L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Una lettera aperta di Vincenzo Carrozza ad Antonia Capria vedova Zitara ha provocato commenti vari, in parte via email, in parte su https://www.larivieraonline.com nei numeri 32 e 33. Il direttore de LA RIVIERA è Pasquino Crupi.

Lidia Zitara ci ha inviato la risposta netta di Antonia alla lettera di Carrozza. Pubblichiamo su sia la risposta che la lettera-aperta apparsa sul giornale di Siderno, nel numero 32 del 5 agosto 2012, numero che potete scaricare in formato PDF (previa registrazione) dal sito https://www.larivieraonline.com.

Mino Errico – 12 agosto 2012


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Risposta

di Antonia Capria

Siderno, 7 agosto 2012

Caro Enzo,

sai bene quanto mi stiano a cuore il benessere, l'economia e la pace del mio Popolo: il Mezzogiorno.

"La patriottica unità è un affare di palanche" [N.Z.]

Non siamo capaci di rubare. Da dieci anni ad oggi la voce di Nicola è entrata con forza nella testa del mio Popolo e sarà il Popolo stesso a decidere se vuole separarsi oppure no dal "bordello Italia". Pino Aprile intanto non è un pesce, ma è un intelligente divulgatore delle idee di Nicola. Le liste meridionaliste, come tu ben sai (ricorda Francesco Tassone) mi opprimono, e stavolta i capelli  mi si sono rizzati dopo aver fatto tu il nome di Nicola. Non è quello che lui chiedeva - e chiede.

Con immutato affetto,

Antonia


Fonte:

https://www.larivieraonline.com/

RISPONDE il direttore

AD ANTONIA ZITARA

Cara Antonia, scusa, ma preferisco chiamarti Zitara e non Capria, né tantomeno Capria-Zitara. Appellarsi con doppi cognomi, dopo la morte del compagno di vita, è un altro dei cattivi gusti di certa sinistra chic e mondana. Ma questo è un altro discorso. Ti dicevo, prima di perdermi in altre considerazioni, che ho preferito chiamarti Zitara perché tu rappresenti oggi, non solo per la tua famiglia, ma per quanti hanno conosciuto e amato Nicola, la naturale depositaria delle idee e dei ricordi di questo piccolo-grande uomo, straordinario per le nostre latitudini.

Rappresenti la difesa, il ricordo e, allo stesso tempo, il possibile sviluppo reale del pensiero di Nicola Zitara. Questo, ovviamente, al di là delle tue naturali doti, che non sono, e non sono apparse poche allo stesso Nicola, visto che vi siete scelti come compagni di vita. Ho nuovamente riletto il libretto: Tutta L’egalitè. Per una teoria politica del Separatismo Rivoluzionario. L’ho riletto con passione. Se fossimo stati un popolo cosciente e orgoglioso del proprio passato, attenti al destino triste che si va preparando per i figli del Meridione, l’avremmo scelto come viatico per una possibile rinascita. Ma siamo un popolo di litigiosi straccioni.

Come degli accattoni litighiamo davanti al bidone dell’immondizia per i resti della mensa del più vicino ristorante.

Nicola, insieme a Samir Amin, aveva individuato i mali, nel libero mercato, del capitalismo con la sua finanza globale creativa (imbrogliona) e distruttiva.

Difendeva però il libero mercato definendolo: l’invenzione più straordinaria dell’uomo. Aveva individuato i limiti del capitalismo, in parole povere i suoi inganni che, fiorendo hanno inquinato e ucciso di fatto il libero mercato (le mille Parmalat sparse per l’occidente).

Scrive ancora Nicola: “Noi meridionali, siamo tra quei popoli che hanno perduto tutto. Ma non amiamo crederlo perché gli stipendi statali sono l’ultimo legaccio (l’ultima illusione).

