“Per i nostri figli” |
Napoli,
10 Giugno 2007
L’attuale meridionalismo e quelli che lo rappresentano si è andato sviluppando qualche decennio fa. Tra le poche eccezioni vi sono personaggi d’una età più austera e di lunga militanza come Nicola Zitara e pochi altri. Poco dopo gli anni settanta vi è stato un florilegio, fin troppo frastagliato ed individualistico, d’associazioni e movimenti tra cui il più conosciuto Movimento Neoborbonico. La polvere è iniziata a cadere da libri e menzogne quasi sempre in essi contenute, e sono state diffuse informazioni e notizie talvolta inedite, occultate e/o comunque ai più sconosciute. Tramite internet sono nati siti delle suddette associazioni e movimenti, ed altri che pur non avendo un’organizzazione associativa alle spalle si sono aggiunti alle schiere dei paladini del Sud, così come giornali online sempre nello stesso solco. Insomma qualcosa è successo, pur se risulta oltremodo difficile il salto che sposti l’obiettivo dal recupero della memoria storica e da quello della denuncia al più risolutivo della proposizione e dell’organizzazione d’una rappresentatività politica. Ne consegue che l’età dei meridionalisti più presenti e preparati non è delle più giovani e quindi, anche volendo ipotizzare una svolta positiva in tal senso in termini medio/brevi, gli eventuali benefici risultati riguarderanno ben poco o niente questa generazione. Ciò non dovrebbe togliere in ogni caso smalto all’azione, perché la giustezza degli obiettivi ed i principi di riscatto e d’uno status di dignità travalicano l’interesse singolo dei beneficiari. Resta però oggettivo il dato che saranno (in un’auspicata ipotesi positiva) le generazioni d’un futuro prossimo, e quindi i nostri figli, a godere i frutti d’una riappropriazione identitaria e territoriale. Orbene, il cammino risulta ostacolato oltre che da problematiche unitarie tutte interne al meridionalismo e ai suoi attori, anche da apparentemente distratte ma ricorrenti opere di disturbo di personaggi e organizzazioni filo nordiste. Per cui una certa Lega non manca di lavorare in direzione anti Sud, giornalisti come Bocca non ci privano del loro articolo o libro al veleno a scadenza ritmica, una retorica risorgimentale viene ripropinata come una medicina inevitabile. In quest’ultima linea è sopraggiunto il bicentenario garibaldino, con pubblicazioni, trasmissioni mediatiche, commemorazioni e dichiarazioni illuminate. L’ultima di questi giorni è di Buonaiuti, il portavoce di Forza Italia che, in uno spericolato tentativo di trasformare il suo partito in un occasionale Forza Garibaldi (giusto per cavalcare l’onda celebrativa) va a dichiarare : “…a parte un ricordo alla Camera… qui non si vede nulla! Dove sono le fiction? E Anita ce la siamo dimenticata? Insomma, io mi chiedo : l’Italia ama ancora il suo eroe nazionale?” A parte che verrebbe da dirgli perché non prova a farsi dare una risposta su questa domanda che lo affligge da una buona parte di meridionali, che ha imparato qualcosa in più sul generale con molte macchie e qualche paura; il problema però non è purtroppo solo Buonaiuti ma tutti i retori dell’ultima ora, che da Destra a Sinistra, credono che i problemi del Sud si possano risolvere con queste iniezioni di falsa memoria celebrativa. Noi sappiamo le cose come andarono, ma è importante darsi un’accelerazione affinché anche i nostri figli sappiano e possano vivere un futuro in cui, come dice con una felice frase una illustre psicologa, essi abbiano un futuro “con le radici e con le ali!”. |
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