L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Stronzaggini europee

di Nicola Zitara

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Siderno, 6 Aprile 2004

La stampa dà notizia delle prescrizioni che il commissario europeo indica pubblicamente ai paesi membri. Il signor Solbes interviene anche sul tema dei contratti nazionali di lavoro in Italia. Nello Stato italiano la contrattazione nazionale è un istituto giuridico antico.

Il fascismo considerò l'accordo sindacale una fonte del diritto, nel senso che il contratto nazionale di lavoro era norma per tutti, sia gli appartenenti alle associazioni dei lavoratori e delle associazioni dei datori di lavoro che avevano firmato e sottoscritto, sia gli appartenenti alle associazioni che non avevano sottoscritto, sia i non associati dell'una o l'altra parte erano tenuti a rispettare l'accordo e i giudici dovevano rispettarlo in giudizio.

Con la Costituzione firmata da Enrico De Nicola (e non da San Luigi lo Zoppo) la qualità di fonte del diritto fu revocata formalmente e effettivamente mantenuta, in quanto la magistratura tenne i contratti di lavoro nella considerazione di norma contrattuale valevole per tutti.

Indubbiamente era una bestialità che al Sud favoriva la disoccupazione, ed era anche la causa della corsa clientelare verso l'occupazione presso grandi aziende, tipo banche, società elettrica, gas etc.

Creava inoltre un solco politico profondo tra lavoratori eletti e lavoratori marginali. La schifosa marcia su Reggio di Lama e dei lavoratori toscopadani, dopo la Rivolta, è il punto più offensivo del privilegio accordato alle aristocrazie del lavoro dipendente e della loro dipendenza dall'assetto padano.

Si provvederà a riconoscere che l'Italia reale è divisa in due paesi, in cui le leggi buone a favore della Padana diventano leggi attive ai danni del Sud? Con la stronzaglia che viene assorbita nei quadri dei partiti nazionali (cioè padani) è ben difficile.

Però il signor Solbes non è meno stronzo di Mussolini, delle Corporazioni fasciste, di don Luigi Eunaudi, dei leader sindacali e di quant'altri. Infatti per combattere la disoccupazione al Sud non basta regionalizzare i contratti erga omnes (valevoli per tutti), bisogna prima di tutto regionalizzare le banche, bisogna portare avanti il federalismo del risparmio e degli investimenti.

Se il comando sugli investimenti rimane a Milano, e la copertura bancaria e statale al rischio d'impresa vale solo per Tanzi parmigiano, per Agnelli torinese e Tronchetti Provera ambrosiano l'occupazione al Sud crescerà solo quando i Comuni assumono lavoratori socialmente inutili e gli assessori alla sanità inutili medici e più che inutili infermieri.

Nicola Zitara









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