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Due Sicilie
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Fonte:
la_riviera_siderno


Locride e turismo. Terra Bruciata

di Ilario Ammendolia

Con l'operazione Metropolis si e' giunti al sequestro dei villaggi turistici degli inglesi. In attesa della verita', registriamo che l'unico progetto di sviluppo che, grazie all'attrazione di capitale estero, poteva permettere crescita economica e occupazione dignitosa, finisce in carcere. E mentre cresce libera e incontrastata, lungo interi paesi, la disperazione nelle famiglie, la politica rimane indifferente.

“si tu non fili e non tessi,  sti gghiommara i dduvi ti venunu?...”

Traduciamo: “se tu non fili e non tessi, questi gomitoli da dove ti arrivano?”. Nell’inchiesta “Metropolis” i magistrati hanno seguito  il filo dei gomitoli, staremo a vedere  se  questo filo  porterà verso  la verità..

Vorremmo si cogliesse la sottigliezza, non si parte dal reato si parte  da una dalla sublimazione dell’adagio popolare che abbiamo riportato. Hai costruito, dimostrami dove hai preso i capitali. Potrebbe essere un metodo di lavoro accettabile ma se fosse stato applicato alla fiat? Se fosse applicato a Mediaset? Di certo, tramite l’operazione “Metropolis” si è arrivati  al sequestro dei “villaggi turistici degli inglesi.” Un ‘altro sogno calabrese  destinato a svanire. L’unico possibile attrattore di capitali esteri finisce in una vicenda di carcere e di ndrangheta.

Da noi, in Calabria, è sempre  così, mentre intorno anoi cresce, libera ed incontrastata, la disperazione delle famiglie, e tutto intorno  è terra bruciata.

Callisto Tanzi è in carcere ma la Parmalat è in piena produzione. Cesare Geronzi e Cragnotti sono stati arrestati, ma la Cirio ha continuato a funzionare come prima.  Durante tangentopoli migliaia di imprenditori restarono impigliati nelle inchieste, ma l’apparato produttivo passò indenne la tempesta. Il San Raffaele di Milano  funziona regolarmente nonostante la voragine di soldi spariti.

Da noi, solo da noi, è terra bruciata.

Il più noto imprenditore del caffè è finito in carcere e poi è stato assolto, il più importante armatore mi sembra abbia avuto una condanna per associazione esterna; non c’è azienda o quasi che non sia stata attinta dalla attività repressiva.

Una gara: dove non arriva la ndrangheta arriva la repressione..

Lo stesso Stato supino, sconfitto e colluso della stagione dei sequestri procede con il naplam su tutto ciò che si muove. Oggi, i sigilli sono stati messi ai villaggi  turistici: l’esperienza ci dice che tra poco le imposte arrugginite, le pareti screpolate, i condomini abbandonati ci indicheranno ciò che resta di una tenue speranza. Così è stato a Saline Joniche,  così nelle serre agricole sequestrate, e quasi ovunque vi sia stato un debole tentativo di industrializzazione della nostra terra. Sono convinto che, molto spesso, dietro iniziative apparentemente positive non ci siano frati francescani. Ma non è un problema solo nostro. Si badi bene nessuno chiede zone franche o salvacondotti. Altra cosa è la saggezza, l’equilibrio ed il senso di responsabilità.

Quanto succede in Calabria, pur con caratteristiche diverse, è successo e succede anche fuori della Calabria.. Anticipo l’obiezione: le forze dell’ordine scoprono i reati, la magistratura emette sentenze. Non è compito di questi organi dello Stato preoccuparsi della occupazione e dello sviluppo. Giusto!

Certo ci sarebbe da capire  perché al Nord non funziona così!

Perché Geronzi; Tanzi, Mussari, Cragnotti non hanno portato a fondo le aziende e gli operai.

Ci sarebbe da capire perché nessuno né a Siena, né in Toscana, né a Roma chiede il sequestro del Monte dei Paschi., dove pure qualche miliardo pare che manchi all’appello. Forse perché  non si è buttata la rete a strascico, perché finora c’è stato un solo arresto, mentre la banca continua a funzionare e il governo ha preso tutte le misure per salvarla.

Cosa ci sarà in fondo a questo tunnel: una Calabria libera della ndrangheta che intraprende la strada dello sviluppo? Dio lo voglia! Per ora però ci sono solo macerie che si aggiungono a macerie.

Il direttore Sansonetti su Calabria Ora del 6 marzo, a proposito dell’inchiesta “metropolis”, ha parlato di una parte dello Stato capace ed  efficiente ( forze dell’ordine e magistratura) a cui si contrappone la parte politica priva di qualsiasi progetto. Il “progetto ndrangheta” si inserirebbe in tale contraddizione! Analisi originale ed interessante, certamente da approfondire, anche se la storia della nostra terra dimostra che  le due parti dello Stato sono stati e sono complementari tra di loro, quasi come lo era la Santa Inquisizione rispetto al Braccio secolare. Una storia antica: il 16 settembre 1868 il capo del governo, generale Manabrea, scriveva all’ambasciatore italiano in Argentina, al fine di incaricarlo sulla disponibilità del governo di quel Paese di dare in fitto, comodato o vendita, un ampio terreno nelle terre inabitabili della Patagonia. Richiesta rivolta al fine di deportare i superstiti protagonisti del brigantaggio meridionale. Manabrea,  non aveva intenzione alcuna di creare un insediamento in condizioni climatiche impossibili. Il disegno era quello di sterminare ciò che restava dei “briganti” del Sud in un campo di concentramento. Nello stesso periodo chiudevano gli stabilimenti di Ferdinandea, le ferriere di Mongiana, scomparivano le filande, entravano in crisi le industrie e l’agricoltura del Sud.

In fondo si trattava solo di briganti, potrebbe dire qualcuno riflettendo su quei fatti lontani! La verità è che con una mano si creavano i briganti con l’altra si sterminavano.

Una storia che continua: una parte dello  Stato ha creato in Calabria  l’humus per la diffusione della ndrangheta, squarciando una società che, pur tra mille contraddizioni, aveva un suo decoro ed una sua dignità,. Il “braccio secolare” prende in consegna il “prodotto umano” della sconfitta,  mostra le teste degli arrestati alla gente, nel tentativo di legittimare lo Stato e rassicurare i cittadini. Così, il filo si sgomitola ma il Minotauro resta vivo e pretende l’insopportabile tributo di vite umane..

Ilario Ammendolia










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