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Zitara
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Nicola Zitara invita tutto il Sud a condividere e discutere il programma che ha scritto (vedi in www.eleaml.org) per sollecitare il dibattito preparatorio alla fondazione di un movimento indipendentista meridionale.
L’appuntamento del 4 settembre non a caso si svolge a Mongiana in
Calabria, paese simbolo del declassamento economico e
dell’impoverimento doloso e programmato del Sud da parte dei
conquistatori piemontesi -tosco- padani del 1860; e che a tutt’oggi si
protrae – tra l’altro – con il colonialismo della produzione, visibile
oggettivamente nei mercati meridionali nei quali consumiamo prodotti
importati, a partire dagli alimenti alla più ricercata e spesso
sofisticata tecnologia -, e nei tassi di disoccupazione del 18% dei
nostri conterranei rispetto al 3% del Nord (dati indicati dal
governatore di Bankitalia Fazio ).
Zitara indica nel progetto separatista del Sud la risposta urgente per
un "riordino del peso politico ed economico" delle classi sociali in
Italia, "fissato d’autorità dall’esterno e contro l’interesse
generale, al momento dell’unificazione sabauda, e mai riequilibrato in
appresso", e questa rivoluzione sociale dovrà partire "dal
basso, comune per comune" con l’impegno dei meridionali onesti e
motivati da un reale patriottismo.
Condivido questa prima parte del progetto anche
se il lavoro da svolgere impegna tutti nei tempi a dir poco brevi.
Difatti una consapevolezza iniziale critica e complessa del Sud
l’abbiamo acquisita da pochi anni, imbavagliati come si è stati
in passato e a tutt’oggi dalla retorica risorgimentale; dagli ascari e
gattopardi di destra e sinistra e dagli eredi degli schieramenti
politici - culturali - economici che si contesero il Potere
territoriale e istituzionale delle Due Sicilie: i moderati di Cavour, i
democratici mazziniani e garibaldini (tra loro divisi nella strategia
ma poi unificati) e i clerico –borbonici sconfitti; dal nazionalismo
fascista e dalle propagande della prima e seconda repubblica.
Nei decenni successivi alla conquista del Sud, il movimento socialista
che pur aspirava anche alla giustizia per le popolazioni povere
meridionali ereditò e subì in buona parte - eccezion
fatta per l’analisi acuta "fùr ewig" di Antonio Gramsci, di
Guido Dorso e di pochi altri - la strategia "dell’utile idiota"
congegnata dal gruppo dirigente fondatore della Nazione (giammai Patria
comune) adattata dapprima al vanaglorioso e strumentalizzato falso eroe
Garibaldi, per poi proseguire dal 1876 con il trasformismo della
sinistra parlamentare, sino a giungere alle intese programmatiche nelle
regioni meridionali che riflettevano la politica del compromesso
storico del Berlinguer degli anni ’70 del secolo passato: intese
programmatiche che portarono nel Sud a compromessi tra la vecchia DC
clientelare e con intrecci malavitosi con il PCI che rappresentava gran
parte delle speranze di cambiamento per i subalterni meridionali.
Compromesso storico a Sud che spense quei già difficili
entusiasmi di una svolta probabile, e che videro nella schietta
denuncia di Leonardo Sciascia una lettura lucida del trasformismo del
ceto politico meridionale.
A tutt’oggi paghiamo le conseguenze del
camaleontismo della sinistra istituzionale (la destra liberale
risorgimentale, il crispismo e il giolittismo, il fascismo, la
democrazia cristiana a Sud furono tutti antimeridionali e al servizio
dei poteri forti dominanti della Colonia Sud, e oggi il centro destra
ovviamente...) sicché alle ultime
politiche si è vista in contrapposizione al dittatore
massmediatico Berlusconi, l’affermazione con ben 800.000 voti a Sud di
Massimo Dalema, già complice di Clinton (e da protagonista di
primo piano, in quanto allora primo ministro) nelle violazioni dei
diritti umani delle popolazioni del Kossovo finalizzate all’accordo tra
le maggiori nazioni capitalistiche dello status di "zona di mercato
privilegiato" della Jugoslavia, con lucrosi contratti commerciali –
rifacimento delle linee telefoniche, delle strade, delle industrie
meccaniche e automobilistiche - utili ai bilanci della Stet, della Fiat
e altre società che successivamente si saranno come dire?
sdebitate con i partiti governativi di quegli anni che avevano loro
spianato la strada di grandi business: né più né
meno dell’opera che l’apparato politico –economico di Berlusconi e del
centro – destra sta programmando in Iraq con il gruppo Bush,
presidiando - spesso duramente e con mano feroce - la periferia di
Nassiriya, nella zona petrolifera che interessa all’Eni, a maggior
riprova di una sostanziale omologazione tra destra e sinistra dei paesi
capitalistici ben esemplificata dalla figura ondivaga del primo
ministro inglese Blair.
