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Relazione di Giuseppe Di Bello

di Giuseppe Di Bello

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14 Aprile 2013


Buon giorno a tutti mi chiamo Giuseppe Di Bello sono tenente della Polizia Provinciale e fondatore dell'Ehpa una associazione che è nata per la tutela della salute e dell'ambiente in Basilicata e non solo. La mia vicenda ha inizio nel 2010 ed è riassumibile in modo molto semplice e comprensibile. Nel dicembre del 2009 vengo informato da alcuni pescatori ed ambientalisti che c'era una trasformazione nell'acqua invasata del Pertusillo.

Stiamo parlando di 155 milioni di metri cubi di acque che all'origine sono di ottima qualità e che poi via via come mi accingo a raccontare diventano scadenti e per certi aspetti anche dannose. Io inizio ad interessarmi della questione e, conoscendo il modus operandi dell'ARPAB di Basilicata di quel periodo, (le prove di quanto sono a dichiarare qui ed oggi stanno nell'arresto avvenuto nel 2011 del direttore generale dr. V. Sigillito e nel Coordinatore Provinciale B. Bove) con un accusa gravissima ovvero: “per aver occultato le analisi chimiche delle acque di falda contenenti sostanze cancerogene originate dal mal funzionamento del termodistruttore FENICE”. 

Preciso che quei dati li diffusi io agli organi di stampa ed informazione per il rispetto che si deve ai cittadini e per la convenzione di Aarhus sulla trasparenza in materia ambientale, erano valori anche 100 e 1000 volte superiori la soglia massima consentita per elementi definiti dalla scienza internazionale in materia “cancerogeni”. Bene ritorniamo all'invaso della Val d'Agri il Pertusillo, poiché il bene pubblico per eccellenza è l'acqua, io decisi di fare dei campionamenti e delle analisi autonome, di farle a regola d'arte e di avvalermi della collaborazione in un primo momento di chimici ed in seguito anche di prof universitari (la Prof Albina Colella è diventata la Presidente dell'Ehpa). 

Questi campionamenti e le successive analisi di acque e di sedimenti sono ormai diventati decine e sono state tutte realizzate alla presenza di associazioni ne cito una per tutte sempre presente l'OIPA organizzazione internazionale protezione animali per provare a capire cosa stesse succedendo. Per fare tutto questo organizzai al di fuori dell'orario di lavoro, con soldi propri e di altre associazioni ed attrezzature personali dei controlli mirati e precisi sulle acque. I risultati come volevasi dimostrare mi stavano dando ragione, in quelle acque c'era veramente di tutto: idrocarburi, metalli pesanti, alifatici clorurati cancerogeni e colonie batteriche. 

Uscirono degli articoli di giornale dove della mia presenza non vi era traccia ma c'era la denuncia circostanziata sul problema ambientale, e fu così che l'allora assessore regionale all'ambiente di Basilicata dichiarò pubblicamente che le acque degli invasi erano pure come le sorgenti di alta montagna e si recò dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza per denunciare il procurato allarme. Bene iniziavano le indagini contro la mia persona ed il 25 maggio 2010 venivo sospeso dal servizio, dalla paga e con interdizione dai pubblici uffici per mesi due in quanto indagato con l'accusa di rivelazione di segreti di ufficio. E i segreti di ufficio sapete quali erano? Avevo diffuso i dati delle analisi chimiche delle acque destinate ad uso umano.  

Al rientro in servizio venivo assegnato presso il Museo e la Pinacoteca Provinciale perché in servizio attivo ancora presso il distretto di Potenza della Polizia Provinciale avrei danneggiato l'immagine dell'Ente Provinciale di Potenza. Qui è di estrema importanza precisare che tornando alla vicenda FENICE vi sono ben 34 imputati nel processo per disastro ambientale, tra questi vi sono ben 2 dirigenti della Provincia che non sono stati trasferiti dal loro ufficio. Uno di questi è dirigente dell'ufficio ambiente. Questi dirigenti sono stati e continuano ad essere difesi a spese dell'amministrazione, e né la Provincia né la Regione Basilicata (che pure ha dirigenti indagati nello stesso processo) si sono costituiti parte civile nell'inchiesta DISASTRO AMBIENTALE FENICE. 

