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Gaetano Filangieri e la ricerca della felicità di Zenone di Elea [Aprile 2022]

Vita ed opere di Gaetano Filangieri: Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO FILANGIERI

Con le notizie intorno alla vita ed alle opere di lui, scritte da GINGUÉNÉ, autore della Storia Letteraria d'Italia; l'Elogio STORICO composto da S. E. il sig ministro Donato TOMMASI; e gli opuscoli scelti dello stesso FILANGIERI non compresi in verun altra edizione, pubblicati in Palermo l'anno scorso.

VOLUME PRIMO

MILANO

PER GIOVANNI SILVESTRI

MDCCCXVII

L’EDITORE

Oltrecirca diciotto edizioni italiane, conta quest'Opera immortale una traduzione francese, due tedesche ed una spagnuola. Fino dalsuo comparire formòessa lo stupore e l'istruzione non solo dei colti Americani, al dire di Beniamino Franklin,ma dell’Europa tutta. Il nostro Pietro Verri fu uno dei primi a congratularsi col Filangieri,scrivendogli che in leggendo il solo primo volume, aveva ascoltata la voce di Ercole che gli rimbombava nel cuore.

Quest'Opera venne con ragione paragonata allo Spirito delle Leggi di Montesquieu.In fatti, se Montesquieu analizzòle leggi quali sono, Filangierile espose quali avrebbero dovutoessere per la felicità delle nazioni: perciò l'opinione pubblica diede meritamente al Filosofo Italiano la preferenza. Ella è questa produzione di un genio vasto che espone tutto con chiarezza, con forza, con ordine e precisione quindi un celebre scrittore francese disse giustamente essere l’Italia il paese in cui la scienza dei diritti e dei doveri degli uomini è coltivata con maggior ardore e fors’anche con maggior successo.

La presente edizione vien tratta dalla seconda di Livorno, colla data di Filadelfia, 1807, come quella che, per universale consenso, ègiudicata assai corretta, mediante la diligenza del chiarissimo Gaetano Poggiali, delle cui dotte fatiche io mi sono giovato più volte per la Biblioteca scelta di opere italiane antiche e moderne, alla quale la Scienza della Legislazione farà seguito, con approvazione, spero, degli Associati alla Biblioteca medesima. E per renderla migliore e più compiuta di ogni altra, aggiungerò gli Opuscoli scelti dello stesso Autore, pubblicati in Palermo lo scorso anno e non compresi in verun altra edizione.

Ho creduto mio dovere di premettere all’Opera l'Elogio che del Filangierifece S. E. il signor ministro Tommasi, eche si legge in alcune delle edizioni della Scienza della Legislazione:e per dimostrare come gl’Italiani sappiano apprezzare i lavori di que’ pochi stranieri che, ben intendendo i nostri buoni scrittori, ne portano altissima opinione e ne discorrono con retto giudizio ed imparzialità, ben diversi da molti altri che ne sparlano temerariamente senz’avere la menoma perizia nella nostra lingua, pubblico per la prima volta in italiano le belle notizie che del Filangieri scrisse il signor Ginguénénella Biographie universelle ancienne et moderne. Paris, 1815.

Accolgano i cortesi miei signori Associati le mie fatiche con quella benignità di cui finora fui fortunatamente onorato, e vivano felici.

NOTIZIE INTORNO ALLA VITA ED ALLE OPERE

DI GAETANO FILANGIERI

SCRITTE DA GINGUÉNÉ
AUTORE DELLA STORIA LETTERARIA D'ITALIA

GAETANO FILANGIERI, uno dei pubblicisti del XVIII secolo che hanno maggiormente contribuito ai progressi della legislazione e ad addolcire la sorte degli uomini, nacque in Napoli il 18 agosto, 1752, da Cesare, principe d'Arianello e da Marianna Montalto, figlia del duca di Fragnito. La nobiltà della sua famiglia risaliva all'origine della monarchia napoletana. Angerio, figlio d'uno dei quaranta Normanni che sbarcarono in quelle contrade verso il principio dell'undecimo secolo, accompagnò il conte Ruggieri in tutte le sue conquiste, e ricevette da lui più feudi in ricompensa delle sue gesta. I discendenti d'Angerio riputarono glorioso per loro di portar il titolo di filii Angerii, che ricordava ad essi l'illustre antenato, e ne derivarono il nome di Filangieri. Alcuni cangiamenti sopravvenuti nell'ordine della successione feudale privarono in seguito questa famiglia della più gran parte de' suoi Feudi, e non restonne a lei se non un solo che possiede ancora. Non lascio tuttavia di continuare ad esser annoverata fra quelle dei quattro primi baroni del regno.

