Eleaml - Nuovi Eleatici



La rivoluzione napoletana del 1820-1821 tra "nazione napoletana" e "global liberalism" dii Zenone di Elea

IDEE GENERALI SULLA SCELTA DEI DEPUTATI

E PENSIERI DI COSTITUZIONE PER UN GOVERNO RAPPRESENTATIVO

ESPOSTI DAL CAN. ANTONIO GIORDANO BIBLIOTECARIO NELLA REGAL BIBLIOTECA DI NAPOLI

NAPOLI

DALLA TIPOGRAFIA DI PORCELLI

1820

(se vuoi, scarica il testo in formato ODT o PDF)

Gli uomini prima sentono senz’avvertire; dappoi avvertiscono con animo perturbato, e commosso; finalmente riflettono con mente pura.

Vico Gio. Battista. Principi di Scienza nuova, Degnità LIII

Nap. 1744. 8.

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Un Re Costituzionale come per incantesimo riunito alla Nazione riconosce nel popolo il primo di tutti i dritti, la libertà, ancella della natura, e madre delle umane conoscenze. La Rappresentanza Nazionale qual sole politico riscaldando il cuore del Re, e del popolo, rischiara il mondo morale, sviluppa incessantemente i nobili sentimenti, fa fiorire le scienze, le arti, le verità, le passioni utili: aumenta i progressi della civiltà, e dei lumi, moltiplica i vantaggi della filosofia, apre la sorgente alla felicità. La libertà seduta accanto al Re sul trono degli Stati Rappresentativi, sostenuta dall’uso libero della stampa, calpestando la licenza, e l’anarchia, governa l’umanità coll’impero della ragione, colla forza della giustizia, e col beneficio del genio ().

Per perpetuare la libertà pubblica, ed il Trono Costituzionale, vi bisogna una Rappresentanza Nazionale, che prenda un fortissimo ascendente dì tutte le resistenze, colla forza istessa della sua composizione, e della ragion pubblica di cui deve essere l’organo.

Una tale Assemblea può sola imprimere agli affari un movimento decisivo, e naturale perché essa trascina le volontà particolari, ed il Governo stesso.

In politica si danno principi certi sulla materia dell’elezioni? Può taluno ripromettersi, che seguendoli arriverà allo scopo, che si propone? Se esistono tali  principi, quali eglino sono?

Per conoscere questi principi bisogna consultare la ragione, e di non consultare, che essa sola, e di elevarsi col suo soccorso fino alla conoscenza delle vedute generali della natura sopra di noi. Basta saper distinguere i veri bisogni da quelli che da loro gli uomini si formano, e che cagionato le loro infelicità.

Sino ai nostri giorni i pubblicisti si erano accordati in dire, che il popolo avea un istinto ammirevole per fare delle buone scelte, si vantava perciò la sua incorruttibilità. Parlare dell’elezioni pubbliche, era l’istesso, che invocare una specie d’ infallibilità: vox populi vox Dei.

Per segnare la strada da tenersi, cercherò di avvalermi di argomenti che parranno a primo aspetto lontanissimi, benché emanano dalla natura stessa della cosa.

L’uomo è cuore, e spirito, nozioni, e sentimenti, passioni, e ragione. In ciascheduno istante la volontà incerta si vede spinta da opposto senso. Da questi elementi diversi scinditur incertum studia in contraria. Non di rado il cuore, i sentimenti, le passioni dominano lo spirito, le nozioni, la ragione.

L’interesse è la molla dell’uomo, il principio universale delle sue azioni. Ma due interessi opposti si combattono continuamente nel nostro pensiero: l’uno è l’interesse del momento, che quasi sempre è falso, ed è quello delle passioni: l’altro è più lontano, ma è vero, ed è quello che la ragione guida, e protegge. La ragione perché amica della moderazione, vorrebbe spandere tutta la felicità di cui l’uomo è suscettibile a dose uguale sopra tutti gl’istanti della sua vita. La ragione declama contro l’abuso previdente contempla ella nel presente le conseguenze dell’avvenire. A questo atto austero, ma utile le passioni oppongono un mezza più seducente: chiamano quindi in di loro soccorso l’immaginazione. Questa pericolosa incantatrice offre a nostri occhi, che cerca di ammaliare, l’interesse del momento circondato da tutte le attrattive di un piacere pronto, vivo, abbondante, e pieno di allettamenti.

Per seguire i consigli della ragione bisognerebbe privarsi di ciocché brilla per tante attrattive. Or ogni privazione apporta una pena ed una pena è tanto più intensa, in quanto che il piacere del quale dovrà privarsi ci sembra più dolce.

Ma qual Giudice pronunziar dovrà sopra tale vertenza? L’amor di se stesso v e l’amor di se stesso appunto, non è che un’invincibile attrattiva pel piacere, e l’orrore della pena. L’uomo allora succumbe, e spesse fiate colla conoscenza del suo torto. Video meliora proboque, deteriora sequor.

