesso e nel Don Chisciotte prima, verso la Sicilia e il mezzogiorno tenne sempre un contegno equanime non solo, ma anche affettuoso. All’Oriani, infine, va ricordato che ci fu un tempo in cui il cancro da curare col ferro e col fuoco gli uomini del suo stampo — i giornalisti brillanti — lo additarono nella... sua Romagna; e il Conte Codronchi nel Senato (seduta del 3 Febbraio 1900) ricordò che in Romagna al tempo dell’occupazione austriaca, con un esercito di forse trentamila uomini disseminati in poche province, vi furono malandrini celebri, che terrorizzarono pochi Comuni per molti anni, ricoverati e protetti da signori e da preti. E non fu mafia della peggiore specie che spinse i contadini di Villa Filetto a pugnalare i carabinieri? Chi scrive si onora di ricordare di aver fatto il proprio dovere nell’assumere la difesa di una regione generosa e calunniata e all’Oriani si sente nel diritto e nel dovere di rammentargli questo episodio. Circa venti anni or sono il vecchio Fanfulla si sbizzarriva a calunniare la Romagna, che descriveva come un covo di malfattori; ne sorse una polemica col Dovere ed indi una sfida.

Edoardo Pantano vinse le insistenze dei compagni di redazione, tra i quali era Antonio Fratti, e volle accordato l’onore di battersi coll’Avanzini, perchè essendo siciliano voleva anche in questa guisa fare atto di solidarietà fraterna. Non dimenticò l’atto la fiera Romagna e Ravenna nel 1886 eleggeva pantano a proprio rappresentante in Parlamento. Il romagnolo Oriano ha risposto scrivendo Le voci della fogna!
























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