L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


Corsi e ricorsi storici

di Nicola Zitara

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Sintesi della conferenza tenuta nel Palazzo Municipale di Bitonto  in occasione del 271° anniversario della vittoria di Carlo III sugli austriaci e della fondazione dello Stato indipendente delle Due Sicilie.

Siderno, 5 giugno 2005


La storia politica delle regioni meridionali d’Italia (propriamente l’Italia), della Sicilia e della Sardegna è strettamente legata alla loro posizione geografica e alle vicissitudini di un’area, che il massimo storico del secolo scorso ha  indicato con l’espressione ‘Continente mediterraneo’.

Nella storia antica il Continente mediterraneo si stendeva da Marsiglia e dalle Baleari verso oriente, comprendendo entrambe le coste d’Italia, la Sardegna e la Sicilia, Cartagine, la Grecia e le sue isole, la Lydia, la Tracia, la Libia, l’Egitto,  la Palestina, la Siria, il Libano, l’interno di questi paesi, attraversati dalla vie carovaniere, fino al Tigri e all’Eufrate, e anche oltre, fino a Samarcanda e al sud fino all’Indo, dove giunse e morì Alessandro Magno.

Il continente europeo vero e proprio – alle origini Roma, in quanto testa di ponte del Continente terrestre  - ha tratto le basi della sua civilizzazione e del suo successivo dominio dalla civiltà  antagonista. Nel corso del processo di assimilazione ha strategicamente provveduto a sottometterla e ad annientarla.

I tre atti distruttivi più emblematici sono cronologicamente: l’assassinio di Archimede, espressione massima della civiltà mediterranea, la distruzione di Cartagine, l’antico impero marittimo del Mediterraneo, l’incendio della grande Biblioteca di Alessandria, in cui convergeva il sapere dei Greci e il sapere degli Egizi e degli altri popoli mediorientali.

Con la morte di Archimede il Sud insulare e continentale uscì dalla storia, per diventare una terra d’occupazione dei latifondisti romani. La più istruttiva testimonianza della distruzione condotta dai Romani, ce la dà proprio un romano, Cicerone con le sue arringhe contro il propretore Verre, le celebri Verrine,  e quelle in difesa  dei Sardi, anch’essi  saccheggiati allo stesso modo.

La storia dell’Italia sotto Roma definisce una volta per tutte il confine politico e civile tra Continente europeo e Continente mediterraneo. Sotto Roma nascono le due Italie.  Al tempo di Cicerone e di Cesare, l’Italia propriamente detta finiva dalle parti di Rimini. Essa non comprendeva la città di Roma (mentre comprendeva i Latini), l’Etruria, la Liguria e tutte le regioni padane, le quali erano abitate da etnie  non italiche, come i Galli e i Veneti. Gaio Mario e Caio Giulio Cesare modificarono in profondità il quadro politico nazionale, portando l’Italia più in su ed emarginando politicamente il Sud, la Sicilia e la Sardegna. 

Questa divisione fu ribadita delle invasioni barbariche. Difatti, mentre gli stanziamenti barbarici coinvolsero l’Italia centrosettentrionale (non estendendosi significativamente  a Sud di Benevento), il Sud rimase sotto l’Impero Romano d’Oriente dal 580 al 1079 dell’Era cristiana. Socialmente parlando, il Centronord ebbe il feudalesimo, mentre il Sud conservò la proprietà privata, gli scambi di mercato, l’artigianato e il commercio lontano. Tornò alla lingua greca e abbracciò il cattolicesimo orientale.

Quando l’Europa terragna, con in testa il Papato, decise di portare, con le Crociate,  la sua controffensiva verso il mondo musulmano, padrone delle sponde del Medioriente, l’assetto multietnico, il rito cattolico orientale e in genere la tolleranza dei meridionali verso gli arabi, convinsero il Papato e le grandi potenze cattoliche (l’Impero tedesco, la Francia, l’Inghilterra e la Spagna), che il Sud  non dovesse continuare ad essere una testa di ponte dell’Oriente in una terra pretesa come Occidentale.

Da qui la spedizione normanna nel Sud, l’introduzione del feudalesimo, la lotta sanguinosa contro la Chiesa orientale, il baronaggio. La resistenza di Federico II e di suo figlio Manfredi fu vinta e vanificata nel volgere di pochi decenni. Il Sud venne affidato prima alla Francia e poi alla Spagna (potenza fortemente avversa all’Oriente e nella sostanza politica, non mediterranea, ma continentale).

Il Sud rimase feudale e sotto la tutela del Papato e delle grandi potenze europee, quasi una terra di nessuno tra l’Europa terragna e gli arabi, i saraceni, i turchi, fino al 1734, allorché le Due Sicilie divennero uno Stato indipendente che sotto la guida e l’ispirazione degli Illuministi napoletani tentò di recuperare i tempo perduto.

A questo tentativo pose fine, nel 1860, la conquista toscopadana. In un ambito molto più piccolo e molto mediocre, l’opposizione tra il Meridione e la Toscopadana riproduce il tempo di Cicerone e delle Verrine. Per il Sud, il bene è venuto sempre da mare e il male sempre dall’Europa terragna.




1° Giugno 2005 - A Bitonto il Sud ha vinto!
Convegno celebrativo con Maurizio Di Giovine e Nicola Zitara


1o Giugno 2005 - A Bitonto il Sud ha vinto!



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