Prevedea il poeta di Solmona il di cui genio ispirò il colpo di pennello, che dipinge tinto bene l’umana natura, prevedea egli, che un giorno qualcheduno vi scorgerebbe il principio fondamentale della scienza politica? Questa scienza non ha altro oggetto, che l’arte di regolare gli atti umani. Or il video meliora proboque deteriora sequor indica le cause efficienti del maggior numero di questi alti e sono i nostri gusti, le nostre affezioni, i pendi, le inclinazioni, le abitudini, i desiderj, e le nostre passioni, in somma le tendenze tutte del cuore dell’uomo, le quali producono il maggior numero delle determinazioni della volontà. Questa è dunque la sorgente dalla quale attinger si debbono i principi della scienza, che non ha altro oggetto, che di regolare gli atti umani.

Ho detto del maggior numero, e per restringermi ad una verità incontrastabile, e perché una tal verità così ristretta basta alla teoria delle elezioni, che vuolsi esporre.

Proverò d’altronde, che ciocché credesi un’eccezione, entrerà nella regola. Si conoscono molte eccezioni alla legge sulla gravità fisica? Chi sa se non se ne ammetterà ben presto qualcheduna sulla gravità morale, producendo tutti i fenomeni del mondo spirituale, come la gravità Neutoniana produce tutti quegli del mondo dei corpi? È un fatto costante, che l’uomo antepone l’interesse del momento, e della passione all’interesse della ragione, che suol esser lontano. In fatti se un uomo si troverà tra questi due interessi in cento volte, preferirà settantacinque volte l’interesse del momento, e della passione all’interesse della ragione. Siccome d’altronde, se cento individui opereranno separatamente, ma mossi dalla stessa passione settantacinque di essi prenderanno una determinazione somigliante all’interesse della passione.

Così dunque se cento uomini saranno riuniti in Assemblea, perché mossi dalla stessa passione, a fortiori la determinazione sarà uniforme agl’interessi, mentre le riunioni fomentano, ed accrescono le passioni.

L’Assemblea composta di uomini i quali hanno interessi, e passioni omogenee non saprebbe dunque esser libera, essendo incatenata dalla comune passione. Una tale Assemblea non è libera, ne vale nulla come Assemblea deliberante. Fa d'uopo affinché la ragione abbia la sua preponderanza, che vi siano diversità d’interessi, e di passioni.

Per la ragion contraria, se voglionsi avere in un Parlamento Deputati di una qualità determinata, di un interesse, che si sarà risoluto di far entrare nella composizione del Parlamento, o Assemblea deliberante, è indispensabile, che il corpo Elettorale sia di una composizione omogenea. Però un tal atto non sarà libero.

Diversità d’interessi, e di passioni nel Parlamento o Assemblea deliberante. Omogeneità di interessi, e di passioni nell’Assemblea eliggente. Ecco il segreto1 per uri buon metodo di elezioni.

Questa materia presenta due punti di vista differenti. Bisogna primieramente scegliere interessi, e passioni differenti da impiegarsi come conviene, e determinarne il numero. Tale è la composizione del Parlamento o Assemblea deliberante. Bisogna cercare i mezzi per avere Elettori fedeli, e conoscere gl’interessi e le passioni, che si sarà determinato di adottarsi. E questa è l’arte Elettorale propriamente detta. Queste due azioni dipendono l’una dall’altra, e concorrono alla formazione di una Rappresentanza Razionale.

Passo a parlar della prima.

Sopra di che il Governo Rappresentativo guardato in massa dovrà rivolgersi? Non è forse sulla diversità degl’interessi bilanciati tra di loro? Quando vuoisi dire di questa forma di Governo ponderibus librata suis quali sono i pesi che mantengono l’equilibrio in questa macchina sempre in movimento? Sono le passioni, e gl’interessi istessi, che essa mette in azione.

Non ci si potrebbe opporre l’esempio degli Americani i quali benché avessero seguito altri principj, pure ottennero lo stesso intento. Una era la di loro passione, uno il di loro interesse, e perciò la sola virtù gli ha guidati al di loro scopo. Lo spirito, i costumi, e gl’interessi politici di Europa sono ben differenti da quegli degli Americani. Non ancora si è al fatto di giudicare di quel Governo, e di conoscere quali politiche combinazioni lo fan ritrovare nell’attuale florido stato.

In Roma vi erano tre specie di regolamenti. La legge, i senatus-consulti, ed i plebisciti (). Tutte le classi del Popolo, e per conseguenza le passioni v e gl’interessi i più variati, anche i più (opposti concorrevano a fare la legge. Col l’ammirevole mezzo delle Centurie, i voti si contavano per interessi.

Se si tenessero presenti i quadri della Storia, si vedrebbe, che la sorte dei Popoli dipese da questa omogeneità, o da questa diversità d’interessi deliberanti sopra i loro affari. La violenza, che l’uomo prova in società, lo forza a metter limiti alle sue passioni. Da che la violenza cessa per mezzo. del potere assoluto, ci è omogeneità, ed anche unità d’interessi deliberanti, e per conseguenza dispotismo. Non basta, che vi sia diversità, bisogna ancora bilancia d’interessi. Se l’uno dei due prevale, se egli addiviene dominante, si è come vi fosse omogeneità; gli effetti della diversità scompariscono.

