L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Fitto Rutelli e San Paolo

di Nicola Zitara

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Tarso, città natale di San Paolo, oggi fa parte della Turchia. Non so di quale provincia romana facesse parte al tempo di Cristo, ma sicuramente San Paolo non era un turco, perché i turchi arrivarono nel Medioriente dopo l'anno mille dell'era volgare.

Da come ce lo rappresenta la televisione di stato (pontificio) San Paolo era un vichingo, un uomo alto, forte e dagli occhi infinitamente azzurri, di quell'azzurro tagliente come l'acciaio, proprio dei vichinghi (quantomeno nella rappresentazione che ne fanno gli illustratori dei libri per ragazzi.

Nel telefilm dedicato all'Apostolo, Cristo non si vede. E' già morto, ma sappiamo già dalle tele dei grandi pittori del Rinascimento che era biondo, roseo di carnagione e incline alla mestizia, come i personaggi di Jane Austen. Naturalmente parlava il toscano, ma conosceva bene l'inglese. Anche la Madonna era bionda e di taglia newyorkese, così pure gli Angeli, nonché Dio, nostro Signore.

A questo punto, avrei già detto tutto. Se hanno trasformato Dio, la Madonna, Gesù Cristo e San Paolo, figuriamoci il resto!

Però portare avanti il vaniloquio rappresenta un dovere professionale per ogni giornalista. Cosicché continuo. Dei mezzi stipendiati, come qualunque impiegato meridionale pagato dallo stato, picchiano energicamente il presidente della Regione Puglia per ritardato pagamento (oppure il presidente della Regione Puglia trova il modo di farsi picchiare energicamente da alcuni quasi stipendiati esenti dall'obbligo del lavoro). Non so se i picchiatori fossero biondi o bruni. Il dubbio è ammissibile, in quanto in Puglia le eredità normanne sono frequenti. Su una cosa, però, non ho dubbi: non erano dei lavoratori, ma qualcosa che sta tra il mendicante e il profittatore di regime.

Mi spiego. L'indennità di disoccupazione, non diversamente dagli assegni familiari, risale al tempo del fascismo. Erano istituti rivolti ad alleviare la situazione operaia, quindi fatti apposta per il Nord. Non riguardavano invece i giornalieri agricoli - sudichi figli di puttana. Personalmente ho un ricordo molto vivo di questi figli di N.N. nel dopoguerra, quando in Calabria, come in altre regioni sudiche, facevano gli scioperi a rovescio - cioè lavoravano (lavorando) a riparare strade e viottoli di campagna - nella speranza che il governo desse loro un tozzo di pane. Venne poi Fanfani, il quale, essendo mezzo calabrese, e forse anche lui di genealogia non perfettamente tranquilla, avviò i cosiddetti cantieri di lavoro; una istituzione mirata a dare un pane anche ai bastardi, in forza della quale il Comune, se aveva qualche soldo da spendere, pagava i materiali e lo stato, di suo, dava una mezza paga ai lavoratori (lavoranti) di padre incerto. Naturalmente, davanti agli sportelli dell'ufficio del lavoro, i cui dipendenti avevano una paga regolare, quegli illegittimi si accalcavano e facevano a pugni per un mezzo pane. Sempre tra di loro, però. Il collocatore era invece molto rispettato e temuto, e riceveva persino qualche presente (oltre ai soldi che rubava).

Vennero poi tempi felici. San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena, protettori d'Italia, fecero il miracolo (San Francesco di Paolo, no: anche lui aveva una situazione anagrafica discutibile). I figlioletti di Mussolini, ovvero i genitori di Bossi, dettero ai figli di puttane sudiche la possibilità di ottenere un mezzo stipendio socialmente utile, ove non l'avessero trovato pieno facendo, anzi non facendo, l'infermiere, il bidello, il forestale ecc.(dei forestali si può dire tutto, meno che non si ammazzino di fatica, correndo anche rischi seri, nell'indefessa opera d'incendiare i boschi). I mezzi stipendi socialmente utili sono utili a tenere buona la plebe napoletana, nonché plebette minori. In questi rapporti socialmente utili, lo stato, i comuni, i sindaci, i carabinieri, i cittadini tutti, sanno che se la fatica fosse una cosa veramente utile, l'ordinerebbe il medico.

Politicamente, il socialmente utile è utile che continui a prendere la sua paghetta mensile, altrimenti i vari Fitto, Bassolino, Orlando, Bianco rischiano di finire come finì il professore Arangio Ruiz nel 1946. Era questi il più insigne fra i docenti di diritto romano del tempo. In quanto antifascista, quell'anno era anche il ministro della pubblica istruzione. Ora, all'università di Napoli, che era ancora la più affollata di studenti socialmente utili d'Italia, gli iscritti all'indisciplina di diritto, che tornavano dalla prigionia in India o anche dall'imboscamento nel distretto militare più vicino a casa, volevano il 18 a maggioranza, cosa che tradotto vuol dire questo: mi siedo per l'esame, e se anche non apro bocca, mi viene dato il rituale 18. Messi assieme una ventina di 18, divento avvocato, che se proprio non è un'uscita sicura dall'anagrafe dei figli di puttana, poco ci manca..

Arangio Ruiz, a questa trasformazione dei figli di puttana, combattenti o imboscati che fossero, in giusperiti non ci volle stare, né come professore né come ministro. Di conseguenza finì con una gamba rotta nel fossato che adorna il cortile interno del bruttissimo palazzo dove ha sede l'università, detta oggi di Federico II, che forse era anche lui un figlio di puttana, in quanto pare che fosse tutt'altro che alto e biondo.

Ora che Fitto s'incazzi per un salario regalato a un mendicante nullafacente è infantile. Al Nord, morto Cavour, morto Giolitti, morto Turati, morto Togliatti, morto Di Vittorio, morto Fanfani, morto Moro, c'è sempre Bossi. E se Bossi non basta, Berlusconi, che sempre meneghino è, gli darà bene una mano. Al Sud, morto Fanfani, s'è fatto il vuoto.

Al punto in cui siamo, l'unico che ci può salvare è Rutelli. Guardando il telefilm dedicato a San Paolo, mi sono reso conto che gli somiglia. Tranne il colore degli occhi, mi pare sputato lui. Eppure mi sorprende. Da buon radicale (almeno una volta) dovrebbe somigliare a quel supervichingo di Pannella. Che gli occhi li ha celesti, eccome!

Comunque ci salverà. Torneranno usanze antiche, tanto antiche che neppure i libri di storia le ricordano più. Per esempio, non lavoreremo soltanto la domenica, con spugna e pelle di daino, a lavare la macchina ma anche il lunedì, il martedì, il mercoledì e forse anche il giovedì. Venerdì è della Madonna e Sabato del Signore. Insomma Rutelli distribuirà un milione e mezzo di posti di lavoro. Mezzo milione in più di quanti ci voleva dare Berlusconi. Come farà? Facile. Ha poi inventato la flessibilità rigida, il salario insalariale, la pensione precoce, l'infanzia senile, la senilità infantile, il preservativo gratis, la doppia maternità, la mixta religio, l'insalata di calamari all'udinese e la fontina alla barese.

Meridionali, non sarete più figli di N.N.! Lavorerete, e forse anche produrrete. Tale e quale i veneti e Riccardo Muti, alla Scala Reale di Milano, insieme all'Inno di Mameli, farà echeggiare le trombe sulle note de I terroni alla Seconda Infornata.

Nicola Zitara

 

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