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Gaetano Filangieri e la ricerca della felicità di Zenone di Elea [Aprile 2022]

Vita ed opere di Gaetano Filangieri: Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

VITE E RITRATTI

DI ILLUSTRI ITALIANI

BOLOGNA 1844

TIPOGRAFIA GOVERNATIVA

ALLA VOLPE


VITA DEL CAVALIERE GAETANO FILANGIERI

SCRITTA

DA EUTIMIO CARNEVALI

Quantunque volte lo sguardo nell’immagine io fisso, che qui, lettor benevolo, ti si presenta di Gaetano Filangieri, la dolce ed aperta fisonomia con piacer maraviglioso io contemplo d’un benefattore della spezie umana. Che se il viso dell’uomo è lo specchio dell’anima, non ci ha qui sospetto di dilungarsi dal vero. Tanto vi traluce e vi brilla coll’altissimo ingegno il diritto cuore, l’ingenuo costume ed il caldo sentimento e operoso dell’amor de’ suoi simili. Così mentre il sembiante di questo grande uomo più accettevoli ti renderà i brevi cenni, che della vita e degli scritti di lui son per fare, ben presumo, che a questi ponendo animo, più cara fiati e più onorata l’immagine dell’autore della Scienza Mia Legislazione.

Napoli, ferace terra di svegliati e fervidi ingegni, la patria fu venturosa del Cav. Gaetano Filangieri. Nacque egli d’antica e illustre prosapia in detta città il dì 18 di Agosto dell’anno 1752, e fu il terzogenito di Cesare Principe di Arianello e di Marianna di Montalto de’ Duchi di Fragnito. Venne dal padre destinato alle armi, e in età di sette anni fu fatto alfiere nel reggimento Savoia; ma servire non cominciò se non di anni 14. I primi studj e spezialmente il latino con noiosi e barbari metodi insegnato, lo ributtarono anzi che no, di che tenuto era aver piccola levatura. Ma all’occasione, che altro maggior suo fratello nel ripetere la dimostrazione di una proposizione di Euclide ne aveva smarrito il filo, Gaetano, al quale di ciò non davasi insegnamento, con prestezza vel richiamò. Fu questo un lampo, che accorti altrui fece dell'ampia e sicura luce, che dalla mente di lui uscir dovea.

Il militare servigio alle studiose occupazioni affatto nol tolse. Né guari andò, che di tutto a quelle consecrarsi fermamente deliberato, la spada si cinse, avendo intorno agli anni diciassette. L’ardor suo e i singolari talenti, de’ quali a dovizia era adorno, gli fecero, non che ratto percorrere, divorare il cammino. Lingua greca e latina, storia, geometria, algebra, metafisica di copiosa supellettile in si breve spazio la sua memoria e l’intelletto arricchirono, che già grande e fornito esser parve, come di Minerva si narra. Ma lo studio suo prediletto, quello, che a preferenza tenealo a sé rivolto, e che fu poi per tutta la sua vita il subbietto delle sue diuturne meditazioni, era lo studio della morale, della politica, della legislazione. S’assuefece egli a ragguardare queste scienze indipendentemente dalle leggi positive; e considerando quali esser dovrebbono le leggi secondo la natura dell’uomo in civiltà congregato, bollir già sentiva nella mente l’ardito proposto di farsi la guida de’ legislatori, insegnando loro la via di render migliore e felice, quanto l’esser nostro il comporta, la condizione dei popoli e dei governi.

Il diciannovesimo anno dell’età sua trascorso ancor non avea, che d’un’opera sulla pubblica e privata educazione avea formato l’abbozzo. Poco appresso d’altra opera raccolse i materiali, la quale doveva aver per titolo: Morale de’ Principi fondata sulla natura e tutt’ordine sociale. Cotesti lavori a capo poi non ridusse: bensì di giovamento gli furono le apprestate materie nel comporre la Scienza della Legislazione.