Gaetano fu destinato, ancor fanciullo, alla carriera delle armi da suo padre, di cui egli era il terzogenito. A sette anni avea già un grado in uno dei reggimenti del re, e comincio il suo servizio a quattordici. I cattivi metodi ohe seguivansi allora nell'insegnamento del latino, ne lo aveano disgustato, e s'era conchiuso da ciò ch’egli non fosse atto agli studj letterarj, quando una felice combinazione fece conoscere che l’avversione da lui mostrata, provava, anzi, la rettitudine e non già la ristrettezza del suo spirito. Il precettore di suo fratello primogenito si era ingannato nella soluzione d’un problema di geometria. Gaetano ravvisòdonde veniva l’errore, lo dimostròal maestro, e incoraggiato da questo lieve successo abbandonòil servizio militare per darsi tutto alle scienze e alla filosofia. Riparò egli si bene la perdita de' suoi primi anni, che a venti sapeva il greco e il latino, la storia antica e moderna, i principj: del diritto delle genti; ed era iniziato in quasi tutte le parti delle matematiche. Egli concepì sino d'allora il progetto e cominciò l'esecuzione di due opere, l'una dell'Educazione pubblica e privata, e l'altra della Morale dei principi, fondata sulla natura e sull'ordine sociale. Tutte le idee ch'egli raccolse intorno a questi importanti oggetti venner collocate dappoi nella grand'opera a cui egli dee la sua fama.

Consecratosi per gusto allo studio della morale, della politica e della legislazione in una parola, della scienza del diritto} preso nel piùesteso significato, egli si arreseper una seconda volta al desiderio della sua famiglia, prendendo, suo malgrado, lo stato del foro, ch’era allora il sentiero degli onori e della fortuna. Il suo sapere e la sua eloquenza gli fecero aver pronti successi. S'erano introdottigrandi abusi nell'amministrazione della giustizia, le leggi eran incerte o sconosciute, e i giudizj quasi sempre orbitrarj.

Un’ordinanza del re Carlo III,emanata nel 1774, sul rapporto del ministro Tanucci, rimediòa questi abusi, rendette alla legge ilsuo impero, rivendicòi giudizj dall’autorità e dalle opinioni versatili dei dottori, e distrusse l'arbitrario} prescrivendo ai giudici di far imprimere e pubblicare i motivi dette loro sentenze. La filosofia applaudi a questa riforma: mormoròil foro, e Filangieri difese l’ordinanza reale, e ne dimostròl’utilità in uno scritto sostanzioso, pieno di ragioni e fondato su principe i più evidenti della giustizia.

Il ministro, a cui era dedicato questo prezioso opuscolo, non vide senza meraviglia tanto sapere etanta maturità di spirito in un giureconsulto tanto giovine, e molto l'incoraggiò a seguire una carriera in cui egli avea principiato sì bene e con sìgrande riuscita.

Impegnato tuttavia da suo zio, arcivescovo di Palermo, a prendere una carica nella corte, Filangieri vi fu ricevuto ne 1777 maggiordomo di settimana e gentiluomo della camera del re, e, quasi nel tempo stesso, nominato officiale del Corpo reale dei volontarj della marina, più particolarmeute addetti alla persona del re.

