L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Monete

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Il tema è: L'euro va giù, sempre più giù. Come facciamo a salvarlo?A fil di logica, l'unica risposta seria sarebbe: bruciamo i dollari. Ma la vita e la storia, qualche volta, seguono la via del costo minore. Dietro i dollari ci sono, infatti, gli americani, e nessuno ardirebbe bruciare gli americani.

Essi esprimono una potenza così unica ed esclusiva che sarebbe una vera follia pensare di sfidarli in campo aperto, come ha fatto Saddam Hussein.

Vivere è una cosa, e capire la vita è una cosa diversa. Su quello che praticamente non si può fare, si può tuttavia discutere. D'altra parte, in questa faccenda dell'euro calante gli americani non sono responsabili di cose che già non facessero, quando l'euro era ancora un atto puro delle menti bancarie.

Ora, cosa sono l'euro e il dollaro? Se fossero soltanto dei biglietti monetari emessi dal potere statuale e interstatuale per rendere agevole lo scambio di merci e di servizi all'interno e all'esterno dei territori su cui si esercita la rispettiva sovranità, le attuali difficoltà dell'euro non ci sarebbero in modo alcuno, in quanto la bilancia commerciale dell'Unione Europea è in attivo. Semmai nei guai sarebbero gli americani, che hanno un consistente buco nella loro bilancia delle merci, e il loro dollaro.

I fin qui le spiegazioni, che i giornali danno, sono lineari ed esaurienti. Continuano ad esserlo quando aggiungono che chi ha moneta europea in mano (primo omissis: che non impiega nella produzione, ma solo nella speculazione valutaria e nelle rendite mobiliari) preferisce convertirla in dollari e farsi pagare la rendita dagli americani, i quali offrono interessi più alti.

Rendita è una parola che non viene più adoperata nel senso in cui l'ho usata io. Per le operazioni di cui parlasi si usa la parola investimenti. Investimenti americani in Europa, e viceversa investimenti europei in America. Questi cosiddetti investimenti, che poi sono rendita, non sono in nessun caso utili alle economie nazionali. Chi scoprì la funzione negativa delle rendite, intorno al 1815, è considerato un padre nobile del liberismo economico. Non le amava e le combatté fieramente nel parlamento britannico.

Veniamo così a un secondo omissis. Rendita o no, gli investimenti americani in Europa e quelli opposti degli europei in USA si hanno veramente, ma nessuno ha il diritto di pensare che si tratti del Piano Marshall. Sono, in effetti, una modesta frazione del movimento complessivo di capitali monetari che avviene quotidianamente tra l'una e l'altra sponda dell'Atlantico.

Certo, sotto il fumo qualcosa di reale c'è anche. Per esempio, le banche americane, incontrandosi con stranieri possessori di dollari - che intendono prestare proprio ad esse - trovano la convenienza a indebitarsi, perché, se pagano uno di interessi, lucrano tre o quattro trasferendoli agli industriali e agli agricoltori sotto forma di mutui bancari. E tuttavia lo spostamento di capitale monetario da euro a dollari, fino al momento (terzo omissis), non ha avuto il risultato di ridurre le disponibilità liquide delle banche europee, le quali (se richieste) sono in condizione d'allargare i cordoni della borsa. Evidentemente i movimenti di capitali non sono tali da ridurre consistentemente la possibilità di più larghi investimenti produttivi. D'altra parte, se tale domanda salisse, la banca europea abbasserebbe il rapporto, teoricamente obbligatorio per le banche, tra depositi e impieghi.

Così stando le cose, un giornalista potrebbe onestamente commentare (senza il pericolo di perdere il posto) che, nella fase attuale, l'economia dei Nove paesi euro potrebbe andare a ramengo perché i governi europei e la banca centrale europea non vogliono guastarsela con gli speculatori internazionali (quarto omissis).

Si potrebbe, ancora, aggiungere che, tra paesi che godono dello stesso livello di sviluppo, i movimenti di capitali incidono sì quotidianamente sull'andamento delle borse, ma non sono capaci di migliorare o peggiorare l'andamento della produzione, che è condizionato da altre, più serie forze (quinto omissis). I movimenti di capitali incidono solo sui paesi arretrati, in cui di regola un surplus sufficiente a finanziare l'allargamento della produzione è stato drenato verso l'Occidente.

Sesto omissis. In buona sostanza non viene detto che quel che conviene all'America non conviene all'Europa. Dal 1944 gli Usa stampano tutti i dollari che a loro conviene stampare (settimo omissis). Se l'aggregato economico Usa dà carta stampata agli altri paesi, i quali la usano per comprare negli USA o per commerciare tra loro, intasca un interesse. In molti abbiamo creduto che la funzione originariamente assegnata alla moneta unica europea fosse quella di svincolare i popoli europei dall'onere di pagare detta taglia. Ma, evidentemente, i governi europei hanno più a cuore gli interessi degli speculatori che quello di chi lavora e produce (ottavo omissis).

Nicola Zitara

 

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