Se vi fu qualche cosa di stabile e di savio sulla terra si deve alla bilancia dei diversi interessi dapertutto ove vi fu diversità senza bilancia, l’anarchia. vi regnò, il riposo senza diversità d’interessi non è che dispotismo. Non ci è che l’equilibrio fra le forze opposte, che producono il bene.

E strano mi si dirà forse, che si voglia far risultar l’armonia dalla discordia delle passioni (). In effetti pare difficile a primo colpo d’occhio, che una deliberazione saggia possa risultare da una folla di voti, che ho dimostrato di dover esser, abitualmente dettati da passioni diverse.

In Francia è succeduto un tal fenomeno, che non è da tutti osservato, che spiega perfettamente il modo segreto delle Assemblee così composte. Non ogni cittadino Francese conosce le vie le quali conducono alla libertà, per amarla da per se stessa, ma quasi tutta la Nazione poi con veemenza si porta verso la vera libertà, senza la quale non può esservi né riposo pel Popolo, né sicurezza pel Governo, perché essa sola è la sorgente del buon ordine. I Francesi hanno una folla d’ interessi, e di passioni, che quantunque fra di essi differenti, per la loro troppo estensione, pure conservando sempre in tutte le vertenze l’uniformità del fine, e ’l armonia pel bene al quale tutti son diretti fan trionfare i principi d’ordine, i quali producono la vera libertà.

Dell’istessa maniera per esempio se in un Assemblea ove regneranno tre interessi differenti, ed anche opposti, due sempre si riuniranno ai principi ragionevoli per trionfare del terzo, che vorrebbe elevarsi. 11 principio favorevole a ciascun interesse particolare non può servire, che a sè. Se questo interesse ha bisogno di soccorsi, non può trovarne che coll’invocare i principi di giustizia. Questa sola serve a tutti ugualmente.

Si supponga, che vi fossero nell’Assemblea tre partiti ben distinti, ed uguali in forza, la sorte si deciderebbe a favore di quegli intrepidi difensori dei principi della giustizia, e della libertà. L’uniformità dell’Assemblee Rappresentative perde la Francia Quella dell’Assemblea Costituente (ci è omogeneità da che un sol partito forma la maggioranza ), in vece di dare una Costituzione libera, fece deviare la rivoluzione, quella della Convenzione rese la medesima terribile quella de’ terroristi avrebbe formata la Convenzione dei Silla, come si sarebbe veduta quella dei Marj, se il potere Reale non avesse salvato la Francia. Niente potrebbe dispensare dal portare nella Rappresentanza Nazionale molti interessi distinti. Vi vogliono dunque molte elezioni, molte sorgenti di Rappresentazioni separate, ed omogeneità d’interessi, e di passioni negli Elettori.

Altre verità della più alla importanza risultano ancora dalla massima video meliora proboque deteriora segnar.

Non si dovrà avere altro oggetto in mira, quando si costituisce il corpo Sociale, ed allorché si determini la forma delle istituzioni, di stabilire 1 ordine delle cose il più proprio per far rispettare i dritti, ed obbligare ciascuno individuo ad adempiere ai proprj doveri. Trovatele forme, che diriggono gli atti umani verso questo scopo, tale è l’incarico del Filosofo politico. Il libero esercizio, e la conservazione dei dritti, come anche l’adempimento dei doveri sono gli effetti a produrre, e non la causa produttrice, perché un effetto non può prodursi da sè. Adunque non nell’idea dei dritti, e dei doveri può trovarsi la forma delle buone istituzioni. Che s’interroghino adunque le cause efficienti degli alti umani, cioè i gusti, le affezioni, i pendj, le inclinazioni, le abitudini, i desideri, le passioni. Bisogna in una parola non dimandare la forma delle istituzioni, che a quel che può chiamarsi col nome di tendenze naturali del cuore umano.

Non si debbon mai perdere di vista i dritti, ed i doveri perché essi sono l’oggetto della finale politica. Ma non bisogna tenerne conto, che per assicurarsi, che la conservazione, ed il loro adempimento saranno gli effetti prodotti, e non come mezzi da produrre questa conservazione, e questo adempimento. Le naturali tendenze del cuore umano, essendo le cause efficienti, i dritti, ed i do veri, rappresentano tutto al più ciocché chiamansi cause finali. Or secondo la bella similitudine di Bacone, da Verulamio in filosofia, le cause finali sono come le vergini sacre, che non debbono generare. Bisogna rispettarle senza mai cercare a renderle feconde.

Un paragone renderà l’assunto più chiaro per coloro che non sono stranieri nel cammin delle Scienze. Si supponga, che la Medicina dimandi uno specifico alla Chimica per neutralizzare, e distruggere un miasma. Quando il chimico avrà riconosciuto gli effetti micidiali, che tale miasma produce sull’organizzazione umana, egli cercherà i suoi mezzi non in ciò, che costituisce lo stato di sanità dell’uomo, perché questo stato è l’effetto a produrre, ma nelle cause chimiche, e nella legge delle affinità, le quali sole sono le cause efficienti del cattivo effetto da distruggersi, e del buono, che si vorrà rimpiazzare. Succede lo stesso in politica, e si potrebbe quasi dire, che questa scienza non è che un’analisi chimica delle passioni del cuore umano.

