L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


Corazzate e biglietti verdi

di Nicola Zitara

Siderno, 19 ottobre 2008

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Banalizzo il concetto per spiegarmi meglio. Se mi viene la tosse, vado a comprare uno sciroppo in farmacia. Poniamo che io spenda 10 euro, anche se so che lo sciroppo è fatto di erbe medicamentose che prosperano nei campi abbandonati (persino dalle capre) poco lontano da dove abito. Ma io non so fabbricare uno sciroppo. Ho poi paura di confondere le erbe malefiche per erbe benefiche. Se avessi la competenza del caso, otterrei lo sciroppo a costo zero; non avendola sacrifico una parte non irrilevante delle mie entrate giornaliere a favore di chi ha studiato chimica, medicina, ingegneria e quant'altro. Voglio dire che chi ha un mestiere in mano se lo fa pagare.

Domanda: giustamente o ingiustamente?

Il problema teorico è questo: sto pagando a causa dell'altrui elevato sapere o a causa della mia ignoranza?

Dal tempo dei greci fino a noi, l'Occidente si fa pagare il proprio sapere tecnologico dal resto del mondo. All'interno dello stesso Occidente, le nazioni e le regioni tecnologicamente più avanzate si fanno pagare il loro sapere da quelle meno avanzate. (Aggiungo, per inciso, che è questo il dramma dello stato cosiddetto italiano, in cui il Nord ha impedito, attraverso il sistema bancario e monetario, e impedisce tuttora al Sud di competere nel campo delle tecnologie avanzate.) Ora, il gap tecnologico non sarebbe il gran male che è stato e che è, se non viaggiasse in compagnia del colonialismo. Il fenomeno coloniale ha molti aspetti. Sicuramente il saccheggio delle risorse umane e materiali del territorio colonizzato è il più grave e il più noto. Ma non c'è stato e non c'è soltanto il saccheggio. A partire dall'industrializzazione inglese le colonie svolgono (fra tante altre cose) anche la funzione di sbocco commerciale dei manufatti prodotti nel paese dominante. Una delle cause sia della Prima che dalla Seconda Guerra Mondiale è stata la conquista militare o commerciale di sbocchi alla produzione industriale crescente. Ma il rapporto metropoli-colonia è mutato dopo l'adozione delle armi nucleari. La potenza atomica della parte capitalistica del mondo è divenuta una soltanto, gli Stati Uniti d'America. Accanto al primato militare gli USA, che durante la guerra avevano avuto in pagamento dagli alleati immense riserve auree, hanno trattenuto l'oro e sborsato dollari - il biglietto verde, in pratica carta - e hanno impiegato carta tutte le volte che hanno fatto (e fanno) un pagamento all'estero. Niente di male in ciò. Finché la carta sborsata dagli USA per pagare i loro acquisti all'estero è stata in pareggio con i dollari spesi dagli altri paesi per acquistare beni o servizi negli Usa, non vi è stata inflazione. Inoltre, il dollaro non sempre è stato speso; a volte è servito a costituire delle riserve di valuta internazionale - sia da parte degli Stati sia da parte delle banche sia dai parte di privati ricchi. Niente di male neanche in questo caso. I dollari tesoreggiati è come se fossero sterilizzati, come se non ci fossero. In pratica non creano inflazione monetaria. I guai sono venuti a partire dallo sviluppo economico giapponese. I prodotti giapponesi costavano meno degli stessi prodotti fabbricati in USA e il popolo americano (e non solo quello americano) ha approfittato di tale convenienza. Ovviamente pagando in dollari. Poi gli americani (e non solo loro) hanno preso a comprare dai paesi del Sudest asiatico e infine dalla Cina. Stampavano dollari e compravano. Gli altri paesi occidentali pagavano e pagano con i dollari accumulati in portafoglio. Dal canto loro i paesi cosiddetti in via di sviluppo comprano poco, o non comprano affatto merci americane perché troppo care. Per altro intorno a queste realtà, in Italia e credo dovunque in Occidente, vengono deliberatamente diffuse notizie ingannevoli circa il loro grado di sviluppo. Si tratta di slogan volti a ingenerare paura nella gente comune, in modo che si formi un'opinione pubblica favorevole al padronato nazionale, che mira a dirottare risorse pubbliche a suo favore. In effetti si tratta di paesi poverissimi, in cui la gente sta pagando con la fame e la vita l'esplosione della produzione industriale. Procedure più lunghe, più umane, riguardose della salute e della libertà delle popolazioni sono, però, rese impossibili dal selvaggio modo con cui i paesi a capitalismo maturo (noi) contrastano la crescita (in sostanza la libertà) delle nazioni povere. A partire dagli anni Ottanta, il mondo va avanti in base a "una smaccata irrazionalità camuffata da progresso" (Michele Abbate).