La sua dimora alla corte non lo svio nédalla vita regolata, ne dagli studj, nédalla composizione d'una grand'opera, a cui già da più anni consacrava le sue ricerche e le sue meditazioni. Sino dal principio del XVIIIsecolo s'era formata in Napoli una grande scuola di filosofia politica. Gianbatista Vico, genio ardito, esteso e profondo, ma scrittore bizzarro e soventi oscuro, gettò ne' suoi Principj di Scienza nuova i germi che Genovesi suo allievo, spirito luminoso e metodico, rese fecondi. I principi del diritto naturale, del diritto delle genti e della legislazione furono stabiliti in questa scuola su d'altre basi che nol furono in quelle di Grozio, e di Puffendorf (1).

In Milano, dove la filosofia godeva d’una protezione aperta sotto il ministero dei conte Firmian, Beccaria ne applicòle lezioni non già alla legislazione in generale, ma alle leggi particolari che hanno per oggetto la repressione dei delitti, cosìfece con un'opera piccola, se si guarda il volume, ma immensa pei suoi risultamenti, una rivoluzione nella giurisprudenza criminale. Mancava ancora un trattato che abbracciasse la legislazione in tutte le sue parti, che l'esaminasse sotto tutti i suoi rapporti, e ne stabilisse i principj universali. Fu questo appunto il vasto monumento che Filangieri intraprese ad innalzare.

Egli ne divise il piano in sette libri. Il primo che trattava delle regole generali della legislazione, e il secondo che avea per oggetto le leggi politiche ed economiche, apparvero alla luce nel 1780, in Napoli, in 2 vol. in 8. L’esito fu prodigioso non solo in Italia, ma ancora in tutta l’Europa, e l’autore si vide, a vent'anni non compiti, posto tra i pubblicisti i piùcelebri. Egli dimostrònel primo libro che la legislazione dee, come tutte le altre scienze, aver regole, e sono appunto queste regole ch'egli si propone di stabilire. La bontà delle leggi èo assoluta o relativa; è assoluta, quando le leggi sono d'accordo coi principj universali della morale, comuni a tulle le nazioni, a tutti i governi, e applicabili a tutti i climi. È relativa in diversi modi, secondo che le leggi hanno rapporti colla naturadel governo, coi principj che in questo governo fanno agire i cittadini, col genio e il carattere dei popoli, col clima, colla fertilità o sterilità del terreno, colla situazione locale ed estensione del paese,

Da siffatte questioni generali ben si vede ch'egli dee avvicinarsi spesso al nostro gran Montesquieu, Egli parla colla più alta stima di quest’illustre benefattore degli uomini t non affetta nédi seguirlo nédi combatterlo, il suo metodo differisce da quelle dell'autor francese, essendone diversolo scopo. Nei rapporti ch'esistono frale leggi egli oggetti diversi che le modificano Montesquieu cerca lo spirito che le ha dettate, Filangieri ne cerca le regole. L’uno cerca di trovar la ragione di ciò ch’e stato fatto, e l’altro l'indicazione diciò che si dee fare, ecc.

Nel secondo libro che tratta, delle leggi politiche ed economiche, esamina due oggetti, la popolazione e le ricchezze. Senza ricercare, come hanno fatto altri autori, se la popolazione delle nazioni moderne è più o meno numerosa di quella delle antiche, egli stabilisce una questione più interessante ch'è“Di sapere se l’Europa èpresentemente popolata tanto quanto lo potrebb'essere.”

La negativa èevidente, e ne dimostra sìchiaramente, come metodicamente le cause. L’indizio più sicuro della popolazione d’un paese e lo stato della sua agricoltura, e lo stato infelice di questa in Europa basta a provare quello ancora della popolazione, donde è facile il conchiudere che su di questi due punti si importanti, la legislazione europea è cattiva. Gliostacoli dell'accrescimento della popolazione sono: il piccolo numero dei proprietarj e il numero immenso dei non proprietarj;assai di grandi proprietà e troppo poco di piccole; le ricchezze esorbitanti e inalienabili degli ecclesiastici in più stati; l’eccesso delle pubbliche cariche, le imposte insopportabili, eil modo violento di percepirle, lo stato attuale delle truppe regolate in quasi tutta Europa, stato si urgente come necessario a riformarsi; e, infine, l'incontinenzapubblica o sia la depravazione dei costumi, La prosperitàdell’agricoltura, prima sorgente delle ricchezze non meno che della popolazione, trova dal canto suo per ostacoli quelli che vengono dal governo stesso o, piuttosto, dall’amministrazione, quelli che derivano dalle cattive leggi, e quelli che hanno per causa la grandezza immenso. delle città capitali nei diversi stati. Spetta alla legislazione a rimovere gli ostacoli che non sono in qualche modo necessarj o che non sono inerenti alla natura delle cose. Quanto poi agli ostacoli chesembrano inevitabili nell’ordine attuale delle società, tocca pure alla legislazione stessa di rimediarvi con eccitamenti e istituzioni vantaggiose all’agricoltura e onorevoli per gli agricoltori.