Tale verità che ci pare dimostrata, offre dati sicuri per isciogliere tutti i grandi problemi sociali 5 essa però rovina la teoria della convenzione sociale, e si oppone ai principi della sua scuola. In essa si mettono in movimento le passioni le quali producono gli atti umani secondo le leggi, che non sono le loro, poiché deduce te sue forme politiche da una teoria fondata interamente sopra i dritti, e i doveri, in vece di dedurli dal corso misurato delle passioni. Che accade? Dal momento che quelle si sono scatenate, agiscono secondo le loro proprie leggi, e rovesciano l’ordine stabilito sopra di una base che è loro straniera. Quindi risultano le seguenti verità fondamentali.

Primo se si vuole, che un’istituzione qualunque produca gli effetti per i quali si stabilisce, fa d’ uopo non imporre che doveri i quali si trovano nella direzione delle sue naturali passioni. In effetti se i suoi doveri sono sopra di un’altra direzione di quella delle sue passioni, senza essere sopra un’opposta linea, ci sarà indifferenza per questi stessi doveri. Ma se le passioni danno una direzione del tutto opposta a quella del dovere, senza dubbio che esse prevaleranno con far sagrificare il dovere.

Secondo non si rigetteranno mai, ma si riterranno sempre istituzioni così formate. Si produce un secondo effetto con altre istituzioni collaterali alle quali si danno per molla in tei essi, ed anche se conviene contrarie passioni.

L’insieme di queste istituzioni sarà buono se si rassomiglia ad un sistema di molle maestre le quali agiscono, e reagiscono le une sopra le altre di maniera che quella, che è compressa acquista bastante forza per respingere quella che la comprime, e che dalla parte sua reagirà colla stessa forza se è troppo respinta. La vita del corpo sociale è come la vita fisica del corpo umano, nel quale l’equilibrio continuamente rinasce dal moto perenne delle azioni, e reazioni delle forze, le une sopra le altre.

Ritornando sulla prima proposizione si può affermare per regola generale che un’istituzione è cattiva quando non si ha altra guarentia dell’adempimento dei suoi doveri, che l’amore del dovere istesso. Pensare il contrario è supporre contro la massima fondamentale, che l’uomo preferisce il suo dovere alle sue passioni. Si potrebbe opporre che la società si formò per convenzione. Rispondo l’uomo nasce in società, da per lutto vive in società, in nessuna parte vive isolato: è la natura che lo mette in società. Il popolo è Sovrano si aggiunge.

Ripiglio, che il popolo ha eccellenti qualità per elegger bene, ma non ne ha molte per deliberare. Il suo dritto si limita a quello di eleggere i Rappresentanti per fare, o per far consentire alle leggi, e ricusare di acconsentirvi in suo nome, o rimpiazzarle quando non sono buone.

Quando egli ha delegato la sua Sovranità per mezzo della convenzione sociale ci si dice in fine, il Sovrano delegato non può toccare tal convenzione dalla quale egli trae i suoi poteri dopo che il popolo vi ha acconsentito. Soggiungo finalmente poiché il popolo è meno atto a deliberare egli deve rinviare questa grande, e difficile quistione ai suoi Rappresentanti incaricali di deliberare. Malgrado ciò il sistema della convenzione è stato posto in pratica $ l’esperienza è stata in Francia ripetuta, che ha prodotto? L’adozione del popolo della Costituzione del 1793 in luogo di quella del 1791 Di quella dell’anno III. 5. Fructidor (22 agosto 1795) in vece di quella del 1793. Di quella dell’anno Vili 22 Frimaire (15 settembre 1799) in vece di quella dell’anno III. Del Consolato a vita 14 Thermidor (2 agosto 1802) in vece di quella dell’anno Vili, e della Costituzione Imperiale 28 Floreal anno XII (18 maggio i814) in luogo della Republica.

Inoltre quanto più gli atti sottomessi alla Sanzione del popolo sono stati assurdi, tanto più han riunito i suffragi Ma se si opponesse, che il Parlamento potesse esser persuaso a metter mano ad una sola parola dello Statuto si distruggerebbe allora tutto l'edilizio sociale, si abbatterebbe la libertà. Gli esempj tratti dalla Rivoluzione Francese provano che un tale abuso di potere è più facile nel sistema Sociale. Ogni legame nel sanzionato sistema si riduce alla fede del giuramento, che si fa per rispettare la convenzione suddetta. Che diverrebbe la fede del giuramento, quando il vento delle contrarie passioni soffiasse? Le convenzioni non formano un legame solido, che tra le parti avendo sopra di esse dei Tribunali investiti di un’autorità, e di una forza sufficiente per costringerle all’esecuzione. Questo fondamento dunque è rovinoso in politica. Che si prenda per base della Sovranità l’accordo degl’interessi opposti, e si avrà il principio della solidità. Un tal Governo sarà ben presto amato. Non si distrugge facilmente uno Stato politico quando egli è fortemente governato, purché si consultino Rappresentanti i quali hanno il talento, e le virtù per deliberare: e che non si consulti il popolo stesso il quale abbenché per l’elezioni dei Rappresentanti sia adattissimo, non lo è poi come ognun sa, interamente fatto per deliberare. È più facile impedire, che la Rappresentanza, ed il Re abbia la volontà di abusare del potere, che contrastarne l’abuso. Chi arresterebbe la forza riunita al potere legislativo se fossero d’accordo? Egli al contrario è possibile di organizzarli in guisa da acquistare la certezza morale, acciò non siano mai d’accordo sopra di questo punto. Che l’organizzazione del Parlamento sia presa in una buona teoria delle passioni, e questo concerto diverrà quasi indispensabile. Le passioni padrone del mondo dispongon di tutto (). Esse sono  le garanti le più sicure della Convenzione Sociale.

