L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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io nun me scordo

La Cattiva informazione

di Andrea Balìa
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Napoli, 28 aprile 2010

Lunedì u.s. 26 Aprile su La7, onestamente fra le meno peggiori delle reti televisive in essere, abbiamo assistito alla consueta puntata della trasmissione televisiva settimanale “L’Infedele” condotta da Gad Lerner. Trasmissione solitamente poco urlata che affronta politica e sociale con diversi ospiti ed un taglio gradevole, poco rissoso e non sfacciatamente schierata. Lunedì u.s. il titolo della puntata era “Garibaldi : la disunità d’Italia”.

Per la prima volta il buon Lerner è scivolato sulla buccia di banana: un grosso cartello retrostante raffigurava l’Italia spaccata in due con l’immagine di Garibaldi al Nord con la scritta Padania e quella di Fini (banalmente e strumentalmente usata cavalcando la diatriba Berlusconi/Fini degli ultimi giorni) al Sud con la scritta Borbonia. Ci aspettavamo ospiti di idee e segno opposto a cavalcare un’idea pro Nord e pro Sud, e invece no! C’erano ospiti del PD, della PDL e della Lega, Dacia Maraini che ha da poco abbandonato il ruolo di facente parte del Comitato per i festeggiamenti sui 150 anni d’unità (ma in polemica perché non d’accordo con la poca enfasi ai festeggiamenti del Comitato, e non perché non d’accordo con i festeggiamenti), uno storico ufficiale come Luzzatto e pochi altri a far da presenza e coro.

Ci siamo chiesti dove erano le voci del Sud ma non ne abbiamo trovate: nessun meridionalista, nessun dirigente dei pur tanti movimenti meridionalisti, nessun scrittore come ad esempio il buon Pino Aprile (autore di “Terroni”, successo riconosciuto dalle più interviste televisive vivaddio ricevute in questi giorni, anche dallo stesso Tg di La7), insomma il nulla!

Un dibattito monco, inconsueto, senza una delle controparti, quindi inutile, scorretto e che non affronta il problema in modo equo finendo, e ci spiace per Lerner, per non assolvere al compito dell’informazione ma anzi ricavandone solo il triste risultato di una cattiva informazione.

Né può bastare che venga ricordato che Granata (l’esponente della PDL) sia nato in Sicilia, come la stessa Maraini, che anzi s’è affrettata a dichiarare di riconoscersi solo nelle radici della cultura e non in quella delle sua terra d’origine. Pochi cenni su di una frase di Lorenzo Del Boca, notoriamente portatore di idee meridionaliste pur se piemontese, ma che in quanto Presidente dell’Ordine dei Giornalisti avrebbe meritato maggior attenzione e forse almeno un invito. Una breve e mail di un ragazzo calabrese che ricordava i nostri tanti primati dell’ex Regno delle Due Sicilie, e qualche frase letta dal libro della Pellicciari “I panni sporchi dei Mille” fatta subito passare da tutti per una fanatica cattolica visionaria sull’incidenza massonica nel processo unitario.

Tutta la trasmissione incentrata in un dibattito tra Lerner, PD, PDL e Lega sul valutare se la stessa Lega avesse o meno ragione nella sua revisione rispetto agli eventi risorgimentali. Spiace riconoscere che la Lega avesse ragione su verità che ormai stanno clamorosamente finalmente venendo a galla. Ma il punto non è questo: nessuno a dire che la Lega sostiene ciò per voler dimostrare che è stato il Nord ad essere danneggiato e non, come nella verità dei fatti, il Sud.

Qualche parvenza di dubbio sugli eventi unitari fatta filtrare da Luzzatto, e mostrato il libro di Ricolfi “il Sacco del Nord” e nessun cenno, come dicevamo prima, a “Terroni” di Aprile.

Se questo è un metodo per discutere del problema Nord/Sud ci cascano le braccia, non ci resta che protestare sul sito di Gad Lerner www.gadlerner.it e con questo nostro sfogo sui siti e i blog del nostro circuito meridionalista.

Ci conforta unicamente la considerazione che ormai non possono più far finta di non affrontare (pur se malamente) il problema e che tutto il letame sta venendo a galla.

Sappiamo che la battaglia è ancora lunga, ma se loro fanno fatica ad affrontare la cosa noi di certo non molliamo.

Andrea  Balìa














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