D'Alema con la sua autoritaria
fumosità
è il rappresentante in Italia di quella terza via capeggiata
inizialmente da Clinton per i democratici americani, con Blair, i
socialisti olandesi e tedeschi ecc. che rappresentano un altro aspetto
speculare dello schieramento imperialistico, sostanzialmente
conservatore e impegnato nella tutela dei privilegi dei gruppi
ristretti multinazionali dominanti – come ha ben argomentato anche
l’autorevolissimo intellettuale americano Noam Chomsky – : lor signori
ben se ne infischiano di tutto il Sud del mondo cui vogliono destinare
le briciole della ricchezza mondiale per continuare incessantemente a
sfruttarli, come d’altro canto agiscono le lobbie rappresentate da Bush
con i suoi alleati.
Inoltre, si tenga anche conto - purtroppo - che rispetto a questi
enormi interessi e strategie ben studiate, nel nostro periferico
Mezzogiorno già esistono sezioni locali di falsi movimenti per
la liberazione del Sud o liste inneggianti (“a chiacchiere”) al Sud, e
utilizzano strumentalmente e grossolanamente finanche le nostre denunce
storiche e politiche: si tratta di modesti, fugaci e meschini movimenti
politici "civetta" estesi a macchia, e che aprono le loro botteghe
unicamente in vista delle frequenti consultazioni elettorali,
promuovendo alcune feste rionali a “focaccia e birra”- canzoni
napoletane - comici locali , e raccogliendo un consenso d’alcune
centinaia di voti spesso di poveri sottoproletari, voti che rivendono
alternativamente e in base alle offerte mercantili agli schieramenti
dei partiti nazionali nel caso di ballottaggio elettorale, e/o
ricavandone un proprio egoistico utile in soldi (un voto è
conteggiato tra i 30 e i 50 euro) e con incarichi di basso potere
clientelare.
Pertanto, forse è il caso di sviluppare – i
mezzi informatici lo consentono a basso costo – la formazione d’alcune
centinaia di meridionali ben motivati e preparati che con video
–conferenze e chat line via Internet, televisioni di quartiere (vedi
www.telestreet.it e www.tmowatch.splinder.it) possono incrementare il
confronto, la condivisione, i progetti , gli obiettivi e le
realizzazioni.
Teniamo anche conto delle liste civili che hanno scavalcato i ceti
politici tradizionali controllati dai centri nazionali dei partiti,
così com’è successo con Michele Emiliano a Bari
(un’indicazione di questa speriamo novità politica è nel
loro sito www.michelemiliano.it). Formazione, dunque, di nostri giovani
preparati ai valori etici – estetici - creativi e politici, e
condivisioni progettuali con persone dignitose e valide del Sud: credo
siano questi alcuni aspetti essenziali del progetto da elaborare.
Utili, inoltre, per gli obiettivi di formazione e educazione popolare sono anche i siti che sviluppano e permettono l’arrivo di giovani che comprendono l’urgenza di un movimento per la dignità della gente meridionale. Ai siti si affiancano anche i vari giornali per lo più locali, seppure spesso si presentano - salvo poche eccezioni - limitanti e limitati da una visione molto provinciale, invero consolante e utile per la conservazione delle tradizioni locali, ma chiusi ad un dinamismo meridionale che deve anche toccare le culture internazionali, dapprima del Mediterraneo. Ai nostri giovani occorre stimolare la curiosità per il mondo, per far convivere - ad usare un eufemismo - i dialetti con le lingue internazionali, sfuggendo a quell’educazione alla schiavitù subalterna impartita alla gente del Mezzogiorno dallo stato italiano sin dall’infanzia con il trio Cavour - Garibaldi - Mazzini accompagnati dal dittatore Vittorio Emanuele II che troneggiano e si perpetuano in monumenti, piazze e vie; e poi proseguendo nei decenni passati con il dominio politico – a tutto tondo culturale, delle opinioni e delle coscienze – ed economico dei subalterni e di gran parte dei meridionali, tra regimi liberali e dittatura fascista, governi di centro ora alleati con la destra ora con la sinistra nazionali: ideologia e cultura della Nazione ereditati e ripetuti da buon ultimo dal retorico Ciampi, dal potere mass - mediatico e partitocratico.