Stampare cartamoneta costa quanto costa il lavoro tipografico (Giacinto Auriti). Ma chi mette in circolazione la cartamoneta pretende e incassa un interesse. E con il dollaro che fa da moneta mondiale capita anche di peggio: spesso gli USA hanno comprato e comprano beni di alto valore dando in cambio soltanto della carta stampata. Di queste cambiali vicine al protesto si dice che girino per il mondo tra i 15 e i 20 milioni di miliardi, una cifra che sarebbe pari a 10 annate di prodotto interno lordo italiano (incluso il consistente contributo della mafia).

Il mondo è pieno di dollari. Gli americani dovrebbero lavorare per quattro o cinque anni di fila, senza mangiare e senza bere, per pagare tutti. La cosa si sa da quarant'anni, ma si è preferito non reclamizzarla perché gli USA hanno le corazzate e i missili atomici a garanzia del sistema capitalistico mondiale. Acquistando, però, molto all'estero, i settori cosiddetti maturi hanno preso a boccheggiare (esempio eclatante quello dell'auto). I governanti USA, anziché cambiare politica - al fine d'ottenere o conservare il consenso elettorale - hanno preferito prefinanziare i consumi interni, fare credito a tutti purché spendessero. Hanno stampato montagne di dollari e hanno creato una vera montagna di dollari in eccesso. Insomma i finanzieri americani (e non solo loro, ma anche i nostri beneamati fratelli finanzieri paludani) hanno mangiato e bevuto a sbafo, si sono costruite ville in Sardegna e ai Caraibi, hanno lavorato un giorno a settimana, e fatto quattro giorni di vacanza, oltre il sabato fascista e la domenica del Signore, vendendo in giro scatole vuote, simili ai pacchetti di sigarette Marlboro fabbricate con le cicche raccolte per strada, come si faceva a Napoli subito dopo l'occupazione angloamericana (la cosiddetta Liberazione). Un Bengodi che dura da trent'anni, fondato su artifici bancari.

 Ma i dollari usciti dagli USA e dai paesi loro amici non solo hanno creato sistemi industriali che fanno concorrenza alle industrie metropolitane, ma hanno permesso agli stranieri, specialmente alle banche straniere, d'inserirsi nel carnevale bancario fabbricando valori simili ai pacchetti di Marlboro ricavati dalle cicche.

 Alla gente attenta non poteva sfuggire che il meccanismo faceva acqua da tutte le parti, tuttavia chi opera nella finanza non si muove con il metro degli anni, come un agricoltore o un industriale, ma fa il suo lucro giorno per giorno, e anche ora per ora, e persino minuto per minuto. Così ha immaginato di potersi tirare indietro al momento giusto. Invece le cose sono precipitate. In borsa, la corsa a vendere è una corsa non solo dolorosa, ma anche difficile. Più vendi, più cala il prezzo.

Siamo alla catastrofe? Non lo so, comunque non dipende da noi, o dai cinesi o dai giapponesi, ma dagli americani. Se gli americani salvano sé stessi, salvano anche gli altri. Persino noi meridionali, che non c'entriamo niente. A noi meridionale toccherà più disoccupazione, più famiglie attanagliate dalla disperazione di vedere i figli crescere senza avvenire. E' centocinquant'anni che i toscopadani ci sfruttano e per sovrappiù ci beffano. Dopo averci coinvolto in guerre ingiuste e incompatibili con i nostri interessi, ci hanno bloccati nel possibile e persino ben impostato cammino verso la piena occupazione, ci hanno beffato imponendoci il loro sistema bancario-usurario, ci hanno sottomesso a una classe politica di buffoni, di inetti e di ladri, ci impongono la droga, la mafia e il malaffare dei rifiuti tossici perché ciò gli porta valuta, e come se tutto questo non bastasse adesso aggiungono alla fame inaugurata quattordici anni fa dal trio Ciampi, Amato, Prodi, la fame della crisi mondiale prossima ventura. La fame del carnevale bancario, a noi che non abbiamo né mangiato né bevuto. A noi tocca una crescita esponenziale della DISOCCUPAZIONE. Disoccupazione, una parola cancellata dal vocabolario dei sindacalisti e degli esponenti della cosiddetta sinistra. I padri piangeranno sui figli senza avvenire, i figli malediranno i padri che li hanno messi al mondo. Oggi si pensa di provvedere a quelli che un posto lo hanno già e che si chiamano precari. Fortuna loro! Un poveraccio camminando sullo stradone mangiava lupini salati e malediceva Dio per non avere altro. Non si accorgeva d'essere seguito da uno che raccoglieva le bucce che lui sputava, per mangiarle. Queste sono le Due Italie.

E' amaro sapere un po' di storia. Il Borbone era asserragliato a Gaeta, circondato da ogni parte. Ormai tutto era perduto per lui. Combatteva solo per l'onore. Eppure in quello stesso momento alla borsa di Parigi la rendita napoletana era quotata sette franchi più dei 100 franchi del prezzo di emissione. Il Sud borbonico non era sicuramente l'Eldorado, ma i meridionali hanno scelto di stare peggio. Non ricordo quale filosofo studiato a scuola disse: Se un dio ha deciso di rovinarti, lo fa togliendoti il senno.









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