L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


SALUTO A NICOLA ZITARA
LETTO DURANTE LA FUNZIONE FUNEBRE

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Siderno, 2 Ottobre 2010


Ciao Nicolino,

come mi avevi chiesto un anno fa, sono qui a ricordarti in questo triste giorno.

Che dire di te? Parto dall’inizio.

Ti ho conosciuto nell’estate del 2002, in occasione della presentazione del libro di Vincenzo Gulì, “Il Saccheggio del Sud”.

Eri là nel pubblico ad ascoltare la conferenza, ma io non  lo sapevo né ti conoscevo. In quell’occasione, a fine conferenza, ho fatto il mio primo intervento in una manifestazione culturale.

Avendo sentito relazionare che dopo l’invasione sabauda, il Sud era stato spogliato di tutto: soldi, industrie, banche e dignità e che, a tutt’oggi, continua questo malefico esercizio, ho chiesto all’autore del libro cosa bisognasse fare per uscire da questa drammatica situazione.

Una voce dal pubblico irrompeva, era la tua, e gridasti: “uno Stato Nostro!”

Il caro Vincenzo Gulì mi disse: “ Ti ha risposto Nicola Zitara”.

Da quel giorno incominciammo a conoscerci; quindi, insieme ad un gruppo di amici decidemmo di venire a casa tua: volevamo fondare un’Associazione Culturale dedicata alla Storia delle Due Sicilie e subito pensammo a te come presidente. Tu, con la tua modestia di sempre, dicevi: “ non è il caso, meglio che lo faccia uno giovane il presidente, io sono vecchio”. Ma la presidenza dell’Associazione ti spettava dopo tanti anni di lavoro e di militanza per le Due Sicile, la tua Patria!!!

Nel gennaio successivo abbiamo costituito l’Associazione Culturale Due Sicile di Gioiosa Jonica e tu sei il Presidente.

Da allora abbiamo fatto tantissima strada insieme: convegni, presentazioni di libri e viaggi in giro per il Nostro Antico Regno, sempre per portare avanti le nostre idee, per il bene ed il riscatto della Nostra Gente e per poter giungere al tuo sogno ed a quello delle persone che ti hanno voluto e ti vogliono bene, che ci hanno creduto e ci credono ancora, l’INDIPENDENZA.

Di cose da ricordare ce ne sarebbero a centinaia, ma il tempo è tiranno in tutto, quindi, ne voglio ricordare solo due.

In occasione della presentazione ufficiale del tuo libro “ O sorece morto”,  si disse, con la massima pacatezza, la verità su Garibaldi.

Costui non era affatto l’eroe dei due mondi, ma un mercenario assoldato dalla potente massoneria torinese per invadere, conquistare e depauperare il Millenario  e florido Regno Delle Due Sicile.

Con la sorpresa di tutti, dal pubblico non si levò una sola nota polemica o di contraddizione, ma soltanto dei scroscianti applausi.

Era il segno che qualcosa stava cambiando: la gente incominciava a sapere.

L’altro ricordo memorabile è la conferenza svoltasi a Pizzoni (VV), dove venivano ricordati i fatti del ’99 e si rendeva omaggio al Cardinale Ruffo, bistrattato dalla storiografia ufficiale, ed onorato dai suoi Figli del Sud per aver scacciato l’invasore straniero (francese) ed aver riportato i Borbone sul trono dei loro Padri.

Tra i relatori c’era chi difendeva tenacemente i “suoi” falsi eroi e ridimensionava la figura del Ruffo.

Non ci hai visto più, sei balzato dalla tua sedia e l’ho hai fatto letteralmente “pezza vecchia” con i tuoi excursus storiografici, ed infine gli dicesti di leggersi Francesco Saverio Nitti, che certamente non era un filoborbonico.

E’ stata una serata memorabile, non la dimenticherò mai.

Adesso voglio ricordare la tua esemplare umanità.

La tua casa era e sempre sarà un porto di mare.

Eri la gentilezza fatta persona, buono e gentile con tutti, eri  sempre disponibile al dialogo ed a dare preziosi consigli. Gran narratore non solo di storia, ma anche di fatti, aneddoti  e peculiarità di persone sidernesi  e non, con cui hai avuto dei rapporti di fraterna amicizia. Persone che anch’io, grazie a te, ho avuto la fortuna di conoscere e tra i quali voglio ringraziare il tuo caro amico Sergio Lupis, per il grande affetto che ti ha sempre dato.

Eri un uomo del popolo, la gente ti amava e ti amerà per sempre.

Una volta mi hai raccontato con molta gioia che un bambino ti riconobbe per aver visto la tua foto sul settimanale “La Riviera”.

Tu stavi a passeggio sul lungomare con il tuo adorato cane. Il bambino ti fermò e ti disse: “Tu sei Nicola? Ti ho riconosciuto dal cappello”.

Ecco, questo era Nicola.

In oltre 40 anni di impegno per il Meridione, hai conosciuto tanti amici, ma anche tanti sciacalli; i quali, specialmente dopo la tua malattia, ne hanno approfittato in modo indegno per poter farsi  nominare eredi delle tue idee e dei tuoi programmi. Ma, grazie a Dio, non ci sono riusciti e non ci riusciranno mai.

Solo i tuoi amici di sempre ed i Legittimisti porteranno avanti i tuoi programmi, gli altri li terremo a distanza, come abbiamo sempre fatto.

Tu ci hai illuminato la strada, ce l’hai spianata, hai un merito enorme.

Da oggi, grazie a te, il popolo Meridionale ha riacquistato la Sua Dignità, che ci era stata tolta con la forza, con la morte e con l’inganno.

Non sei morto invano, ma hai seminato tanto e noi abbiamo raccolto. Semineremo ancora, te lo prometto qui davanti a Dio.  

Tu ci guarderai e ci guiderai dal cielo. Ed un giorno, tutti insieme faremo festa con te, brindando alla Nostra Nuova e ritrovata Indipendenza.

Concludo come avresti fatto tu:  Viva ‘O ‘Rre

VIVA NICOLA


Franco Zavaglia
Due Sicilie Gioiosa Jonica











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