Filangieri percorre con lo stesso metodo le altre sorgenti delle ricchezze, le arti, le manifatture, il commercio, trovando sempre nei vizj della legislazione la causa degl’impedimenti che ricorda la prosperità, e indicando con una legislazione migliore i mezzi di renderla ad essa. La maggior parte di tali questioni eran delicate a trattarsi sotto gli occhi stessi d un governo che commetteva quasi tutti i falli che riprendeva l’autore. Egli li trattava non per questo con una piena libertà. È bensì vero che si scorge sempre in lui il desiderio d'esser utile e non mai quello d'offendere; ed esso avea sì ben conosciute le intenzioni del governo che prese ad illuminare, che il re gli conferì una commenda dell'ordine reale di Costantino, l'anno stesso in cui avea pubblicato gli anzidetti due volumi.

Diede nel 1783 i due seguenti che formano il suo terzo libro, il cui soggetto sono le leggi criminali. Questa materia vi è trattata in tutta la sua estensione, vi sono scoperti gli abusi coll eguale franchezza, attaccati di fronte i vizj del codice penale e della processura, liberamente indicate e in qualche modo richieste in nome dell'umanità le riforme. Ma col denunziare con questa libertà tutti gli abusi, era impossibile che Filangieri non armasse contro di lui certe classi interessate alla conservazione dei medesimi. Non avea egli nel suo terzo volume risparmiato né la giurisdizione dei baroni né i vizjdel sistema feudale: un critico oscuro, detto Giuseppe Grippa, si dichiarò il difensore dei baroni e dei possessori dei feudi (1). L'autore della Legislazione gli rese giustizia col non degnarsi di rispondergli; né fece maggior conto d'una altra censura che in altri tempi avrebbe potuto inquietar la sua vita. La proposizione da lui fatta nel secondo suo libro di sopprimere le proprietà ecclesiastiche, e la sua promessa di proporre nel 5. la riforma degli abusi derivati dalla podestà della chiesa romana, scandalizzurono la congregazione dell'Indice, e tosto fu condannata la Scienza della Legislazione da un decreto del 6 dicembre del 1784. Filangieri non vi rispose che dando alla luce nell'anno seguente i volumi 5.° 6.° 7.° della sua opera che comprendevan il 4.° libro.

Ha esso per oggetto l'educazione, i costumi, e la pubblica istruzione; tre parti che tengono fra loro un grand'accordo e formano un sol tutto.

Non si può esser del medesimo parere dell'auto re in tutti i punti di ciascuna di queste tre parti, come pure se ne potrebbero contraddire alcuni nei tre libri precedenti. Ma è impossibile di ricusare la propria ammirazione a quello spirito filosofico non meno saggio che fermo, egualmente nemico d'ogni eccesso, a quella immensità di lumi acquistati, a quel talento raro di dividerli e ordinarli; a quello stile animato, profuso e sempre chiaro, ma, soprattutto, a quell'amore del bello e dell onesto, e a quella dolce filantropia che regnato in tutta l'opera.