Quegli che dovran trattare la causa della Nazione adunque debbonsi scegliere nella classe di quei che han dato colle loro azioni pubbliche, con i loro impegni positivi, e reiterati la guarentigia, che essi non abbandoneranno i loro principi per ottenere il favore, e la preferenza dell’autorità. Non vi ha dubbio, che se i Deputati trascurassero la menoma cura pel sostegno della Pubblica causa se non mostrassero un’attività continuata, un coraggio sostenuto, un ardor patriottico per profittare di tutte le occasioni nel sostenere la verità, per chiamare a mente le dottrine costituzionali, per difendere il debole, per salvar l’innocente, per combatter l’arbitrio, si correrebbe gran rischio di vedere deluse le pubbliche speranze, e la pubblica causa in soqquadro.

In fine posso dire primo, che la parte dello Statuto, che ferma transazione tra il presente, ed il passato non può subire alcun cambiamento. Il Re, ed i Deputati saranno egualmente obbligati di rispettare quest’atto di pacificamento senza del quale tutto rovesciato sarebbe nello Stato.

Dico dippiù nella parte relativa alla Costituzione del paese, che lo Statuto ha formato un Sovrano che il Sovrano è senza limiti per operare il bene che questo Sovrano non deve vedere in esso Statuto, che un impegno di mantenere il Governo Rappresentativo fondato sopra i reciprochi dritti, e combinati dal Popolo, e dalla Corona.

Questi dritti nulla hanno di arbitrario essi sono nella natura. I pubblicisti gli han fissati. Finché il potere legislativo non si allontanerà da tali dritti, avrà egli ubbidito alla Costituzione la quale essendo suscettibile d’essere interpretata, dovrà seguire la massima del dritto civile: potius ut valeat, quam ut pereat.

Da ciocché abbiam detto si raccoglie, che senza costume le leggi sono inutili () che la virtù sola puoi rendere costantemente uno Stato felice, e florido: che l’ambizione, l’ingiustizia, l’intrigo, le ricchezze, la forza, la violenza potrebbe qualche volta prevalere, ma con funeste conseguenze: che la politica è una scienza sicura, e facile quando è fondata sopra tali principi che finché i Cittadini saran giunti ad amare i loro doveri, bisogna impegnarsi a farli persistere senza interruzione in questo amore, perché le passioni, che debbonsi combattere sono in un continuo contrasto.

Tali sono le idee da me concepite sulla materia dell’elezioni dietro la lettura dei moderni Pubblicisti, e dopo una profonda considerazione sulle umane passioni. Ciocché ci si attribuirebbe, e che non sarebbe uniforme ai principj esposti, si disapprovi: dicendo col Venosino Poeta: Si quid novisti rectius istis, candìdus imperti: si non, his utere mecum, ciocchè poi sarebbe conforme a questi principj, lo sottometto al giudizio del pubblico. Qualunque fosse la sua decisione sul merito di queste idee generali, trovo nel fondo della. coscienza il testimone, chele ricerche furon dirette sempre dal disinteresse politico; pronto a sacrificar tutto alla verità, e per l’amore il più. ardente per la patria, e pel principio di un puro attaccamento al Sovrano che ci giurò la Costituzione.

PENSIERI POLITICO-MORALI PER UN GOVERNO RAPPRESENTATIVO

L’Umano Arbitrio di mia natura incertissimo egli si accerta, determina col senso comune degli Uomini d intorno alle urna ne necessità, o utilità; che son i due fonti del diritto Naturale delle Genti.

Vico Gio. Battista. Principj di Scienza Nuova Degnità XI.

Nap. 1744

Non vi è che una felicità sulla terra, e la natura l'offre egualmente a tutti gli esseri. Questa consiste a conoscere, ed a saper mettere in uso i mezzi col favore de’ quali vi si può pervenire: perché per poco che uno se ne allontana, travia, e di camminò in cammino si trova ad una distanza enorme. Ciocché avvi di più malagevole è che gli sforzi che si faranno poi per ritornare sulla strada abbandonata, non produrranno che maggiori traviamenti. Tale è l’error della maggior parte de popoli che cercano la felicità ove felicità non vi è; essi chiamano politica quella inquietudine, che gli agita nel loro corso incerto, ed ingannatore.

