L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


For President

di Antonia Capria

Siderno, 9 Giugno  2007

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Da quando Giorgio Napolitano è stato eletto presidente della Repubblica, mio marito, che ha la sua stessa età, va gridando che vuole un posto anche lui. “Come e perché – dice - Lui può avere un lavoro e io no? Siamo nati entrambi nel ’27, abbiamo ottant’anni, Lui ha un posto pagato le io debbo vivere da pensionato! Anch’io ho l’auto blu. Anzi la mia è più nuova della sua, perché la sua è una Lancia del 1958 e la mia una Simca del 1971. Una cravatta rossa la possiedo anch’io. Anzi è l’unica cravatta che ho. L’ho comprata, ricordo ancora, il 30 aprile del 1969, il giorno dopo dovevo tenere un comizio a Girifalco. Tremilaseicento lire, a riguardo. Certo Lui somiglia al re, e io no, ma non credo che in regime repubblicano la cosa possa contare granché.”

Personalmente mi confondo con le cose della politica, ma il nostro amico Fabio Zaffrataro che è deputato, cerca di calmarlo: “Dati i tuoi meriti, potremmo cominciare a vedere se vuole nominarti senatore a vita.”

Ma lui protesta energicamente: “No, voglio un lavoro vero, un posto da presidente!”

Zaffrataro insiste. ”Si può vedere per il posto di presidente del Circolo della Caccia…” E lui: “Ma io non prendo in mano un fucile dal tempo della guerra!…La caccia?…Figuriamoci la caccia!…”

Zaffrataro: “Possiamo provare come presidente del Circolo di società”…E lui. “Figurati! Non mi ricordo più come si gioca a briscola…Società?…Società?…Ma non potrei fare il presidente della Fiat? della Banca Unione? della Borsa di Milano? della Confindustria? Sennò delle Ferrovie dello Stato? O dell’Alitalia?”

Zaffrataro: “A Milano mi sembra un po’ difficile. Non conosciamo nessuno…E poi i Milanesi, lo sai come sono? Potremmo vedere invece a Casonza…Per esempio la direzione di un giornale…”

Lui. “E quale giornale?”

Zaffrataro. “Mi pare che la giunta vuole fare un quotidiano in opposizione a quello del presidente…Lo intesteranno L’ora che fu.”

E lui: “No, non mi metto mai e poi mai contro il direttore dell’Ora o mai più. No, non mi va. Lo conosco da quando andava a scuola…Mai che si portasse un libro da casa. Li fregava ai compagni…Ragazzo cocciuto, no?…Dritto alla meta…Penna di falco…Mi ricorda uno…Aspetta, chi? Ho il nome sulla punta della lingua…Era uno di Forlì…No, di Forlì no, della provincia… Ebbe un gran successo…No, col giornale no, troviamo qualch’altra cosa.”

Zaffrataro: “Si sta preparando lo statuto di un’associazione regionale dei sequestratori di persona a riposo …Anche per la pensione, sai…Debbiamo dare un riconoscimento a questa attività che ha portato ricchezza in Calabria…Cosa di cui tutti godiamo…”

E lui: “No, con i pensionati no… Se fossero ancora in attività…E poi questi sequestratori di persona, già al tempo loro non mi piacevano, figurati adesso da pensionati…Buche nella terra nuda, tane, catene…Sequestrate pure, dico io, ma almeno gli date un appartamento…Una suite in un grande albergo…Servizio in camera…Allora tutti questi grandi alberghi perché li avremmo fatti?….Tu porti uno dalla Lombardia qui in Calabria e non gli fai assaggiare il pesce spada col salmoriglio, le sarde arrostite al chiaro di luna, in riva al mare? … Quanta mancanza di ospitalità solo per avarizia…Per i soldi ci sono le banche. Dico bene o no? ”

L’amico, onorevole Zaffrataro, è uno che ha pazienza da vendere. Prima di fare il deputato, faceva il barbiere, e si sa che i barbieri debbono avere i nervi saldi, altrimenti sfregiano i clienti. Ciononostante pareva sul punto di crollare. “Mo’ gli mena, pensavo io”, ma per fortuna la reazione non ci fu. “Vediamo un po’, tu vuoi lavorare, ma lo sai bene, qui in Italia lavorano solo i fessi. Vuoi fare il presidente fesso di un’associazione di fessi?”

Lui: “Se qualcuno non lavorasse, non ci sarebbero tutti questi soldi. Dico bene, o mi sbaglio?”

Zaffrataro: “Non dire che non sai da dove vengono tutti questi soldi?”

Lui: “Però loro lavorano. Rischiano la libertà…la pelle.”

Zaffrataro: “Lavorano, lavorano! Alla tua età non vorrai finire in galera?”

Lui: “In galera no, perché lì c’è fin troppo riposo. E poi non dire che non c’è lavoro. Sotto casa mia c’è uno che non ha un attimo di riposo”.

Zaffrataro: “E che lavoro fa?”

Lui. “Fa il semaforo… Zaffrataro, tu che hai le maniglie giuste, guarda se c’è un posto come presidente di tutti i semafori d’Italia?”






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