Ma de’ suoi cari studj non fu dato al Filangieri goder buona pezza: e gli convenite alquanto mal suo grado interporli per addarsi al mestiere della Curia, come fu il volere de’ suoi, i quali a speranza stavano divederlo per tal via a solenni dignità innalzato.

In quel mezzo intravvenne, che il Re Ferdinando IV, cosi consigliato dal marchese Tanucci, ministro d’ogni virtù di cuore e di mente famoso, avvisò di por freno all’arbitrio che ne’ tribunali dello Stato senza modo regnava, promnlgando nell’anno 1774 una legge, la quale loro ingiugneva di spiegar la ragione, o sieno i motivi delle sentenze, e di attigner queste alle leggi del Regno o al diritto comune, e non mai alle varie e discordi autorità dei Dottori. Questa legge salutevole e umana, che guadagnar doveva le benedizioni di tutti, in iscambio fu grave argomento di mordimenti e clamori; sendo pur troppo la gente più acconcia a dir male, che a ravvisare il bene d’ogni novella, per quanto benefica, istituzione. Fu di ciò agramente commosso il giovane Filangieri, e di farsi di quella legge campione in gran ventura si riputò, pubblicando colle stampe alcune Riflessioni politiche sulla medesima. In questo breve, ma filosofico scritto, che allo stesso marchese Tanucci intitolò, mostrò egli con sode ragioni, e con esempi tratti dall'Istoria, l’arbitrio de’ Giudici e la sfrenata interpretazione delle leggi essere incompatibili con la civile libertà, a torre il quale abuso tendere maravigliosamente la legge impugnata. Fruttò gran lode all’autore cotal lavoro, e die’ a divedere quanto attenderne dovesse la patria ed il mondo.

Lungamente però non ristette il Cav. Filangeri nella scabrosa e limitata carriera delle private controversie. A più alte mete il suo genio traevalo, tale che alla perfine abbandonato il foro, a che meglio disposto sentivasi riaccostato, nelle gradite sue meditazioni novellamente s’immerse, raunando ad un tempo dalle antiche e moderne carte ampio tesoro di cognizioni e di filosofiche dottrine. Intento mai sempre a considerare i diritti e i doveri dell’uomo, ad esaminare la natura, lo scopo, i vantaggi dell’umana compagnia, registrar solea le idee più luminose e i più fecondi principi, che dalle sue letture raccoglieva, e a cui dava egli il titolo di aforismi politici.

Era all’età di 25 anni pervenuto il Cav. Filangeri, quando monsignor Serafino Filangeri suo zio, davanti monaco Cassinese, poscia Arcivescovo di Palermo, fu all’Arcivescovado di Napoli trasmutato. Questo dotto e distinto Prelato, il quale assai bene era della grazia del Re, amò che il nepote il servigio di Corte imprendesse, come a nomo di gentil legnaggio si convenia. E leggermente gli venne fatto il suo desiderio, al quale contradir non seppe l’affettuoso parente. Passò questi adunque ad occupare l’uffizio di Maggiordomo di settimana, e Gentiluomo di camera di Sua Maestà, e poco stante gli fu conferito il grado di uffiziale del Real corpo di Marina. Ma non perciò Filangeri le sue studiose fatiche intermise, contento di compensare il tempo nel quale usar a Corte dovea, rubandone alla tavola, al sonno e ad ogni maniera di diporti. E di que’ dì appunto intento egli era a scrivere i due primieri volumi della scienza della legislazione, i quali die’ poscia alla luce nell’anno 1780; essendo tutta fiata nella freschissima età di anni ventotto.