Se la ragione, fosse un pregiudizio, la virtù sarebbe una parola inutile, e vuota di senso: la terra un soggiorno spaventevole, ed un vasto teatro, ove le passioni senza freno eserciterebbero impunemente il loro tirannico impero. Chi non vede, chi non sente per esperienza, che il vizio solo allontana i cittadini gli uni dagli altri, e che appartiene alla virtù solamente di avvicinarli, e tenergli uniti? Che il vizio divide i popoli con gli odj, i timori, i sospetti? Chi non Vede. che il vizio risveglia le passioni che accompagnano le guerre, le uccisioni i tradimenti, le violenze, le ingiustizie, le perfidie, le viltà, mentre che la ragione, la sola in istato di calmare la loro effervescenza, chiama intorno ad essa la pace, la buona fede, e la felicità col corredo di tutte le virtù? Chi non vede, che le passioni, questa forza impulsiva, che strascina l’uomo indipendentemente la sua volontà, siccome formano un ve ro ostacolo alla felicità individuale, lo formano ugualmente alla felicità politica? Senza le passioni, i Governi sarebbero una macchina semplice al pari di tutte le leve, la cui forza è proporzionata al peso, che debbono sollevare, ed il desiderio dell’uomo non sarebbe composto se non da un giusto equilibrio tra i desideri, e la possibilità di soddisfarli. Non bisogna conchiuder però, che perché nocive le passioni debbansi annientare: sarebbe distaccare la nostra anima dalle attrattive tutte de’ nostri sensi; sarebbe andar più oltre dell’idea dell’Autore della natura, di cui esse son l’opera, e che ci ordina di temperarle, di regolarle, di diriggerle col consiglio della ragione, attesoché solamente così le passioni possono perdere il loro irregolare ascendente, e contribuire alla nostra felicità. Ma è ardua impresa, che gli Uomini, e sopra tutto i Capi delle Nazioni formino il progetto d’incatenare, e diriggere le passioni ().

In tutti i secoli, ed in tutti i climi i ' Popoli sono stati più o meno felici, secondo che la politica r$se i costumi più o meno abili, più o meno onesti. La serie de fatti istorici presenta di età in età, Città, Stati, Imperi lacerati da divisioni intestine, e per poco che si rimonti alle cause di tali divisioni, si vede costantemente, che qualche passione incoraggiata dalla speranza del successo dell’impunità ha rotto il freno troppo debole, che la riteneva in una parola si contano sempre le calamità di una Nazione dal numero de’ suoi vizj. Perché un Popolo celebre per tanti secoli viene egli a declinare? Perché di disgrazia in disgrazia cade nell’avvilimento, e nel disprezzo? Non è la cicca fortuna, la quale esiste solamente nell’immaginazione di coloro, che ne parlano, ma il cambiamento de’ costumi lo strascina alla sua mina. La sete dell’oro, che divora i cittadini ha soffocato in essi l’amor di Patria: il lusso nega tutto ai doveri dell’umanità. I piaceri, l’ozio, la mollezza, mille altri vizj hanno avviliti gli animi, facendoci sempre, desiderare il peggio..

Non ci è felicità senza onesti costumi poiché la ragione c’insegna che l’Autore della natura condanna, e proscrive i cattivi costumi; da ciò risulta, che la politica dev’esser la cooperatrice della provvidenza fra gli uomini, perché appartiene alla morale, o alla scienza de’ costumi d’ispirare agli uomini una sana politica. La politica è sana ed utile, allorché suo principale studio è la morale, che insegna a distinguere le virtù vere da quelle che non lo sono.

Uno de’ principali oggetti della politica, dando un’attenzione particolare alle virtù le più necessarie alla società è di prendere le misure le più efficaci per impedire, che le passioni non dominino la ragione.

Quando in Isparta non vi furono più costumi, la corruzione spense la morale, e distrusse la politica. Allorché Lisandro riportando in Lacedemone i tributi, e le spoglie de vinti, vi sviluppò il germe della cupidigia, l’avarizia s’introdusse colle ricchezze nelle case degli Spartani. Ben presto essi arrossirono della' semplicità de’ loro antenati, e le virtù perderemo il loro credito, a misura che le ricchezze acquistarono autorità. I cittadini non tardarono a persuadersi, che quelle potevano occupare il luogo di merito, e questa stolta opinione gl’impegnò ad aver considerazione pei ricchi. Allora la povertà fu disprezzata, e gli Spartani per non esser poveri, non si occupavano che de’ mezzi per arricchirsi affine di essere considerati, e diedero a questa passione quell’attenzione, che prima davano agli interessi della patria. Allora si rilasciò il Governo che non potè più deprimere le passioni, perché con poca avvedutezza, le aveva lasciate nascere. Tormentati dal timore di non essere spogliati delle loro ricchezze, i cittadini opulenti si rivoltarono contro l’autorità, e vollero avere tutta la potenza per esser in istato di difendere la loro fortuna. Ora vile, ora insolente il popolo ebbe in appresso gli Efori più corrotti dell’istesso popolo ().

