Pubblichiamo il resoconto del breve dibattito svoltosi al Senato nel luglio del 1950. Sarà lo scetticismo che avanza col passar degli anni, ma l'aspeto che ci ha più colpito riguarda gli interventi fotocopia. Ci spieghiamo meglio, ci riferiamo alla sostanza degli interventi di senatori che appartenevano a sponde opposte dal punto di vista ideologico. Vedi Zotta, Li Causi, Romano ed altri. Altro appunto che ci viene in mente riguarda il disegno di legge n. 1183 (). Praticamente venne trascinato a rimorchio dal profluvio di parole sul Mezzogiorno. quindi approvato quasi senza discussione! Non si entrò nel dettaglio ma una legge è una legge. Può servire da contenitore per futuri interventi, probabilmente così venne usata quella legge per il centro-nord. Già ridiscussa e integrata nel settembre 1950, ovvero alla riapertura del Parlamento dopo la pausa estiva! Meditate gente, meditate. |
“Cassa per il Mezzogiorno” nell'immaginario collettivo padano è sinonimo di sprechi, dilapidazione di pubblico denaro, assistenzialismo, clientelismo, criminalità organizzata, arretratezza economica. In poche parole di Sud. La summa del luogocomunismo nazionale la troviamo condensata nelle due parole-cassa-mezzogiorno. Da sempre era nostro desiderio scrivere qualche riga in merito, l'occasione ce l'ha fornita un amico che ci ha passato un link, riguardava il dibattito parlamentare sulla istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, in particolare l'intervento di Giorgio Amendola, noto deputato comunista napoletano. Ovviamente si tratta di un intervento datato, che poggia su vecchie tesi care alla sinistra vecchia e nuova: l'alleanza tra classi egemoni di un sud feudale e di un nord industriale che avrebbero intrappolato il paese impedendogli si svilupparsi in modo armonico ed unitario. Dello scontro armato decennale che seguì la passeggiata garibaldina la sinistra non sa nulla oppure fa finta di non sapere. Partendo dall'intervento di Amendola la nostra ricerca si è allargata a tutto il dibattito parlamentare che precedette l'approvazione della “Legge dello Stato 10/08/1950 n. 646 (Gazzetta ufficiale 01/09/1950 n. 200) - Istituzione della cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nell'Italia meridionale (Cassa per il Mezzogiorno)”. Un dibattito che mettiamo integralmente a disposizione di amici e naviganti, scusandoci fin d'ora per eventuali errori o sviste e rimandandovi agli originali che potete scaricare direttamente dall'archivio della Camera dei Deputati. Si tratta di una lettura interessante, a cui si dovrebbero dedicare tutti coloro si candidino a rappresentare in parlamento le Provincie Napolitane. Che fosse una legge destinata al fallimento emerge chiaramente da diversi interventi, ma questo andate a raccontarlo ai leghisti, se vi danno ascolto, tronfi come sono nei loro inossidabili luoghi comuni. Soffermatevi sulla querelle della scelta della denominazione: Cassa o Azienda? Leggetevi con attenzione l'intervento del deputato Roberti sulla industrializzazione intrapresa dalla dinastia borbonica. Noi qui vogliamo, retrospettivamente, fornirvi qualche spunto di riflessione sugli effetti di questa tanto sbandierata Legge per il Mezzogiorno. Partiamo dai numeri, che si possono manipolare fino ad un certo punto oltre il quale la loro evidenza prende il sopravvento. Date una occhiata a questo specchietto, tratto da un testo che vi consigliamo di leggere: “Studi sul Mezzogiorno repubblicano. Storia, politica ed analisi sociologica di Luca Bussotti Rubbettino (collana Università) 2003”.
Tabella 1. Ripartizione dei
fondi per la realizzazione del Piano decennale
di sviluppo del Mezzogiorno (in miliardi di lire) Opere di sistemazione montana .................... 50 Opere di bonifica e di irrigazione..................440 Opere di trasformazione agraria....................280 Opere stradali..................................................90 Acquedotti e fognature...................................110 Opere di interesse turistico..............................30 Totale............................................................1000
Volete sapere quale fu l'atteggiamento della Confindustria di allora? Prima osteggiò la legge istitutiva della cassa, temendo che potessero sorgere dei concorrenti al sud, poi si buttò a capofitto nell'accaparramento degli appalti. Soltanto nel 1957 qualcuno cominciò a sostenere la necessità che la Cassa per il Mezzogiorno si preoccupasse anche di iniziative a carattere industriale. Era stato perso un decennio! Tra Piano Marshall e Cassa per il Mezzogiorno. Senza approntare alcun progetto di sviluppo manifatturiero per il mezzogiorno. Ah, ci siamo dimenticati di un dettaglio. Abbiamo scoperto che parallelamente alla tanto vituperata legge per la “Istituzione della Cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia meridionale (Cassa per il Mezzogiorno) (1170)” fu discussa e approvata una legge per la “Esecuzione di opere straordinarie e di pubblico interesse nell’Italia settentrionale e centrale. (1171)”. |
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