Questa è la loro idea di democrazia... quest'idea nasce appunto dal fatto che un ridotto numero di persone ha gestito e continua a farlo il bene pubblico come fosse un  bene privato e lo fa talvolta vendendo (il proprio regno per un cavallo...). Cosa significa parlare di petrolio estratto in Basilicata provo a spiegarlo sinteticamente ma dando dei numeri altrimenti non si ha la dimensione del problema: Il giacimento di Basilicata è il più grande dell’Europa continentale. 473 Pozzi. Il primo pozzo risale al 1921: “Fossatelle 1”. I pozzi attivi sono 68: 43 in provincia di Matera e 25 in provincia di Potenza (Val D’Agri). 

Ci sono ben nove nuove istanze di permesso di ricerca di idrocarburi nello Jonio. Sul territorio abbiamo ben tre Centri Olio. A Viggiano (PZ) e a Pisticci (MT) ci sono i due stabilimenti che provvedono alla desolforazione dell’olio estratto. Per il Centro Olio di Viggiano è stato richiesto dall’ENI l’ampliamento per far fronte al progetto di raddoppio delle estrazioni. Nelle falde sotto questo stabilimento sono presenti Benzene e Toluene oltre a cromo, piombo, alluminio, manganese, bario, zinco e ferro in percentuali di gran lunga superiori a quelle consentite.

Il terzo Centro olio è quello in costruzione a Corleto Perticara (PZ) che servirà le estrazioni dei pozzi della Total della concessione “Gorgoglione – Progetto Tempa Rossa”. Ci sono inoltre 136 km di tubi sotterrati. Questa è la lunghezza dell’oleodotto che dal 2001 trasporta l’olio estratto fino alla raffineria di Taranto per il suo stoccaggio, la sua lavorazione e l’imbarco. Il 9 marzo 2012 a Bernalda  (MT) una rottura all'oleodotto ha causato la dispersione di migliaia di litri di greggio e l'inquinamento di un ettaro di terreno adibito a colture cerealicole. Fintanto che non è entrato in funzione l'oleodotto, hanno provveduto al trasporto del greggio verso Taranto le autobotti, protagoniste di 26 incidenti e riversamenti di olio nei terreni lungo le carreggiate. 258mila barili/giorno. 

Questo è l’obbiettivo estrattivo che si sono prefissi il Governo, la Regione Basilicata e le compagnie petrolifere. 258mila barili/giorno sono la somma del raddoppio degli attuali 104mila b/g, più i 50 mila barili al giorno della concessione della Total. A questo si aggiungano 26mila barili al giorno che si ricaveranno dai pozzi di Marsico Nuovo (PZ) l'aspetto agghiacciante è che in questo territorio si trovano le sorgenti di ricarica del fiume Agri. Per estrarre un barile di petrolio ci vogliono 8 barili di acqua ditemi voi se questo è un costo sostenibile in termini ambientali. 

Un barile corrisponde a 159 litri. Se le intese tra Governo, Regione Basilicata e compagnie petrolifere dovessero essere confermate si estrarranno dai campi della Basilicata ben 258mila barili al giorno e se la matematica non è un opinione vorrà dire che ogni giorno occorreranno 328milioni litri di acqua e per un anno occorrerebbero 120miliardi di litri d’acqua ovvero quant’è la capacità della diga del Pertusillo (capacità massima di invaso di 155miliardi di litri d’acqua - 155Mmc). E i cittadini Lucani e Pugliesi solo per bere compreranno l'acqua minerale? Mentre per l'uso civile si stanno attrezzando per richiedere un apposita costruzione di acquedotto direttamente dalle foci del Fiume Po con il bene placido della Lega e previa ampolla?  

Un consumo di acqua con numeri molto più grandi se si scoprisse che in Basilicata si utilizza, per le estrazioni, il metodo della fratturazione idraulica (fracking) che a detta di molti esperti quali il Prof Ortolani e la Prof Albina Colella questa tecnica potrebbe essere causa di eventi sismici anche importanti. Ma c'è un ulteriore interrogativo che dobbiamo porci:  in 15 anni di estrazione petrolifera non è stato mai fatto un solo controllo sull'effettivo numero di barili estratti ed i dati sono quelli che le multinazionali comunicano alla Regione ed ai comuni luogo dei giacimenti (il controllato che fa il controllore)  quanti barili non conteggiati sono estratti al giorno? Ed a cosa serve o a chi giova un mancato controllo su dette estrazioni? E infine il giro dei soldini in quali tasche finisce? Perché ci saranno sicuramente dei soldoni in giro... 