D’accordo colla morale la politica deve occuparsi senza dubbio a renderci facile la pratica della giustizia della prudenza, del coraggio ma per riuscirvi està deve cominciare ad allontanare dal no t stro cuore i vizj, che c’impediscono di. esser giusti, prudenti, coraggiosi. Or non basta di regolare i dritti di ciascun cittadino, e di dare limiti fissi alla giustizia, bisogna nell’istesso tempo contenere le passioni, perché senza questo mezzo le leggi le più giuste, ed i più savj regolamenti non potrebbero impedire l’ingiustizia, l’inganno, la perfidia. Così il dovere il più importante di Legislatore non è di pubblicare le leggi giuste solamente, ma di preparare gli Uomini ad amare la giustizia, ed attaccarsi alle virtù essenziali, le quali servono di base, e di appoggio a tutte le altre. Posto ciò, un Popolo sarà capace di ottime istituzioni, se non solo raffrenar saprà le passioni, ma se saprà eziandio esercitare le virtù tutte, sopra le quali son fondati i Governi umani: allora io dico la Nazione è degna di una Rappresentanza.

Il Governo è Rappresentativo allorché è composto in parte o interamente d’eletti, e di Deputati temporanei scelti liberamente dalla Nazione, e rinnovellati periodicamente. Basta che l’Assemblea di tali eletti sia un ramo integrante, e necessario dell’Autorità legislativa, perché il governo abbia il carattere rappresentativo. Il Governo così costituito pel consenso Nazionale è Costituzionale' allorché è più, e meno sviluppato, fisso, circoscritto dallo Statuto, ed approvato da’ Rappresentanti della Nazione.

Adunque la Costituzione dello Stato, è il regolamento fondamentale, che determina la maniera colla quale l’autorità pubblica deve essere esercitata. Essa presenta la forma sotto la quale la Nazione agisce in qualità di corpo politico: essa spiega come, e, per mezzo di chi il Popolo deve esser governato, quali sono i diritti, e doveri di coloro che governano. In somma non è altro, che lo stabilimento dell’ordine nel quale una Nazione si propone di travagliare in comune per ottenere i vantaggi, che sono lo scopo di tutte le. società. Allorché una Nazione vuol formare una società politica, ella deve prima di tutto scegliere la migliore Costituzione possibile, e la più convenevole alle circostanze. Nel momento in cui fa questa scelta, esamina le fondamenta della sua conservazione, della sua salvezza, della sua perfezione, della sua felicità.

I popoli trascuraron sempre questo dovere, ed anche a tempo delle prime società, infelicemente trovati si sono in preda di uomini, che ne dettarono essi soli le leggi fondamentali dello Stato. Le migliori Costituzioni dell’antichità sono state l’opera delle circostanze, o di taluni uomini. Le leggi sono le regole per le quali si stabilisce l’autorità pubblica pel buono ordine, e la prosperità della Società: esse tutte rapportar debbonsi al bene dello Stato, e de’ Cittadini. Quelle, che han rapporto solamente ai particolari chiamansi leggi civili, e, quelle che concernono il corpo istesso, e l’essenza della società, la forma del Governo, la manie»» ra con cui l’autorità pubblica dovrà esr sere esercitata $ quelle in una parola il di cui concorso forma la Costituzione dello Stato, sono le leggi fondamentali. La Costituzione dello Stato, e le leggi fondamentali sono la base della, tranquillità generale, il più fermo appoggio dell’Autorità politica, il pegno della libertà dei Cittadini ma la Costituzione è un fantasma, e le migliori leggi fondamentali sono inutili se non si osservano religiosamente. Bisogna, che sian esse rispettate da coloro, che governano, e dal Popolo destinato ad ubbidire. Portare un attentato alla Costituzione dello Stato, violare le sue leggi, è un delitto di lesa Nazione, e se coloro, che se ne rendono colpevoli sono persone di Autorità rivestite, aggiungono al delitto un perfido abuso del potere che loro è affidato. È raro di veder urtare di fronte le leggi fondamentali, e la Costituzione dello Stato. Sono’ gli attacchi sordi, e lenti, che i Popoli debbono soprattutto temere. Le rivoluzioni subitanee toccano l'immaginazione degli nomini. Ognuno se ne accorge, ma si trascurano i cangiamenti, che a poco a poco accadono. Coloro, che leggono l’istoria attentamente sanno quanti Stati cambiarono di natura, e perderono la Costituzione primiera in siffatta guisa.

Le conseguenze di una buona, o cattiva Costituzione essendo di una tale importanza, il Popolo, che cambia egli stesso la sua Costituzione, o la conferma, ba dritto a tutte le cose, che risultano da questo primo solenne accomodamento. Nella condotta ordinaria dello stato il sentimento della pluralità deve passare senza contraddizione per quello della Nazione intera, altrimenti sarebbe impossibile, che la società prendesse mai risoluzione. Pare, che una Nazione può cambiare Costituzione dello stato a pluralità di suffragi e tutte. le volte, che non ci sarà niente in questo cangiamento di contrario all’atto istesso di associazione civile, tutti saran tenuti di conformarsi alla risoluzione del più gran numero ma i principi della ragione universale producono troppo poco effetto per i stabilire con tanta cura le massime del dritto ed in simile occasione vi è sempre più o. meno violenza, ed è la forza che domina. Appartiene essenzialmente alla società di far le leggi sulla maniera colla quale pretende di esser governata, e sulla condotta de’ cittadini: tale potere chiamasi legislativo. La Nazione può affidarne l’esercizio o ad un Principe, o ad un Parlamento, o al Principe, ed al Parlamento uniti insieme. Da quel momento il Principe, e’1 Parlamento separatamente, o il Principe e ’l Parlamento riuniti han dritto di fare le nuove leggi, ed abrogare le antiche. Si dimanda se il loro dritto si estende sopra le leggi fondamentali, se essi possano cambiare la Costituzione dello Stato. È chiaro, che l’autorità di questi Legislatori non va si oltre, e che le leggi fondamentali debbano esser sagre per essi se espressamente la Nazione non ha loro conceduto il potere di cambiarle. Perché la Costituzione dello Stato deve essere stabile, e perché la Nazione dopo di averla stabilita, ha in seguito affidata il potere legislativo a date persone, eccettuando le leggi fondamentali dalla loro commissione.

