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Due Sicilie
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Sport e dignità, identità o fellonaggine….

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Il calciatore Ciro Ferrara, ex del Napoli del periodo aureo di Maradona (con cui ha vinto 2 scudetti, una Coppa Uefa, 2 Coppe Italia ed 1 Supercoppa Italiana) e calciatore della Juventus ed ex della nazionale sta per appendere le fatidiche scarpe al chiodo.

Non che la notizia sia così degna di nota da essere riportata con clamore, ma al contempo contiene alcuni elementi ad essa correlati invece meritevoli di alcune considerazioni.

Il calciatore dopo essere stato nel periodo maradoniano capitano della squadra della sua città (essendo egli napoletano d.o.c.), si trasferì alla corte della titolata squadra savoiarda a fronte di un sostanzioso ingaggio e di una vendita che risanò solo parzialmente le finanze della squadra partenopea, che l’appassionata ma discutibile gestione di Ferlaino avevano reso problematiche.

Iniziava tra l’altro l’epoca di Berlusconi che, ancor prima di rovinare politicamente ed ulteriormente l’Italia, stravolgeva gli equilibri dello sport pallonaro dove era come giocare ad un tavolo di poker dove tutti puntavano ad esempio mettiamo 100 o 200 euro e invece c’era un signore che ne puntava 10.000 o 20.000 per volta.

Sarebbe per cui venuta voglia di dirgli : giocati il campionato da solo e continua a farci divertire in grazia di Dio!

E invece no, tutto si stravolse e tutti s’indebitarono, per cui tornando al Napoli la vendita di giocatori come il nostro Ferrara servì al momento solo a continuare nel gioco perverso. I napoletani per uno come lui ci restarono molto male, e né d’altro canto il nostro gladiatore (pur se in parte comprensibile) ci pensò due volte o si strappò i capelli e fece velocemente le valigie.

Molti pensarono che poi (pur se la cosa era in effetti una magra consolazione) magari a fine carriera Ferrara sarebbe tornato a casa per gli ultimi due o tre anni di sport praticato a difendere i colori della propria terra, rendendo la pillola meno amara del trasferimento che lo aveva portato via dal Napoli.

Altri validi calciatori nati e cresciuti a Napoli e nel Napoli, come ad esempio Fabio Cannavaro seguirono la stessa sorte. Ad onor del vero con qualche differenza comportamentale: Cannavaro fece più di qualche capriccio e rimostranza prima d’accettare d’essere ceduto, ed in più ad ogni occasione (ed a tutt’oggi) dichiara la proprio fede partenopea e la speranza non nascosta di ritornare – fosse pur a fine carriera – a vestire la maglia azzurra del Napoli per dare ancora il suo contributo alla squadra della propria città.

Ferrara no! Ha spillato fino all’ultimo contratto miliardario in casa Juve, come se ritornando uno o due anni fa le sue consolidate finanze avessero subito chissà quale tracollo, ed anzi preoccupandosi d’affermare che anche a carriera conclusa aveva trovato un accordo ( a fronte d’un suo desiderio) per restare nello staff juventino.

Ora è vero che la gente del Sud ha purtroppo imparato a sorvolare su tutto, ma fino ad un certo limite; per cui è già qualche anno che una colorita, e forse un po’ forte, frase appare su di un grosso striscione di tifosi alla stadio partenopeo: “ FERRARA VERME “.

Il nostro beneamato se ne dispiace ed ha dichiarato a più riprese di non comprendere tanto astio. Evidentemente certe cose non le avverte neanche per prossime!

Siamo giunti comunque all’atto finale, degno del signor Ferrara: fra non molti giorni egli ha organizzato di fare la partita finale della sua carriera al San Paolo di Napoli tra Juve e Napoli con la presenza di ex calciatori.

La chicca però alla lieta novella è che ha dichiarato che giocherà un tempo con la maglia bianconera della Juventus ed un altro con quella azzurra del Napoli.

E’ inutile: questo signore proprio non ci arriva, per lui Juve e Napoli pari sono e costituiscono la stessa cosa. Poco conta lui sia napoletano, il senso d’identità ed appartenenza sono cose sconosciute o che le brume del Nord gli hanno cancellato dalla mente e dal cuore.

Il rispetto per un popolo poi, frequentando casa Savoia, deve essere proprio roba dell’altro mondo. Che invece esista un signor Lucarelli, tal centravanti capocannoniere del campionato, che pur di ritornare a giocare nel suo Livorno e nella sua città, abbia accettato lo scorso anno di ripartire dalla serie B e di rinunciare a circa un miliardo di vecchie lire (per 3 anni) di differenza sul suo ingaggio ( tanto che gli è stato dedicato un libro – fra i primi dieci della selezione Premio Bancarella – dal titolo esplicativo “Tenetevi il miliardo”), deve essere per il nostro Ciro Ferrara un signore con turbe psicologiche.

Poco altro da dire, se non un consiglio al nostro eroe : giochi tutti e due i tempi con la maglia della Juve…di ascari venduti al Nord e prese per i fondelli il Sud è l’ultima cosa di cui ha bisogno! Fosse pure solo nello sport!


Andrea Balìa



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