L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Mafia vecchia e nuova

Risposta al collega  Enzo  Romeo

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Siderno, 4 Agosto 2010

Caro Enzo,

                  quale sidernese che vive fuori dal paese Ti ho chiesto un giudizio su quella che sarebbe per noi una sana politica. La Tua risposta è questa. Il problema più grosso che noi viviamo è costituito dalla mafia e dall'azione criminale che essa svolge. Tu sostieni che c'è continuità tra la vecchia mafia e la nuova. Secondo me si tratta di un errore. La vecchia mafia voleva somigliare alla borghesia locale, di cui assumeva gli abiti e gli atteggiamenti, mentre la nuova mafia appartiene a uno status sociale internazionale, di cui alla borghesia locale sfuggono persino gli orizzonti. Il commercio di droghe coinvolge milioni di euro e porta a legami mondiali di alto livello finanziario, e potrei aggiungere politici. Domanda: Siderno trae beneficio da questa situazione? Se vogliamo fare gli economisti dobbiamo dire che li ritrae quantomeno in termini di sviluppo economico (ai danni delle realtà più vicine). Logicamente, avendo le dimensioni di un piccolo paese ne trae in proporzione limitata, mentre i vantaggi maggiori fluiscono verso il Bilancio dello Stato, verso gli affari bancari, verso l'espansione delle Regioni più ricche e più avanzate. Allora il problema si sposta. La lotta alla mafia va condotta a Milano, a Roma e nelle aree affluenti, come sta avvenendo in queste settimane, e dovrebbe espandersi nei territori dell'Europa Centrale e dell'America del Nord.

Siamo quindi sul terreno di un dualismo tra territori  della manovalanza e territori degli affari. Se non si colpisce il territorio degli affari diventa ridicolo persino incriminare il territorio della manovalanza.

La Lega può sembrarci un fattore d'ordine nei territori padani, ma è solo apparenza in quanto non ha la forza (e forse neppure la volontà) di attaccare i nuclei cittadini che controllano il traffico di droga, né alla Confindustria può dispiacere che circoli danaro estratto dalle scarselle della povera gente per l'acquisto di cocaina.

Quanto al paese, e alla sua futura guida, l'incertezza sociale tra danaro riciclato e disoccupazione diffusa ci porterebbe a immaginare una classe dirigente locale tanto prestigiosa e sapiente da contrastare il quadro nazionale in cui si sviluppa il traffico delle droghe. A me sembra difficile che un piccolo paese come il nostro possa esprimere una concezione così egemonica. Tutto quello che possiamo fare è pervenire a un'amministrazione più ordinata nella pressione fiscale, più efficiente nell'offerta di servizi pubblici.

Quindi pessimismo su tutta la linea, caro Enzo. Sono i poteri forti, la Chiesa, la Massoneria, gli alti gradi della burocrazia romana, la Banca d'Italia, le centrali che governano l'accumulazione del risparmio a dover dare un nuovo orientamento alla comune vita sociale. L'amore che i sidernesi emigrati si portano dentro per il loro paese di origine non è un cerotto incollato su una ferita leggera. Il paese resta un profondo rimpianto, la ragione di una vita più autentica. Tu ami questo paese e vorresti vederlo pacifico e onesto come al tempo dei Tuoi avi, ma il mondo si è fatto piccolo e interconnesso. E quindi ben difficile che Tu possa vederlo come speri.

Un abbraccio, Nicola Zitara.













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