Quando anche questo legame sarà definitivamente rotto (quando quest’ultimo trucco non potrà più essere replicato a richiesta), niente terrà più l’Italia sulle sue gambe.” “L’Economist” ha tracciato nel suo ultimo numero i confini del nuovo occidente: si ferma in Toscana. Noi Sudici siamo fuori insieme a Grecia, Spagna, Turchia. Di fatto è avvenuta una rivoluzione dall’alto. Il separatismo rivoluzionario è stato promosso dalle banche e dalle agenzie di rating. Non ci rimane, cara Antonia, che prepararci a un più modesto separatismo riformista, imposto dalle regole democratiche del voto popolare. Ci hanno scippato anche la rivoluzione.

Certo, a considerare la politica locale c’è da stare poco allegri. Tutti contro tutti e tutto. Ma l’ho detto prima: siamo degli straccioni che si litigano le frattaglie.

La divisione litigiosa, questo male antico, prospera nelle nostre città, nei nostri paesi, e lascia più macerie. Non c’è posto dove fuggire e provare a rifarsi una vita. Non è rimasto neanche il coraggio e la volontà per farlo. Questo male che non ci permette di difenderci e di ragionare ci ha portato al definitivo baratro. Ci vorrebbe intelligenza e orgoglio cara Antonia, umiltà e lungimiranza.

Tutte doti perse un centinaio di anni fa, irrecuperabili, pare. Come tutti gli illusi io ho però un sogno: che tutti si allineino dietro il nome e le idee di Nicola. Amministratori locali e gente comune. Intellettuali e casalinghe.

Manovali e professionisti. Per iniziare un percorso di autodeterminazione.

C’è chi ancora crede che la destra, il centro o la sinistra possano avere un ruolo per lo sviluppo e la difesa dei nostri territori. I carnefici possono mai divenire salvatori? Si è esaurita la spinta conservatrice delle massonerie e della loro espressione politica: i vecchi partiti travisati di nuovo. Si è rotto il giocattolo della conservazione e del falso progressismo. Mancano le risorse per continuare a sostenere il sottosviluppo del meridione attraverso il foraggiamento della burocrazia massonica e della sua espressione violenta: le mafie.

Adesso, cara Antonia, ci corre l’obbligo di metterci in fila e firmare per una lista meridionalista Nicola Zitara. Abbiamo il dovere di farlo. Per questo ci ha preparato Nicola, così a lungo, così affettuosamente.

Viva il Meridione, viva Nicola Zitara.

Vincenzo Carrozza


Pubblico in questa pagina la lettera che Vincenzo Carrozza indirizza ad Antonia Capria, ribattezzata Zitara, poiché merita una immediata risposta. Non c‘è dubbio che Nicola Zitara ha introdotto una novità assoluta nella storia del pensiero meridionalista, avanzando la tesi del separatismo rivoluzionario. Ciò che, però, egli conquista così sul piano teorico, perde poi sul piano dell’attualità politica e della realtà storica. So che da vivo Nicola Zitara si sarebbe dispiaciuto di questa mia osservazione.

Ma il modo migliore di ricordare chi non è più tra i viventi non è quello dell’imbalsamazione statuaria, ma semmai quello della concordia discorsiva. E contro la polvere, che inevitabilmente arriva e copre, metodo saggio è distinguere ciò che è vivo e ciò che è morto in una teoria. Sono questioni che sembrano non impensierire Vincenzo Carrozza. Giovane ardente e fremente, sostituendo il suo cervello a quello di Nicola Zitara, come un buon caporale, ci mette sull’attenti e poi ci concede il risposo: ma solo per andare a firmare una lista meridionalista per le elezioni di primavera. Quale lista?


Fonte:

https://www.larivieraonline.com/ - n. 32

AD ANTONIA ZITARA di Vincenzo Carrozza - larivieraonline

Fonte:

https://www.larivieraonline.com/ - n. 32

AD ANTONIA ZITARA di Vincenzo Carrozza - larivieraonline

Fonte:

https://www.larivieraonline.com/ - n. 33

AD ANTONIA ZITARA di Vincenzo Carrozza - larivieraonline

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https://www.larivieraonline.com/ - n. 33

AD ANTONIA ZITARA di Vincenzo Carrozza - larivieraonline







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