Per leggi fondamentali della Costituzione delle Spagne le Cortes rappresentano il potere legislativo, il Re rappresenta l’esecutivo. Se le Cortes d’accordo col Re volessero sopprimere la Costituzione, e rivestire il Re solo di un autorità. assoluta, certamente quest’atto sarebbe un’attentato alle leggi fondamentali dello Statuto. Ma se le Cortes discutessero un cangiamento considerevole e la Nazione intera serbasse il silenzio, si giudicherebbe, che la Nazione dasse la sua approvazione ai suoi Rappresentanti.

La Costituzione, può essere eccellente, sia che la potenza esecutrice nelle mani si trova di un solo, sia che resta nelle mani di molti, sia, che essa risiede nelle mani del Popolo. Però essa diviene funesta, se la Monarchia degenera in dispotismo, se l’Aristocrazia si rivolge in oligarchia, e se 1 autorità della Democrazia, cadendo nelle mani delle ultime classi del Popolo non offre che i torbidi, ed i funesti effetti dell’anarchia.

Aristotile colloca alla testa delle Costituzioni le più eccellenti il Governo Monarchico tanto è vero che uno spirito elevato sa colla forza della sua ragione, e l’aggiustatezza de’ suoi lumi elevarsi al di sopra di tutte le pretensioni, e rendere alle Costituzioni anche straniere l’omaggio che gli è dovuto.

Il Sovrano dice egli gode dell’autorità suprema e veglia sopra tutte le parti del l’amministrazione, e sulla pubblica tranquillità: a lui spelta di far eseguire le leggi, e come da un lato non può egli mantenerle contro quegli che le violano, se non ha un corpo di truppa a sua disposizione, e che dall’altro lato potrebhe egli abusare di questo mezzo, $tabilisce quindi per regola che il Re deve avere bastante forza per reprimere i particolari, ma non molta per opprimere la Nazione ().

Quest’autorità suprema di cui è rivestito il Re ha il dritto di comandare la sommissione alla legge, di farla rispettare da tutti coloro che esistono sotto il suo dominio. Cicerone riporta l’origine del Governo Monarchico Costituzionale. Gli uomini riuniti in Società han riconosciuto, che vi bisognava un dritto, egli dice, uguale per tutti. La parte povera essendosi trovata esposta alle oppressioni dei ricchi, ricorse a qualche uomo distinto per la sua virtù per fare osservare la giustizia. La saviezza dei primi Re così scelti teneva luogo di leggi; ma gli uomini riconoscendo, che anch’essi avrebbero potuto mancare, vollero, che si scrivessero gli Statuii per I fissare d’ una maniera invariabile i dritti di tutt’i Cittadini ().

Nei Governi Rappresentativi, e Costituzionali l’opinione pubblica diviene la I più forte molla dello Stato; la pubblicità per effetto della libertà della stampa previene gli abusi, l’ignoranza dà luogo ai lumi; la superstizione alla Religione, i pregiudizj, e gl’interessi di corporazione all’interesse, ed ai dritti di tutti: così; i privilegiati si estinguono, e la Nazione diviene quasi omogenea. Le leggi conosciute più dolci, più eque, sono meglio ubbidite, e si librano al di sopra di tutte le teste: ed i Giudici sono tali quali debbono essere gl’istrumeati delle buone leggi. La ragione è più coltivata, i buoni costumi sono più rispettati, una risponsabilità vera dei Ministri garantisce l’inviolabilità dei Monarchi, e la stabilità delle istituzioni. I Re quanto più son consolidati, tanto più son potenti, più moderati, più giusti: i Cittadini pagano quanto pagar debbono, ed i Rappresentanti possono moderar le spese secondo i tempi, i bisogni. La libertà, la sicurezza, la proprietà sono garantite. Tali sono i felici effetti del Governo Rappresentativo, e Costituzionale, purché la Costituzione sia conforme allo scopo Sociale, e fedelmente e francamente eseguita. Purché i Deputati sieno eletti senza intrigo.

Acciò lo Statuto sia conforme allo scopo della Società fa d’ uopo, che ogni Cittadino sappia i dritti suoi riconosciuti dalla maggior parte delle Nazioni incivilite.






Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - l'ho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura!

Le développement inégal et la question nationale (Samir Amin)










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