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Isaia Sales: idee senza sale

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E' probabile che il bisticcio di parole offerto nel titolo sia solo cretino, ma ancor più cretine mi sembrano certe persone sicuramente intelligenti. Mi spiego. Uno o due giorni fa, mi è capitato di accendere la televisione nel momento in cui il presiedente del consiglio dei ministri finiva di rispondere a un'interpellanza parlamentare dell'onorevole Isaia Sales e, subito dopo, alla replica dello stesso Sales.

Indubbiamente Giuliano Amato è un uomo di Stato; sicuramente di uno Stato nemico del popolo e del paese meridionale, e tuttavia uno dei migliori governanti che l'Italia padana abbia mai avuto. Da quel che il presidente del consiglio stava dicendo, ho capito che Sales aveva richiamato la sua attenzione sulla disoccupazione sudica. Amato - bla…bla - ripeteva un ritornello che ascolto sin dai tempi della Ricostruzione, cioè dal 1946-47. "Si deve fare…Faremo…E' giusto che…" Studiando il latinorum, ho imparato anch'io la regola - del tutto un adagio per gli istruiti - che i verbi latini spero, promitto e juro reggono l'infinito futuro.

Insomma Amato, con la dialettica spudorata dell'uomo intelligente, stava dicendo: "Più di quel che non si fa, non si può fare. Io, del Meridione, me ne frego altamente, però sono obbligato a far la recita dicendo bla bla bla. Visto che Sales me lo ha chiesto, dico bla bla bla anche a lui".

Neanche Sales è uno sciocco. Sulla questione meridionale ha scritto un libro che i nostrani professori di storia sicuramente gli invidiano. E' un uomo colto e informato. E' stato anche sottosegretario credo al tesoro, addetto a risolvere i problemi del Sud, se non erro con quel tesoro di Ciampi. E siccome non è uno sciocco, nella replica una mezza verità ha dovuto alla fine dirla: "In passato i contadini meridionali emigravano al Nord perché a quel tempo erano abituati a vivere con poco. Contemporaneamente i salari operai erano sufficientemente alti, cosicché i terroni, emigrando, riuscivano a fare qualche risparmio". E subito dopo rientro nella farsa storica: "alzate i salari e vedrete i meridionali emigrare di nuovo!…Oppure portate le fabbriche al Sud!"

Ora il bla bla di Amato non scandalizza. Fa parte dei riti nazionali, come l'inno di Mameli o le Frecce tricolori che glorificano il Colosseo spargendoci sopra borotalco bianco rosso e verde. E' il prezzo che un presidente del consiglio deve pagare.

Ma mi chiedo: è possibile che una persona meno cinica di lui, uno che per giunta sa la storia da dentro, possa pronunziare amenità del tipo "aumentate i salari" o "portate le fabbriche al Sud"?

Cosa dire di fronte a tanta…(la parola non la voglio scrivere)? E putroppo non è una novità. C'è, infatti, fra i padri del meridionalismo chi ha persino descritto nei dettagli come erano fatte le catene a cui il Sud è legato, e ciò nonostante ha amato e benedetto la sue catene.

"Essi hanno occhi e non vedono", credo abbia detto l'uomo più uomo che abbia mai calcato la terra.

Illustre onorevole Sales, il ciampismo confindustrialista vi sta (a voi come DS ed ex sinistra) chiedendo di strizzare adeguatamente il Sud in modo da portare il livello di vita meridionale a livello extacomunitario. Ovvero di ripristinare il dislivello che c'era nel 1950 fra operai e contadini.

Quanto poi al vostro meridionalismo, neanche esso è diverso da quello del 1948, al tempo dell'accordo segreto tra Valletta e e Togliatti per fregare il Sud.

Nicola Zitara

 

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