Napoli, 2 Marzo 2008
Strano destino quello della nostra terra. Come ha scritto
Terzani in un suo libro, i cambogiani sanno che “la storia, il suo
procedere, non sempre è sinonimo di progresso”. Bene, da noi è successo
proprio così, e se i cambogiani sono davvero consapevoli di ciò a loro
tutti i più che meritati complimenti per tanta saggezza. Dicevamo
che da noi è andata proprio in questo modo : il progresso non solo ce
lo siamo dimenticati per strada, ma abbiamo fatto peggio. Una nazione
sana, con un’economia di tutto rispetto e buone prospettive di
crescita, con Napoli capitale e non città degradata come oggi, con i
suoi difetti (e vorrei vederne di Stati impeccabili ed esenti, ancor
oggi, da un minimo di critica o con margini di crescita!), ma autonoma,
indipendente, rispettosa dei propri usi e costumi e delle sue
tradizioni: questo era il Sud! Questo era il nostro Stato, il nostro ex
Regno! Un secolo e mezzo (per l’esattezza 147 anni) buttati nel
fango, legati al carrozzone Italia in una promessa mai mantenuta di
benefici che una tanto strombazzata Unità ci avrebbe dovuto regalare, e
che siamo ancora qui ad attendere dividendoci in Veltroniani e
Berlusconiani! Ovviamente immagino non possano essere spacciati
per progresso la Tv, i telefonini, le auto, ecc…! Quelli li avremmo
avuti comunque, con i Borbone, i Savoia, il Fascismo, le Repubbliche ed
altri. Li hanno anche in Africa, e con tutto il rispetto per
quel continente, il progresso di certo là non ha fatto grandi passi.
Inoltre avevamo una singolarità che faceva del nostro ex Stato un
esempio forse unico di sinergia, coerenza, empatia tra sostanza ed
immagine: uno Stato sano, ricco e in crescita in un territorio
bellissimo e baciato da un’atmosfera, un clima che sembrava mettere il
sigillo d.o.c. (come si usa dire oggi) su di una situazione positiva. Il
sole c’è ancora, ma la storia e le condizioni sono ben diverse: il
degrado regna sovrano, l’economia langue, l’immondizia ammorba l’aria e
l’estetica dei nostri luoghi, i meridionali (nella gran parte) non
sanno un tubo chi sono, da dove vengono, quale è la loro storia, cosa
erano ecc… Ci vuole Beppe Grillo per ricordarcelo, salvo la
trasmissione Anno Zero di Santoro che “purga” in Tv le sue affermazioni
su come avvenne l’Unità al Sud, sul significato del termine brigante,
sulle sue esortazioni ai napoletani a reagire allo Stato di Roma
ipotizzando con autodeterminazione - stile kossovaro – una
dichiarazione d’indipendenza o almeno di autonomia. Chi non era
a Piazza Dante a Napoli al comizio grillesco, o ha avuto la fortuna e/o
l’arguzia di vederselo in Internet su You Tube in versione integrale,
non lo sa. I giornali e le trasmissioni Tv o l’hanno ignorato o
depurato (come per Anno Zero), perpetrando quell’occultamento per cui i
meridionali sono ignoranti sulla loro storia da 147 anni! E
allora, oltre i cumuli d’immondizia, questo sole malato deve ritornare
a risplendere in tutta la sua potenza, la gente del Sud deve reagire,
insorgere, organizzarsi, riappropriarsi della sua storia, riprendere il
cammino da quel 1860 che fu il suo ultimo anno d’autonomia. Deve
rivendicare il suo diritto ad autodeterminare il proprio futuro, deve
gridare: JESCE SOLE ! |