Contiene, com’è noto, il primo di questi volumi, dopo un raccorciato disegno di tutta l’opera, le regole generali della scienza dallo scopo desunte di ogni umana congregazione, l’amore cioè della conservazione e della tranquillità; le quali regole mirano primieramente alla bontà assoluta delle leggi, per cui queste consuonano coi principi universali della morale comuni a tutti; mirano quindi alla bontà relativa, per farle esser conformi alla natura de’ Governi, al carattere delle nazioni, alle circostanze de’ luoghi, all’indole de’ tempi. Tratta l’altro volume delle leggi politiche ed economiche, di cui subbie Ito sono la popolazione e le ricchezze, mostrando per niente moltiplicarsi le leggi incoraggianti la propagazion della spezie, ove gli ostacoli non tolgansi, che vi frappongono l’eccessiva accumulazione delle proprietà, l’esorbitanza delle gabelle, il sistema militare d’Europa, la pubblica incontinenza:'e mostrando che fare sia mestiere per richiamar le ricchezze nello Stato, e per ben ripartirle ed equabilmente diffonderle.

Questi volumi meritarono un guiderdone a chi scriveva inspirato, può dirsi, da nn genio degli uomini benefattori. Anche il re mostrò avere a grado il lavoro del Filangeri, e nell’anno medesimo 1780 d’una Commenda il gratificò, pertinente al real ordine Costantiniano, e la quale detta era di S. Antonio di Gaeta: ed altra Commenda dello stess’ordine nomata il priorato di Samo due anni appresso gli conferì, poiché vacante era rimasto per la morte, al cuor del Filangeri fieramente grave, dell’Arcivescovo suo zio.

Le beneficenze del Principe, e il favore del pubblico l’ardor di lui raddoppiarono per trarre innanzi la ben cominciata opera, sì che nell’anno 1783 potè egli dare alla stampa altri due volumi formanti entrambi il terzo libro dell’opera medesima, il qual concerne le leggi criminali.

L'anima tenera a un’ora e virtuosa del Cav. Filangeri non si sottrasse all’amore, il quale soave guida gli fu alle nozze con donna Carolina Frendel nobile ungarese, e direttrice dell'educazione di una infante del Re. Dopo cotal maritaggio addimandò ed ottenne licenza di ritirarsi per alcun tempo in campagna, com’ era da lunghi dì il suo desiderio, acciocché, senz’altro governo che del suo genio vivendo, attender tranquillamente potesse a’ suoi filosofici studj, e a compimento condurre l’opera, che aveva per le mani.

Il luogo impertanto del suo ritiro elesse nel territorio di Cava dietro a 15 miglia da Napoli discosto, ivi stando terminò, e di pubblica ragione fece tre altri volumi, in cui il quarto libro si contiene della Scienza della Legislazione, il quale dell’educazione, dei costumi, e della pubblica istruzione discorre. Persuaso l’antore, che il timore delle pene può bensì impedire i delitti, ma non generare la virtù, di cui principal sorgente è la educazione, ordinato vorrebbe un sistema di educazione pubblica, difficilissimo problema, che egli ha risoluto. E perchè è comunale opinione, che, fra doviziose genti e mercatrici, la virtù avere sua sede non possa, si fa a provar Filangeri, come alle savie leggi agevol si renda, col dare una convenevole direzione all’amor proprio, fare germogliarla virtù fra le moderne ricchezze, non meno che in mezzo alla povertà nelle antiche Repubbliche allignava. Passando quindi alla pubblica Istruzione, descrive con penna di fuoco tutti i mali dell’ignoranza, e mostra come per lo meglio procurar si dovrebbe in tutte le classi il maggiore sviluppo della ragione, e come le speculazioni dei dotti, i talenti dei letterati, le fantasie degli artisti alla comune utilità indirizzare.

Avvegnaché dalla Corte, e dalle vane lusingherie di questa il Cav. Filangeri lunge si stesse, pure gli scritti di lui e la chiarità, che ogni dì più crescea, vel facean ricordar di sovente. Perchè il Re o dai meriti mosso del medesimo, o dalla generale opinion trascinato, nell’anno 1787 il creò Consigliere nel sapremo consiglio delle finanze. Con ciò dalla quiete campestre, in cui pienamente si vivea, ritornar gli fa forza al romor del Palagio ed alle splendide, ed insiem gravi cure della pubblica amministrazione. In quest’uffìzio i suoi principi e la fama Filangeri non ismentì. Egli portovvi, e unir seppe colla fredda riflessione l’entusiasmo del pubblico bene, colla matura cognizion degli affari, l’attività degl’indugi impaziente, coll’ingenua modestia una nobile continenza di carattere, ed una franca e robusta eloquenza, figlia del convincimento e della ragione.

