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Nola 13 Aprile 2013 - Terza Giornata di Studi su Nicola Zitara

L'EREDITA' DI NICOLA ZITARA

Il resoconto di Raffaele Vescera

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14 Aprile 2013


Sorprendente serata ieri, all'Hotel dei platani di Nola per la giornata di studi sul grande Nicola Zitara. Un vero e proprio parterre de roy ha affrontato da diversi punti di vista l'eredità teorica che ci ha lasciato lo studioso meridionalista calabrese, scomparso nel 2010.

Moderato dal direttore della rivista "Il brigante", Gino Giammarino, il convegno, dopo i saluti di Antonio Panico, per la pagina FB "Briganti", è stato aperto da un puntuale intervento di Angelo D'Ambra. L'analisi marxiana delle classi sociali meridionali e il completamento del processo di colonizzazione anche commerciale del Mezzogiorno, da parte del capitale del Nord, argomenti tanto cari a Zitara, sono stati trattati con maestria e sicurezza dallo studioso campano.

Dopo D'Ambra, l'intervento molto atteso del tenente Giuseppe Di Bello che ha fatto il punto sulla situazione dell'inquinamento in Lucania. L'Eni. che non solo estrae milioni di barili di petrolio da quelle terre senza nemmeno ripagare gli incalcolabili danni ambientali che produce, ricatta e corrompe i poteri locali affinché puniscano chi, come l'eroico tenente Di Bello, compie il proprio dovere nel denunciare tali danni.

A seguire l'intervento del giovane studioso Carmine Conelli, laureato in studi post-coloniali, che, bocciando il vecchio meridionalismo lacrimoso da una parte e folcloristico dall'altra, ha messo in relazione la colonizzazione del Mezzogiorno d'Italia al più generale colonialismo subito dai paesi del terzo mondo.

In Chiusura, Marco Esposito, coordinatore del movimento politico "Unione Mediterranea" e assessore allo sviluppo del Comune di Napoli, ha illuminato la platea sui meccanismi politici governativi che penalizzano oggi, ancora più del passato, l'economia meridionale. L'autore del libro "Separiamoci" ha terminato dicendo maturo il momento politico per pensare ad un nuovo stato mediterraneo indipendente, all'interno dell'UE, capace di contare sulle proprie forze.

E’ seguito un dibattito altrettanto ricco di spunti interessanti.

Dicevamo sorprendente il convegno, per livello teorico, culturale e consapevolezza politica raggiunta dai movimenti meridionali. Vieppiù in confronto al meschino egoismo territoriale della Lega Nord, ottusamente avanzato con forme di primitivismo culturale ed umano.

L'altissima elaborazione culturale e politica raggiunta, fa ben sperare sulla vicinanza di un momento di consapevolezza sulla necessità di un'unificazione politica dei meridionalisti capace di liberare il Sud dalle sue catene.










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