L'autore era da quel tempo più che mai in grado di trattare convenevolmente questa parte morale. Egli avea sposata nel 1783 Carolina de’ Frendel, nobile ungarese, direttrice dell'educazione dell'Infante secondogenita del re, e che univa alle attrattive esteriori i doni dello spirito e lo qualità dell'anima. Per abbandonarsi interamente alle dolcezze d'una felicità domestica e alla composizione della sua opera, per cui s'interessava viepiù ogni giorno, rinunziò, colla permissione del re, ai suoi impieghi militari e alle sue cariche nella corte e s'era ritirato in una specie di campagna, alla distanza di 25 miglia da Napoli, nella piccola città di Cava; dove poi scrisse il 4.° libro, di cui abbiamo parlato.

Subito dopo la sua pubblicazione, egli si pose con lo stesso ardore alla composizione del 5.0 che trattava delle leggi relative alla religione. Ma lu sua salute già sensibilmente alterata dall'eccesso dell'applicazione e della fatica l'obbligò sovente a fermarsi, non procedendo egli innanzi che lentamente. Altre interruzioni gli sopravvennero dappoi. Il nuovo re Ferdinando IV lo chiamò nel 1787 nel suo consiglio supremo di finanze, e quindi egli dovette tornarsene a Napoli, ed essere quasi tutto occupato nei lavori importanti del l'amministrazione. Si accrebbero i di lui incomodi; una grave malattia di suo figlio primogenito, un infelice parto di sua moglie fecero una grande impressione sulla di lui anima sensibile e già disposta alla melanconia, tanto ch'esso prese il partito di ritirarsi con tutta la sua famiglia a Vico-Equense che apparteneva a sua sorella primadell'abolizione de' feudi. Ivi cadde in una grave malattia, e, dopo aver lottato per venti giorni contro la forza del male, succumbette l'undici luglio 1788, non avendo che 36 anni. Una lettera particolare, ricevuta da Napoli, e degna di tutta la fede, ci dice che Filangieri, appena entrato nel supremo consiglio, avea riconosciuto e dimostrato che il sistema commerciale degl’Inglesi era oneroso per tutti i popoli dell'Europa, e che nell'ultima sessione del consiglio a cui intervenne, avea provato, col mezzo di calcoli i più esatti, quanto fosse pel regno di Napoli nocivo e distruttivo questo commercio.

Acton, Irlandese d'origine e interamente venduto agl'Inglesi, era allora in quell'alto favore ch'è stato dappoi si funesto a quel regno.

Ciò diede motivo alle voci sorde che s'erano sparse intorno la di lui morte immatura; ma queste voci non ebbero, in vero, altro fondamento che l'idea che s'avea d'Acton e l'odio che gli si portava.

Filangieri avea terminato avanti morire l'ottavo volume della sua opera, che contiene la prima parte del quinto libro. Vi si tratta delle religioni che hanno preceduto il cristianesimo: i fatti relativi al politeismo, che compiono questa parte, sono illustrati da note, in cui si trova un'erudizione sostenuta dalla sana critica e dalla filosofia. Questa parte venne stampata in seguito ai primi quattro libri. Non si rinvennero della seconda che la divisione de' capitoli; ivi si doveano sviluppare i vantaggi del cristianesimo ma fare nel tempo stesso conoscere il pericolo delle superstizioni, eguale a quello dell'incredulità medesima; gli inconvenienti nati dalla confusione degli affari temporali colle cure spirituali; dalle ricchezze eccessive del clero; dall'ignoranza dei preti, dalla loro venalità, dalla sovversione dei veri principi dell'espiazione, dall'introduzione della immunità personale e dall'immenso accrescimento della potenza sacerdotale donde egli doveva passare all'esame delle leggi che constituiscono il diritto ecclesiastico e pesarne, secondo il suo costume, gl'inconvenienti e i vantaggi, e presentare rimedj a tutti gli abusi con novelle leggi appropriate all'intero suo sistema di legislazione. Un capitolo sulla tolleranza avrebbe terminato questo libro, la cui entità debbe aumentare il rammarico che viene inspirato dalla immatura dell'autore. Dopo questo libro restavagli ancora a trattare nel sesto, delle leggi relative alla proprietà; e nel settimo, di quelle che risguardanola podestà paterna e il governo di famiglia. Che disgrazia che un monumento sì bello sia rimasto imperfetto! Chi oserà mai di porvi le mani per terminarlo? Ma per quanto incompleta che sia, verun opera non ha avuto esito più grande, più rapido, e più universale; se ne fecero in pochi anni tre edizioni in Napoli, una in Milano, una in Genova, una in Catania, due a Livorno, colla data di Filadelfia. Gli stranieri non furono meno solleciti che gl’Italiani a diffondere fra loro un'opera tanto utile. La traduzione francese del sig. Gallois, Parigi 1789 e 1799, 7 volumi in 8.°, ha in Francia la medesima stima dell'originale in Italia.