Ma, mentre dal vederlo intromesso al maneggio degli affari pubblici il Regno tutto ottimo partito averne pigliava fidanza, mentre che a cose maggiori il Re chiamarlo per avventura s’apparecchiava, la sanità di lui già da tempo, per la soperchia e troppo intensa applicazione indebolita, cominciò più cagionevole c disagiata a diventare: per modo da fieri assalti di colica travagliato, fu due volte presso a soccombere. Un parto infelice della moglie, ed una mortal malattia del figliuol suo primogenito d’altre acerbe agitazioni gli fur cagione. Per riaversi, e in un procurare al figlio una più prospera convalescenza, a Vico Equense con la famiglia si trasferì. Ma ivi appunto l’attendea la sua fine, ed una improvvisa violentissima febbre in brevi dì lo trasse al sepolcro. Morì Filangeri il giorno 21 di luglio dell’anno 1788 nella fresca età di anni trentasei: e l’immatura sua morte, non che da’ parenti suoi, dagli amici, da’ concittadini, dallo stesso Re suo sovrano, fu appo tutte le colte nazioni lamentata e pianta; siccome un nome meritava, che a tutti esteso aveva il fervidissimo suo zelo per la loro felicità.

Tolse la morte che fornita non fosse la Scienza della Legislazione; se non che compiuto trovossi l’ottavo volume, il quale la prima parte racchiude del quinto libro destinato a trattare della religione. Conciossiachè, considerando il limitato potere delle umane leggi, ben vedea Filangeri quanto necessaria sia (come egli stesso si esprime) che un altro Tribunale, un altro Giudice, un altro Codice regolino le azioni occulte del cittadino, spaventino i suoi secreti trasporti, incoraggiscano le sue occulte virtù, dirigano al comun bene i suoi desideri stessi, che non sono palesatoli, obblighino finalmente il cittadino ad esser giusto, onesto e virtuoso, anche in que' luoghi, in que’ momenti, in quelle circostanze, nelle quali egli è lontano dagli occhi della legge e de’ suoi ministri.

Tutte le culte nazioni portavano ancora il giogo delle leggi romane. L’anarchia feudale, come Filangeri la chiama, era spenta. I Re fatti più forti e più sicuri sui loro troni, non ricusavan porgere orecchio alla voce dei filosofi, e questi potean combattere vecchie istituzioni, senza ferir!’amor proprio degli attuali dominatori. Se lo spirito dei secoli addietro eran le dispute teologiche, quelle del secolo diciottesimo eran le ricerche sulla legislazione. Chi era l’uomo capace di mettersi dentro con franco passo in questo inestricabile labirinto? 

Una mente ci volea,che abbracciar sapesse in un guardo tutte le infinite diramazioni dei sociali rapporti, le moltiplicazioni sottoposte alle leggi, e di tanti disparati oggetti pria considerati e distinti nelle lor differenze, poi nelle conformità loro collegati e raccolti, formarne un tutto, nna scienza sopra semplici e certi principi fondata. Voleaci una immaginazione robusta, atta a dipingere con forti colori; l’alleanza della virtù col lusso, del lusso colle ricchezze; i traviamenti delle passioni, e Parte di dirigerle ad utile scopo; il trionfo della morale ove viene in sussidio delle leggi la Religione; la felicità dei popoli, i cui Principi aman sentire la verità, e la gloria dei principi, che rendon felici i lor popoli. 