Ancora dovete sapere,  che la Total Ep Italia è stata condannata dai giudici di Potenza, per aver sversato illecitamente fanghi residui in due siti in agro di Corleto Perticara. I siti denominati così dalla burocrazia non sono altro che campi coltivati a grano o adibiti al pascolo. La nostra Regione è diventata un colabrodo, i pozzi esausti ovvero che non hanno più greggio e gas funzionano come le cave per la Campania ovvero vengono riempite di sostanze tossiche. 

Alcuni sono autorizzati dalla Regione (così detti impianti di reiniezione...) affinché le compagnie petrolifere ci possano buttare i fanghi di perforazione, altri invece vorrebbero utilizzarli per lo stoccaggio di gas metano e c'è un accordo in tal senso con la Russia di Putin e la multinazionale Gazprom. 

Torniamo alla qualità delle acque dell’Alta Val d’Agri con un invaso a quattro passi dal Centro Oli di Viggiano che fa la prima raffinazione, ovvero toglie lo zolfo presente nel greggio estratto. Questo trattamento detto di desolforazione produce tra le altre conseguenze l'emissione in atmosfera di idrogeno solforato H2S un gas estremamente pericoloso e se superiore come concentrazioni in atmosfera può addirittura provocare la morte. 

Ovvio che nel centro esistono dei mezzi per evitare di superare dette soglie di pericolo ma credetemi se vi dico che l'aria tutta intorno al centro ha il lezzo nauseante di milioni di uova marce e nella migliore delle ipotesi se dovreste trovarvi a fare una passeggiata da quelle parti vi ritroverete con un forte mal di testa che scompare dopo diverse ore. Ma sapete la vera verità, qualche surrealista o nuovo futurista ... ci ha raccontato che hanno edificato un sito termale di lusso, una SpA sponsorizzata da Gazprom,  che ospita i Vip per cure termali, massaggi a oli essenziali (non quelli dei pozzi) a costo giornaliero di 4700  € a persona in mezza pensione, come avviene nelle migliori SpA di DUBAI.  

Vi chiederete cosa centra l'emissione in atmosfera con un invaso che per sua natura è di terra e non di aria, in realtà le acque subiscono l'influenza della costante precipitazione al suolo dei residui di detti gas (piogge acide) al punto dall'aver provocato in 3 distinti episodi dei fenomeni di eutrofizzazione ovvero di mancanza di ossigeno nelle acque con la conseguente moria di migliaia di pesci e la proliferazione di alghe nocive, l'alga rossa o cornuta per precisione (la Prof. Patrizia Albertano Biologa e scienziata e ricercatrice di fama europea,  nel 2010 oltre ad asserire che quelle alghe era segno di inquinamento, ha sostenuto anche che  se quelle acque erano destinate ad uso umano occorreva informare come per legge,  l'istituto superiore di sanità ed i cittadini e che non farlo era un comportamento da criminali). 

Le acque della Val d'Agri subiscono anche l'inquinamento di terra dovuto alla dispersione per dilavamento del suolo intorno ai pozzi ed al centro oli che compromettono le acque delle sorgenti e dei torrenti nella loro discesa verso l’invaso. Il tutto intendo precisarlo avviene per responsabilità umane, dovute anche ai depuratori non funzionanti, a causa ovviamente dell'attività industriale da estrazione petrolifera e ad insediamenti urbani. 

Queste acque vengono utilizzate a scopo potabile per una misura pari al 64% in Puglia alimentando i rubinetti di grandi città quali Bari, Brindisi e Lecce ed usati per un 5% a scopo potabile per la Basilicata e per il 31% tal quali per l’agricoltura (con i conseguenti rischi per la salute, poiché gli inquinanti entrano nella catena alimentare), e vengono soggette a potabilizzazione per l’uso umano diretto. 