Ve ne furono ancor due in lingua tedesca, l'una fatta a Zurigo, cd impressa in Altdorf nel 1784 con una prefazione del sig. Siebenkees, professore di diritto pubblico; l'altra del sig. Gustermann pubblicata in Vienna nell'anno stesso. Apparve infine una traduzione spagnuola di don Giacomo Rubio, avvocato del consiglio del re, Madrid, 1787 e anni seguenti. Si trova una buona analisi di quest'opera nell'Elogio Storico di Filangieri, pubblicato dall'avvocato Tommasi, suo amico, Napoli, 1788, in 8.°

Filangieri avea ideata una seconda opera, su cui egli meditava negl’intervalli che lasciavagli la composizione della prima, intitolata: Nuova Scienza delle Scienze. Intendeva egli di ridurre in essa tutte le scienze ed un piccolo numero di principj, donde derivano, come da loro sorgente, tutte le serie delle verità e tutte le teorie che le costituiscono. In una parola, l'oggetto di quest'opera sarebbe stato di scoprire, per quanto gli angusti limiti dell'intelligenza umana lo permettono, quali sieno ciascuna scienza leverità primitive, e quale sia la connessione fra loro o sia la concatenazione delle verità che appartengono a ciascheduna; di stabilire in tal modo la metafisica delle scienze, di ricondurre tutte le verità particolari al principio il più generale, e di far di tutte le scienze una sola scienza universale e superiore che avesse portato l'intendimento umano sino al più alto grado di sapere, di cui l'esser suo può renderlo suscettibile.

Filangieri meditava inoltre un nuovo sistema d'istoria ch'egli intitolava: Storia civile universale e perpetua. Avrebbe sviluppata nelle storie particolari d'ogni nazione la storia generale e co stante dell'uomo, delle sue facoltà, delle sue inclinazioni e delle conseguenze che ne risultano nella prodigiosa varietà delle costituzioni civili e politiche, e nell'influenza ch'esse hanno sulla condizione generale della specie e sulla felicità o infelicità degl'individui; avrebb'egli, insomma, seguito esattamente in tutta l'istoria dell'antico e del nuovo mondo, i diversi periodi della sociabilità, del perfezionamento e della cultura dell'uomo. Non avea scritto di opere che un frammento assai corto della prima, che si è trovato nelle sue carte; ma egli le andava divisando nella sua testa, ne formava il piano e, secondo il suo metodo costante, non contava di stenderne alcuna parte se non allor quando, tutto disposto, tutto preparato, riuniti e messi in ordine tutti i suoi materiali, fosse stato in grado di applicarvisi interamente.

Filangieri avea ricevuto dalla natura coi doni del genio i vantaggi esteriori i più osservabili i piùrari. Bellissima figura, statura alta, elegante e nobile, modi accompagnati da grazie e dadignità; i suoi sguardi eran pieni di una dolce melanconia, e tutta la sua fisionomia annunziava l'abitudine della meditazione e profonda sensibilità. Questa qualità formava di fatto la base del suo carattere, e di tutte le sue virtù di cui essa è la sorgente; queste non avean in lui altri confini che la ragione la più giusta e la più illuminata. Nelle società private e nella vita domestica non v'era niente che eguagliasse la sua bontà, la sua semplicità, la varietà, l'abbandono e le attrattive della sua conversazione.

In un quadro meno circoscritto che un articolo di biografia, ci potremmo estender ancor più se questo genere di merito, raro assai fra gli uomini celebri, e cavar dalla stessa lettera di cui abbiamo parlato di sopra, le particolarità le più interessanti. Essa ne contiene pure di assai tristi intorno alla morte d'un fratello di Filangieri da lui amato teneramente.