Ci voleva un cuor tenero e generoso, che fortemente commosso dai mali, che affliggono i suoi simili, ad altro non aspira che a sollevarli; che superiore ai volgari pregiudizi, non limitato dai mari o dai monti, abbraccia nell’ampia sfera de’ virtuosi affetti suoi i popoli tutti dell’universo; che non dominato dalla cupidigia, né dall’ambizione, del pari sprezzando il biasimo ingiusto, e la lode servile, e d’ogni bassa mira nemico, non cerca onor né compenso che nel pubblico bene. Or questa mente, quest’immaginazione, e questo cuore si trovarono riuniti in Filangeri.

Non intendo io già di dichiarare d’ogni difetto esente quell’opera immortale. So che vi ha talvolta soverchio loco la declamazione, effetto dell’amore, con cui il Filangeri occupavasi del suo subbietto. So che talune idee han l’aria forse di essere troppo speculative.

E quasi sì gran peso troppo lieve fosse alle sue spalle altre due grandi opere, terminata quella, meditava Filangeri di scrivere, come da qualche cenno raccogliesi fra le sue carte trovato. L’una chiamar doveasi la Nuova Scienza delle Scienze, e l’altra opera che egli aveva in animo di comporre era una Storia civile, universale e perenne, colla quale intendeva di sviluppare dalle particolari storie delle Nazioni la storia generale e costante dell’uomo.



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Vita ed opere di Gaetano Filangieri [Life and works of Gaetano Filangieri]

Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

1772 - NOTIZIE DE' LETTERATI - Della Morale de' Legislatori di Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1782 - Giuseppe Grippa - LETTERA al Cavaliere Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1784 - Giuseppe Grippa - Scienza della Legislazione sindacata HTML ODT PDF
1785 - Dissertazione politica di Giuseppe Costanzo in risposta a Grippa HTML ODT PDF
1787 - GIUSTINIANI - Memorie Istoriche degli Scrittori Legali del Regno di Napoli HTML ODT PDF
1798 - Le Spectateur du Nord: Don Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1804 - Scrittori classici italiani di economia politica - Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1813 - Biografia degli Uomini Illustri del Regno: Filangieri (Martuscelli) HTML ODT PDF
1817 - La Scienza della Legislazione del Cavaliere Gaetano Filangieri (GINGUENE’) HTML ODT PDF
1819 - BIANCHETTI - Memorie scientifiche e letterarie - FILANGIERI HTML ODT PDF
1822 - Oeuvres de FILANGIERI - ELOGE de FILANGIERI (Salfi) HTML ODT PDF
1826 - Sopra l'opera del Cavalier Gaetano Filangieri di Pietro Sghedoni HTML ODT PDF
1828 - Comento sulla Scienza della Legislazione scritto da Beniamino Constant HTML ODT PDF
1834 - Biografia degli Italiani Illustri nelle scienze, lettere ed arti HTML ODT PDF
1836 - LOMONACO - Vite degli eccellenti Italiani - FILANGIERI HTML ODT PDF
1840 - Notizie di alcuni cavalieri del sacro ordine gerosolimitano (Marchese di Villarosa) HTML ODT PDF
1844 - Vite e ritratti di illustri italiani (Filangieri di E. Carnevali) HTML ODT PDF
1852 - FILANGIERI - Delle leggi politiche ed economiche (FRANCESCO FERRARA) HTML ODT PDF
1857 - Della letteratura italiana nella seconda metà del secolo XVIII: Filangieri HTML ODT PDF
1863 - Discorso genealogico della famiglia Filangieri (ERASMO RICCA) HTML ODT PDF
1864 - Intorno ai tempi ed agli studi di Gaetano Filangieri (PASQUALE VILLARI) HTML ODT PDF
1873 - Gaetano Filangieri o l’idea dello stato nella filosofia italiana del secolo XVIII HTML ODT PDF
1774 - GAETANO FILANGIERI - Riflessioni politiche su l'ultima legge del sovrano HTML ODT PDF
1820 - GAETANO FILANGIERI - 01 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1822 - GAETANO FILANGIERI - 02 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1872 - GAETANO FILANGIERI - 03 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1876 - GAETANO FILANGIERI - 04 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF











Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - l'ho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura!

Le développement inégal et la question nationale (Samir Amin)










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