Tuttavia, la potabilizzazione con i metodi attualmente utilizzati comporta seri rischi alla salute, come suddetto: se il trattamento di potabilizzazione quasi azzera l’inquinamento microbiologico, non riesce tuttavia ad eliminare i metalli e gli idrocarburi dannosi per la salute, e per giunta il cloro usato per potabilizzare, ed in particolare i suoi derivati, a lungo andare risulta dannoso alla salute. Si ricorda, inoltre, che i metalli danno luogo al bioaccumulo, dannoso per la salute umana e degli organismi animali: si tratta del processo attraverso cui sostanze tossiche si accumulano all'interno di organismi e hanno la capacità di alterarne le caratteristiche strutturali/funzionali. 

Attualmente la medicina si sta accorgendo delle conseguenze negative del bioaccumulo dei metalli tossici sulla salute umana, essendo questi aumentati in maniera esponenziale negli organismi, nell’aria, e di conseguenza nei cibi che mangiamo, negli imballaggi che li avvolgono. Metalli come il piombo, l’alluminio, il cadmio e il mercurio si sono moltiplicati, grazie anche al contributo dell’uomo. Essi ledono il sistema antiossidante, per esempio, coinvolgendo anche altri organi e gli effetti possono essere particolarmente nocivi, soprattutto nei soggetti più deboli come i bambini. 

Ritorniamo  alla vicenda personale. Vi sottolineo che non voglio auto incensarmi, né tantomeno esaltare il mio ruolo di individuo a difesa della collettività. Lascio a voi ogni valutazione oggettiva. : - il 6 giugno 2012 il Tribunale di Potenza mi condanna a mesi 2 e 20 giorni di reclusione ritenendomi colpevole di rivelazione di segreti di ufficio. - il 1 ottobre 2012 i miei legali depositano appello alla sentenza di primo grado. - il 13 dicembre 2012 mi viene notificata la revoca a firma del Prefetto di Potenza della qualifica di agente di pubblica sicurezza. – il 23 gennaio 2013 mi viene restituita la qualifica di ps dallo stesso Prefetto senza esserci stato il bisogno del ricorso al TAR per vedersi riconoscere questo diritto. 

La vera frustrazione, che vi garantisco non nobilita chi vi sta parlando, è quella di ritrovarmi oggi a verificare "l'inquinamento eventuale delle acque del Museo e della Pinacoteca Provinciale. Questo a dimostrazione del fatto che se qualcuno sfiora con argomentazioni lucide e supportate anche dal parere di esperti di fama, i Palazzi del potere che gestiscono la vita della nostra Regione viene allontanato, emarginato, messo in uno status o condizione, individuale, di esclusione dai rapporti sociali. 

Tuttavia il mio impegno per l'affermazione di una nuova civiltà e di un nuovo umanesimo viene ancora esercitato al di fuori dell'orario di lavoro, sempre con propri mezzi, per difendere i diritti e la salute dei Lucani. Vi confesso inoltre che questa mia attività è volta anche a consegnare un territorio più a misura d'uomo e meno contaminato a quelle generazioni il cui futuro ci appartiene e non soltanto a parole. 

Deve appartenerci con i fatti, con le azioni quotidiane, con la trasparenza e l'etica che questa fottuta civiltà ci ha rubato quasi del tutto.  Piccoli e significativi risultati dopo anni di mortificazioni e di sospetti giudiziari cominciano a dare frutti che sono sotto gli occhi di tutti: veniamo chiamati per raccontare queste vicende supportate anche da elementi scientifici; format televisivi o quotidiani nazionali iniziano a verificare il nostro operato diffondendo non procurato allarme nella popolazione ma serie e fondate notizie circa la distruzione dell'ambiente in Basilicata a vantaggio delle Multinazionali del Petrolio e della monnezza.

Io spero che le mie forze mi sorreggano unitamente a quelle degli amici con i quali portiamo avanti questa battaglia perché oggi più che mai credere in una società più giusta, più umana, più libera e dimostrandolo con i comportamenti quotidiani sia un dovere di tutti noi per un futuro carico di promettenti prospettive.

Giuseppe Di Bello











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