L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Napolitania, Due Sicilie o Sicilia? Un tentativo forse ingenuo ma stimolante
di suggerire una identità al nascituro stato del sud.

Giuseppe Luxa

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Giugliano, 14 dicembre

Napolitania, Due Sicilie o Sicilia? L’interrogativo che ci si pone è il seguente: E’ più giusto che la Napolitania e la Sicilia conseguano separatamente la propria indipendenza o che debbano entrambi puntare ad una unica indipendenza sotto un unico stato? E nel caso che le conclusioni tratte ricadano nel novero della seconda ipotesi, sotto quale forma dovrà rinascere il nuovo stato? La domanda è importante perché, se noi giungessimo alla conclusione che la Napolitania e la Sicilia debbano rinascere unite sotto un nuovo, unico, stato, ci sarebbe da tutelare le forti e sacrosante istanze autonomiste della Sicilia, la quale, già oggi a statuto speciale, non trarrebbe giovamento alcuno se l’unione con la Napolitania le sottraesse l’autonomia organizzativa di cui oggi ancora gode od anche la lasciasse intatta (in quanto cambierebbe soltanto padrone). In verità le argomentazioni non mancano a favore né dell’una né dell’altra tesi. E’ vero, per lungo tempo i due regni sono stati separati in quanto, uniti dal 1130, nel 1302 la Napolitania con gli Angionini si separò dalla normanna Sicilia per riunificarsi con essa solo nel 1816 sotto la corona borbonica. Però è altrettanto vero che esistono ragioni empiriche, ovvero pratiche e non filosofiche, per considerare quelli siciliano e napolitano due varianti di un sol popolo. Di questo ho già parlato diffusamente in altre sedi però credo sia opportuna una breve ripassata. Innanzitutto lo testimoniano i cognomi: parecchi cognomi come Russo, Greco, Grasso e così via sono cognomi tipici sia di Napoli che di Palermo o comunque Siciliani. Questo testimonia una circolazione di persone all’interno delle due Sicilie maggiore che nel resto d’Italia: evidentemente il popolo sentiva il territorio che si trovava d’all’altra parte del faro di Messina, (da qualunque parte lo guardasse) come una terra amica, affine, familiare. Ancora, eccellenti pasticcieri sono sia i napoletani che i siciliani, sia calabresi che siciliani sono piatti e sughi piccanti, entrambi napolitani e siciliani hanno uno spirito religioso profondo che finisce per permeare ogni aspetto della vita. Ancora, i rispettivi dialetti sono molto simili tra loro: il napoletano e le sue varianti, diffuso in tutto il reame eccetto la Sicilia, la Calabria meridionale e la provincia di Lecce, dove invece si parla il Siciliano, anch’esso con le relative varianti. La similitudine tra napolitano e siciliano non ha eguali nel resto d’Italia. Tutte queste similitudini hanno una spiegazione storica: i Normanni, futuri re di Sicilia erano partiti, nella loro riconquista del Sud Italia da Aversa (odierna Provincia di Caserta), e una volta cacciati gli arabi si trovarono innanzi ad una Sicilia dove il latino ed il volgare erano ormai diventati marginali rispetto ai predominanti arabo ed al greco. Dovettero perciò procedere alla rilatinizzazione dell’isola con l’incentivazione di una massiccia immigrazione di contadini provenienti dalla Campania, ecco quindi svelata la matrice delle sopraelencate similitudini (lingua, tradizioni, cognomi). Possiamo così affermare che napoletani e siciliani hanno in comune persino una parte del codice genetico. Questa conclusione è verità storica, e non è un giudizio di valore ma di spiegazione dell'evidente similitudine che c'è tra i due popoli. Infine non bisogna dimenticare che nel 1861 con la caduta del Regno delle Due Sicilie, Napolitania e Sicilia non vennero separate, ma continuarono ad essere unite sotto lo stesso stato, il neonato (si dice che i neonati siano tutti belli, ma le eccezioni ci sono sempre) Regno d'Italia, certo insieme ad altre regioni meno pertinenti. Sulla scorta di quanto sopra esposto si può affermare che esistano motivi validissimi affinchè Napolitania e Sicilia si separino dall'Italia ma restando sotto un unica Nazione. Ma in che modo garantire l'autonomia che sta giustamente tanto a cuore ai siciliani? Semplice: una sola cittadinanza, quella Duosiciliana, un solo governo ma due parlamenti distinti, uno a Napoli ed uno a Palermo, ciascuno con competenza legislativa territoriale esclusiva, una corte costituzionale che cassi le leggi approvate dall'uno e dall'altro parlamento che pongano ostacoli alla libera circolazione all'interno dello stato di uomini, merci e capitali, un po' come oggi la corte costituzionale dello stato italiano fa con i conflitti di attribuzione tra stato e regione e tra regioni. Politica estera di stretta neutralità, politica interna di libera iniziativa economica ma anticapitalista, antimonopolistica e votata al sociale ed un esercito armato fino ai denti, sul modello israeliano, faranno il resto, atteso che le Due Sicilie già una volta sono state decapitate per essersi fatte troppo bene gli affari propri.

Giuseppe Luxa















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