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ASSEMBLEA FONDATIVA DEL MOVIMENTO - NAPOLI 24 NOVEMBRE 2012 ORE 13

Fonte:

https://www.facebook.com/angelo.dambra.7


BOZZA DI EMENDAMENTI ALLA CARTA DEI PRINCIPI


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Premessa: quelle che seguono sono solo bozze di articoli perché i definitivi vorrei ultimarli con chi ne condivide l'orientamento. Qualora nessuno dovesse rispondere al mio sollecito a scriverli a più mani allora non li presenterò. Non nascondo che non condivido l'imposizione dell'art.1 e più in generale avrei preferito che si arrivasse ad un unico documento di sintesi. Resto dell'idea che la nostra strada politica debba essere percorsa collettivamente.

Art. 1 - Il movimento politico “Sud in Lotta”* ha un obiettivo chiaro: il riscatto del Mezzogiorno. E tre concetti tabù: mafia, razzismo e violenza.

Art. 2 - L’unità della penisola italiana ha rappresentato l’impoverimento programmato del Sud da parte dei conquistatori tosco-padani, un programma che si protrae tutt’oggi nelle forme della colonizzazione economica e del controllo della disoccupazione. Al Sud arrivano i prodotti settentrionali che soffocano il mercato e l’impresa locale; dal Sud parte manovalanza a basso costo per le imprese del Nord e carne da macello per l’esercito italiano. Il Meridione che alza la testa è quello che vuole disfarsi delle proprie catene, quello che vuole avanzare libero ed essere protagonista del proprio destino.

Art. 3 – “Sud in Lotta” è fatto dai meridionali residenti entro i territori dell’ex Regno delle Due Sicilie, gli stranieri comunitari ed extracomunitari, e coloro i quali, provenienti dal Sud, vivono fuori dal nostro territorio. Rivendichiamo il diritto a non emigrare e a realizzarci qui. Per questo occorre controllare la nostra economia. La dilatazione della sfera pubblica ha provocato indebitamento, sprechi, distribuzione di risorse ad uso clientelare e corporativo, corruzione ed assistenzialismo. Si sono ristretti i margini di autonomia imprenditoriale della Società civile meridionale con la penalizzazione dei giovani, della meritocrazia e della ricerca. Bisogna vivificare lo spirito imprenditoriale schiacciato dalla grande distribuzione e dall’industria settentrionale trapiantate al Nord; sono fallite le politiche di sussidi, di incentivi, di formazione che non hanno stimolato la nascita dell’imprenditoria locale, ma solo accresciuto la corruzione ed il bacino di consenso degli affaristi. Tali distorsioni hanno reso il Sud un’area territoriale sottosviluppata adibita allo smaltimento di marchi del Nord: ogni giorno l’acquisto di prodotti del Nord porta una fetta consistente del reddito meridionale verso le Alpi. Rifiutiamo ogni ulteriore intervento speciale, compresa l’istituzione di una “no tax area” decennale, che comporterebbe l’afflusso di ingenti investimenti dal Nord pronti a rientrare alla conclusione dei 10 anni lasciando nuovamente desertificazione economica come in un film già visto al Sud, in Irlanda ed in Portogallo. Pensiamo invece a tre misure semplici per le nostre aziende, quelle con sede legale al Sud: 1) l’abbattimento dell’IVA sui prodotti meridionali, 2) l’introduzione di una unica tassazione con aliquota fissa sul reddito in modo da dilatare il consumo di prodotti locali come vero incentivo per l’occupazione e la produzione, 3) leggi per la promozione dei prodotti cosiddetti a km 0. Se l’Italia o l’UE ci impediscono di difendere la nostra economia, siamo pronti a separarci.

Art. 4 – L’esplosione dei mercati orientali sollecita l’immediata riscoperta del mare come principale mezzo di comunicazione offerto dalla natura e riporta in auge l’esperienza politica di Ferdinando II, l’idea fondamentale di controllare il mare e le sue rotte commerciali. Urge allora l’impegno delle istituzioni regionali per la costituzione di commissioni di specialisti finalizzate all’adeguamento dei nostri porti ai crescenti standard internazionali. Lo sviluppo dei centri portuali di Taranto e Gioia Tauro (2 su 6 hub di transhipment presenti nel bacino Mediterraneo sono nostri) e degli altri porti meridionali è legato lo sviluppo economico dell’intera area costiera oggi abbandonata a se stessa. Il Sud non vuole essere la rampa di decollo degli aerei da guerra Nato, neppure vuole essere la piattaforma logistica dell’espansionismo commerciale settentrionale: il Sud vuole voltare pagina dell'imperialismo. Il Mediterraneo è mare di pace e scambi e noi ne vogliamo essere protagonisti e difensori.

Art. 5 – “Sud in Lotta” partecipa alle competizioni elettorali in piena autonomia col proprio programma; eventuali alleanze saranno solo finalizzate al raggiungimento di obbiettivi predefiniti.

Tutti gli altri articoli sono da abrogare.

* Il nome che propongo, ma a cui sono disposto tranquillamente a rinunciare.


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