L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


Noi non siamo l’America e neppure l’Europa

di Nicola Zitara

(scarica l'articolo in formato RTF o in formato PDF)


Siderno, 13 Gennaio 2001

Progrediscono gli strumenti con cui gli uomini lavorano, cambia il volto del potere, progrediscono di conseguenza le armi, anche quelle che i deboli e i vinti adoperano per abbattere i simboli del potere. Solo qualche esempio.

Nel 1858, il patriota italiano Felice Orsini attentò alla vita di Napoleone III con una bomba; nel 1900 l’anarchico Bresci uccise con un colpo di pistola Umberto I, re d’Italia; nel 1944 il Comitato di Liberazione di Roma fece esplodere un ordigno contro un plotone di tedeschi che attraversava via Rasella; qualche giorno fa gli islamici colonizzati hanno abbattuto a New York due grattacieli colpendoli con degli aerei di linea dirottati.

Tutto è diverso, tutto è simile. Non è vero che gli attentati siano in ogni caso controproducenti. E non è assolutamente vero che gli uomini possano finire di combattersi, se i territori di appartenenza storica sono terre dell’occupazione altrui. L’attentato di Orsini portò alla guerra tra Francia e Piemonte sabaudo contro l’Austria e conseguentemente alla liberazione della Lombardia. L’attentato di Bresci ebbe per il Paese padano la benefica conseguenza che gli scioperi operai e bracciantili non finissero a suon di cannonate; l’attentato di via Rasella spostò da Milano a Roma la sede ufficiale dei partiti antifascisti, ri-saldando l’infausta unità nazionale italiana, resa vacillante a causa della fuga di Vittorio Emanuele Savoia a Brindisi. Naturalmente Orsini e Bresci ci rimisero la testa; gli inermi e ignari ostaggi romani, rastrellati dai tedeschi finirono sterminati alle Fosse ardeatine; i mandanti dei dirottatori newyorkesi sicuramente finiranno fulminati da un missile pilotato.

Ma gli americani potranno sparare più missili di quanto, dacché mondo è mondo, Giove abbia inviato fulmini in terra, se non lasciano l’America e vanno a insediarsi in Medioriente – come un tempo fecero milioni di spagnoli e portoghesi in l’America Latina e milioni di yankee nell’America del Nord, cancellando le preesistenti popolazioni - non l’avranno vinta. Forse gli americani, che stanno fin troppo comodi a casa loro e non amano rischiare la pelle – tanto campano stampando foglietti di carta, detti dollari - vorrebbero spedire a pagamento italiani, greci, spagnoli, portoghesi, e magari, tanto per far vedere, qualche tedesco, qualche francese e qualche inglese, a fare la guerra agli arabi spossessati dei territori (petroliferi). Ma se i citati mercenari non ammazzano tutti gli arabi e non si stabilisco a milioni in Medioriente, neanche loro l’avranno vinta.

Ce lo dice la storia. Il colonialismo durò tranquillo un secolo circa, perché in loco c’erano truppe di stanza; il neocolonialismo è una guerra interminabile che dal 1945 interessa tre continenti, America Latina, Asia e Africa, perché in loco non ci sono più truppe. Se gli americani non produrranno centinaia di milioni di marines-Dolly per clonazione, non arriveranno mai a dominare il mondo.

L’Italia e gli altri alleati degli Usa non stanno assieme perché stiano assieme i rispettivi popoli. Sono i capitalisti di ciascuna nazione che hanno affidato agli Usa il compito di difenderli dai loro connazionali proletari (quelli che lavorano per un salario o uno stipendio) e dai proletari stranieri. La solidarietà atlantica - e qualunque altra solidarietà non fondata su un sentimento disinteressato - è un allettamento del pupo capitalista.

Noi meridionali siamo una nazione senza capitalismo, in quanto il capitalismo che vediamo è tutto padano. La nostra terra è un feudo effettivo di una finta nazione, che si chiama Italia, in cui non abbiamo altro diritto che quello di dire sì al padrone, una votazione dopo l’altra. La nostra solidarietà va agli arabi, che per aver perduto il diritto di padronanza sulla loro terra sfasciano i grattacieli, e non agli americani che piangono coloro che sono rimasti sotto.

Peraltro, l’attentato, se non proprio voluto, è stato sicuramente ignorato dai servizi segreti israeliani e statunitensi. Troppo è caduto a fagiolo! I capitalisti hanno paura del popolo di Seattle, che è una talpa che scava il terreno sotto i loro piedi. Cosicché vogliono indurire le leggi e abbassare il garantismo. La verità è che gli serviamo come produttori e consumatori, ma solo se non ragioniamo, se non abbiamo volontà, se non abbiamo libertà. E infatti pagano i Bruno Vespa per rincretinirci.


Nicola Zitara
Cari lettori,
la vostra simpatia mi serve, ma dovete cominciare a collaborare con analisi, notizie, dati. Sono vecchio ed è ora che vengano fuori gli eredi.
Non spedite e-mail. E'troppo faticoso per me. Scrivete, invece. Ecco l’indirizzo:
Nicola Zitara – Via delle Magnolie, 53 – 89048 Siderno.
Telefonate (0964- 380498) solo se urgente. Spedite fax (0964-381442) solo se urgente. Non ho il segretario. Ciao

 

 

 

Torna su

 

Ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e del web@master.