L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Forum per l'indipendenza del Sud

Il 22 luglio scorso, a Lecce, è nato dalla buona volontà

di un gruppo di napoletani e siciliani il Forum per l'indipendenza

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Il sentimento separatista è scarsamente avvertito dal popolo meridionale. Tutt'al più c'è un'avversione per lo stronzobossismo, e per l'ingordigia e l'arroganza padane. Mancano invece la fiducia sulle proprie capacità di produttori e la voglia d'insorgere contro la sopraffazione padana, elevata alla categoria Stato nazionale sin dal 1860.

E' necessario chiarire subito che il Forum per l'indipendenza del Sud non trova fondamento nella diffusa inclinazione all'ingordigia, come ad esempio in Veneto o in Friuli, o nel razzismo opulento come in Svizzera o in Carinzia. Il tema degli extracomunitari, da cacciar via o relegare nei ghetti, è estraneo alla cultura dei meridionali, i quali da millenni aprono le porte a popolazioni di costumi, lingua, religione diversi dai loro; alle popolazioni che, sconfitte e perseguitate nelle loro patrie, cercarono rifugio sulle terre del Sud. I figli e nipoti degli ebrei, dei siriani, degli arabi, degli albanesi, dei greci - quelli che vogliono assimilarsi e quelli che non vogliono farlo - sono anche italici del Sud a pieno titolo identitario. E tale connaturata propensione è per i meridionali un motivo di grande orgoglio.

Al Sud, moti squallidi e incivili, quali quelli che hanno portato all'emersione di personaggi di un tipo inedito in Italia, di gente peggio di Farinacci e di Balbo, come i vari Bossi e Miglio, sono del tutto impensabili.

Né siamo nel Paese Basco o in Corsica. Italia è un nome nato per indicare il paese meridionale. Gli stessi Romani, fino al tempo di Augusto, distinsero Roma dal paese megaellenico, che essi a volte chiamavano ancora Italia, oltre che Magna Grecia.

Il Sud non ha motivo per rinunziare a tale primazia e identità trimillenaria, né ha motivo per respingere l'idea di nazione italiana, quale si è formata attraverso l'opera dei colti a partire dai primi secoli del secondo millennio. Sarebbe del tutto assurdo che prendessero a rifiutare gli apporti culturali venuti dall'Italia restante.

Ciò che il Forum nega è l'unità sabauda e cavourrista; il compimento del Risorgimento ad uso e consumo di un gruppo di malfattori e tangentisti genovesi, torinesi, toscani, lombardi, che hanno costruito il capitalismo padano a loro immagine e somiglianza. Né peraltro è più possibile far ripartire l'idea risorgimentale su nuove basi.

Il Sud ha problemi che in nessun modo possono risolti nel contesto statale unitario, persino se fossero affrontati con il massimo della buona volontà e della dedizione (di cui peraltro manca anche la premessa).

La richiesta d'indipendenza prende il via dal problema della disoccupazione capitalistica, la quale in due ondate ha spinto fuori dalla patria meridionale quasi trenta milioni di lavoratori.

L'invasione di merci forestiere toglie il lavoro ai meridionali, annienta e distrugge ciò che si tenta di costruire, dilapida il capitale storico. Contro questo esiste un solo rimedio: l'uscita dallo Stato italiano e dall'Unione europea.

Che poi i meridionali vogliano o non vogliano questo, sappiano o non sappiano farlo, è tutt'altro tema.

Nicola Zitara

 

 

 

 

 

 

 

 

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