L’organizzazione dello stato proposta da Zitara
non mi convince, soprattutto
quando investe gli eredi borbonici di un ruolo guida che è fuori della Storia e che rischia di far diffondere a chi ci avversa un’interpretazione folcloristica del progetto articolato che si elabora. Pertanto, cari conterranei, parliamoci al riguardo chiaramente e in modo inequivocabile, senza nostalgie mitizzanti che annebbiano e ostacolano i problemi attuali del Sud:
la dinastia dei Borbone ha cessato il ruolo simbolico e rappresentativo con Maria Sofia - la regina che fin nelle trincee della prima guerra mondiale cercava di prestare soccorso e solidarizzare con i meridionali feriti - dopodiché non ha espresso personaggi di valore; e l’ultimo erede borbonico si pavoneggia in battesimi e matrimoni mondani e aristocratici, scambiandosi visite rituali con l’ultimo citrullo dei Savoia e dividendone abitudini futili e a noi inutili; e vi è un altro velleitario pretendente che da quel di Spagna talvolta informa i giornali della sua banale presenza. Siamo seri : non occupiamoci più di oziose questioni nobiliari con inchini e salamelecchi, non si ha tempo da perdere per il nostro Sud fatto di gente, paesi e città, paesaggi e terre e con problemi reali da analizzare e affrontare.
Nel concreto: una recente ricerca dell’Istituto Svimez specializzato
nelle tematiche del Mezzogiorno, ha stimato che nel 2003 sono emigrati
dal nostro Sud circa 200.000 giovani , un’intera città!
Le destinazioni dei nuovi emigrati sono state soprattutto Lombardia, le
regioni del Nord – Est, Emilia – Romagna e Toscana in Italia; Germania,
Belgio e Olanda all’estero. I nostri conterranei emigrati sono
siciliani : soprattutto dell’hinterland agrigentino (da Ribeira a San
Biagio Platani), ma anche le zone di Gela e Caltanissetta. In Calabria
ai primi posti la provincia di Vibo Valentia, in Campania la provincia
di Napoli e i paesi montani dell’Avellinese, inoltre quasi tutta la
provincia di Foggia in Puglia. Allego al mio intervento la relazione
dello Svimez del 2004 quale contributo ai nostri siti e al giornale
IL BRIGANTE.
Riguardo agli altri aspetti della relazione
Zitara : la citata organizzazione dello Stato, quella sociale,
economica, i rapporti internazionali (apprezzo e condivido l’idea delle
autonomie regionali e macro regionali) – vorrei sia data loro
rilevanza e discussi da tutti nel confronto sul Che Fare? Come
organizzarsi ? Come comunicare, diffondere le idee che si sviluppano in
un continuo work in progress?
E ‘ UN INVITO AD ALLARGARE IL DIBATTITO NECESSARIO PER FORMARE E
INFORMARE, RICHIEDERE NUOVE INTELLIGENZE DISPONIBILI E RINFORZARE IL
PROGETTO SUD.
L’organizzazione del movimento si radicherà sempre più
nelle realtà locali e le influenzerà, e potrà
essere ancor più sviluppata ascoltandoci in Rete, leggendo
attivamente e collaborando ai nostri giornali, alle tv di quartiere e
negli appuntamenti annuali : in proposito quello di Mongiana
dovrà essere una nuova data così come Gaeta, Civitella
del Tronto e altri da incrementare con Messina, Gioia del Colle,
Molfetta, Pontelandolfo, Rionero in Vulture e tutte le città e
paesi che ricordano e ripropongono le iniziative che valorizzino la
nostra macroregione.
Ben valutiamo questi aspetti, i tempi stanno
cambiando, la campagna COMPRA & VIAGGIA SUD SI STA DIFFONDENDO E
MOLTI SONO SENSIBILI AD UNA CULTURA DI RISVEGLIO E RINASCITA DEL NOSTRO
SUD.
Un fraterno saluto a tutti i convenuti, purtroppo i turni di lavoro mi
hanno impedito la partecipazione diretta ma sono con il cuore e il
pensiero con voi.
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