CLAMOROSA INIZIATIVA
Salve sono Antonio De Innocentis, appassionato e collezionista 25enne di Napoli, amico di Pino de Gennaro, A.Pagano ecc.
Invio lo scan della ricevuta della bocciatura del Sindaco (sindachessa)
di Napoli.
Da includere che a portare questa lettera sono venuti due vigili urbani
e hanno fatto domande a mia madre su io chi fossi e cosa mi occupavo.
Per avere questa risposta ho inviato da mesi continue domande.
Stiamo inviando lettere di protesta al comune... Le saremo grati se
alle nostre lettere ci sia anche una di suo pugno.
Cordiali Saluti
Antonio
Egr Sig Sindaco,
In un saggio dal titolo "La repressione del dissenso politico nell'Italia liberale: stati d'assedio e giustizia militare" ("Rivista di storia contemporanea", 1976, n. 4), l'ex magistrato ed ex presidente della Camera dei Deputati, Luciano Violante, rileva l'illegittimità costituzionale di una legge del 1863 (con riferimento all'art.71 dello statuto albertino), rivolta alla repressione del brigantaggio nelle province meridionali, tristemente nota come legge Pica dal nome del suo presentatore.
Indipendentemente dal giudizio tecnico-politico sulla
costituzionalità della legge, la valutazione che la
storiograffla italiana ha dato, a partire dalle opere di Piero Gobetti
e di Antonio Gramsci, e continua a dare, sulle operazioni militari
dirette alla repressione del moto, è pesantemente negativa: una
macchia sull'onore dell'esercito piemontese. E' un fatto che questo si
rese colpevole di uccisioni indiscriminate di briganti, e di non
briganti a mero scopo intimidatorio, di fucilazioni sommarie di
contadini e contadine, dell'incendio e del saccheggio di centinaia e
centinaia di villaggi, di stupri e di altre violenze private, della
persecuzione dell'intera classe dei poveri.
La repressione del brigantaggio fu un'operazione selvaggia, che
determinò l'insicurezza del vivere per i cittadini di una
ventina di province e segnò di amare conseguenze tutte le
regioni meridionali per oltre un cinquantennio.
Non si tratta di un giudizio, ma della dura rappresentazione dei fatti.
In particolar modo la condanna della storia si abbatte su Nino Bixio,
Raffaele Cadorna, Enrico Cialdini, Giuseppe Govone, Alfonso Lamarmora,
Giuseppe Pica, Ferdinando Pinelli, Pietro Quintini, Gaetano Sacchi,
Silvio Spaventa.
Qualunque celebrazione di questi personaggi è un'onta alla
civiltà, al diritto, alla morale corrente, alla memoria storica
ed alla dignità delle popolazioni meridionali.
Siamo certi che Codesta Municipalità, come primo atto,
vorrà rimuovere le lapidi o altri pubblici segni che ne
ricordino il nome e che vorrà cambiare la denominazione delle
vie e delle piazze a costoro intitolate, dedicandole a chi ha reso
veramente onore alla cultura ed alla civiltà.
ASSOCIAZIONE DUE SICILIE - GIOIOSA JONICA (RC)
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