Era questi il commendatore Antonio Filangieri al servizio della corte di Spagna sino dal tempo dell'assedio di Gibilterra. Avendo egli continuato dappoi a servir con distinzione, era diventato viceré e comandante-generale della Gallizia.

Nel principio delle ultime turbolenze politiche che hanno agitato questa provincia, essendo scoppiata una sommossa popolare, egli montò a cavallo per sedarla, quando Blake, partigiano inglese, suo nemico segreto, benché ne avesse ricevuto beneficj, eccitò il popolo contro di lui (dice la lettera suddetta), per cui egli fu crudelmente trucidato.

NOTE

(1)Mario Pagano, ultimo rampollo di questa nobile scuola, è miseramente perito nelle rivoluzioni della sua patria, ma le sue Considerazioni sulla processura criminale e i suoi Saggi politici sui principj, i progressi e sul decadimento delle società, gli assicurano un nome immortale.

(1)Scienza della legislazione sindicata, ecc. Napoli, 1784, in 8.°



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Vita ed opere di Gaetano Filangieri [Life and works of Gaetano Filangieri]

Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

1772 - NOTIZIE DE' LETTERATI - Della Morale de' Legislatori di Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1782 - Giuseppe Grippa - LETTERA al Cavaliere Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1784 - Giuseppe Grippa - Scienza della Legislazione sindacata HTML ODT PDF
1785 - Dissertazione politica di Giuseppe Costanzo in risposta a Grippa HTML ODT PDF
1787 - GIUSTINIANI - Memorie Istoriche degli Scrittori Legali del Regno di Napoli HTML ODT PDF
1798 - Le Spectateur du Nord: Don Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1804 - Scrittori classici italiani di economia politica - Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1813 - Biografia degli Uomini Illustri del Regno: Filangieri (Martuscelli) HTML ODT PDF
1817 - La Scienza della Legislazione del Cavaliere Gaetano Filangieri (GINGUENE’) HTML ODT PDF
1819 - BIANCHETTI - Memorie scientifiche e letterarie - FILANGIERI HTML ODT PDF
1822 - Oeuvres de FILANGIERI - ELOGE de FILANGIERI (Salfi) HTML ODT PDF
1826 - Sopra l'opera del Cavalier Gaetano Filangieri di Pietro Sghedoni HTML ODT PDF
1828 - Comento sulla Scienza della Legislazione scritto da Beniamino Constant HTML ODT PDF
1834 - Biografia degli Italiani Illustri nelle scienze, lettere ed arti HTML ODT PDF
1836 - LOMONACO - Vite degli eccellenti Italiani - FILANGIERI HTML ODT PDF
1840 - Notizie di alcuni cavalieri del sacro ordine gerosolimitano (Marchese di Villarosa) HTML ODT PDF
1844 - Vite e ritratti di illustri italiani (Filangieri di E. Carnevali) HTML ODT PDF
1852 - FILANGIERI - Delle leggi politiche ed economiche (FRANCESCO FERRARA) HTML ODT PDF
1857 - Della letteratura italiana nella seconda metà del secolo XVIII: Filangieri HTML ODT PDF
1863 - Discorso genealogico della famiglia Filangieri (ERASMO RICCA) HTML ODT PDF
1864 - Intorno ai tempi ed agli studi di Gaetano Filangieri (PASQUALE VILLARI) HTML ODT PDF
1873 - Gaetano Filangieri o l’idea dello stato nella filosofia italiana del secolo XVIII HTML ODT PDF
1774 - GAETANO FILANGIERI - Riflessioni politiche su l'ultima legge del sovrano HTML ODT PDF
1820 - GAETANO FILANGIERI - 01 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1822 - GAETANO FILANGIERI - 02 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1872 - GAETANO FILANGIERI - 03 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1876 - GAETANO FILANGIERI - 04 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
















Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - l'ho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura!

Le développement inégal et la question nationale (Samir Amin)










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