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Inserito
il - 24 Giugno 2005 : 00:16:08
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Anche se abbiamo ereditato la camorra o grammur (guapos)
, non
è detto
che di questa ne paghiamo le conseguenze, il sistema cambia e tutto
gira intorno ad esso. Il sovraffollamento urbanistico spagnolo che dici
è vero e giusto, ma, secondo te, fecero meglio alla fine
dell'800 che
rasero al suolo un intera città distrugendo monumenti e
palazzi
secolari solo per fare strade nuove? perchè dovevano
risanare la città ?
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Inserito
il - 24 Giugno 2005 : 03:56:56
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Come ho già accennato precedentemente, la
storia delle arti
non
è una speciale forma di storia estranea al contesto sociale.
In
tal senso, la lettura storica generale dei fenomeni vorrebbe un
approccio che comprenda anche ciò cui si fa cenno appena
sopra.
Occorre però un lavoro complesso, con varie
fonti
prospettiche, pluridisciplinare.
Per
quanto mi riguarda, usando una modalità di giudizio assai
banalizzante, dico: il sovraffollamento, la criminalità
organizzata e
disorganizzata, sono fenomeni comuni a tutte le città , con
una maggiore
incidenza, ovviamente, nelle metropoli dove esistono
attività
redditizie; in quella, e in tutte le epoche.
Si può anche aggiungere:
Chi
detiene il potere lo esercita per accrescerlo e ripararsi dagli
attacchi di chi vuole acquisirlo o, semplicemente, per vessare il
debole.
"Signor curato, questo matrimonio non s'ha da fare" cit.
Detto
ciò , l'analisi di sociologia urbanistica - per discutere i
temi cui si è
fatto cenno- non è cosa fattibile in questa sede; la
questione non
sarebbe affrontata nel modo giusto, occorrerebbe il punto di vista di
uno storico della civiltà del '600 e un sociologo che abbia
approfondito le dinamiche dell'età barocca e non guasterebbe
neppure il
punto di vista di un architetto che abbia curato, nel suo campo, lo
stesso tema . Io non sono nessuno dei tre.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 24 Giugno 2005 : 04:55:25
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Sia pur preceduto da grandi interpreti, la prima
personalità
autenticamente geniale, della stagione artistica cui si fa cenno,
è
Mattia Preti, il "Cavalier Calabrese", (Taverna cz 1613-La Valletta
1699) .
A soli ventinove anni il Preti faceva parlare di
sè .Presente
dal 1630 a Napoli, subito assunse lo stile alla
"Manfredi", impropriamente chiamato poi, caravaggismo.
Fu eletto, a Roma, membro dei "Virtuosi del Pantheon".
Durante
la permanenza napoletana rappresentò , in alcune sue opere, i
fatti di
cronaca che sconvolsero la Napoli seicentesca: la rivoluzione di
Tommaso d'Amalfi.
Queste scelte tematiche, assolutamente nuove in
penisola, che denotano una sensibilità non comune, sono
riferibili al
pensiero bruniano; rappresentazioni del "vero e bene" degli "Eroici
Furori" , in cui, l'artista legge l'emancipazione dal sistema come
emancipazione dell'uomo.Il superamento di esso, delle istituzioni
(...religiose, nello specifico di Bruno) , che sono strumento per
l'educazione e la gestione delle incolte masse popolari, assume il
carattere di una ineluttabilità necessaria, rappresentata
con una
"spietatezza cronachistica" fino ad allora sconosciuta.
Va ricodato che, come filosofia, essa precede di
più di un secolo l'idealismo tedesco di Federico Schelling.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 24 Giugno 2005 : 15:18:38
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Forse, questa grande stagione non avrà la
stessa forza
ideologica nel campo architettonico.
L'architettura, per
sua natura legata più strettamente alla committenza, si
manifesta in un
barocco altrettanto importante, ma privo di intenzioni.
In pratica, l'architettura civile non sempre
è ricca di quei
contenuti presenti nelle arti visive.
Alcuni
artisti visivi, come dicevo poc'anzi, sono stati precursori , hanno
aperto, cioè , la strada ad una forma di impegno che solo nel
'700 si
manifesterà in tutta la sua pienezza.
Certo nel '600 c'è anche un
folto gruppo di pittori talentuosi e disimpegnati, e guardacaso sono
questi ad avere gli incarichi ufficiali per le decorazioni degli
interni.
Questi "disimpegnati", sono l'ala tonalista della
pittura napoletana ed
hanno come loro corifè i Luca Giordano e Solimena.
-Pochi, sono i "tenebristi"a cui viene data una
commissione di rilievo-
Aggiungo
però , il '600 è un secolo in cui si da ancora
poca importanza al bene
pubblico, bisognerà attendere l'avvento dei "lumi", come
giustamente
afferma l'altro utente.
Il problema però riguarda tutta l'Europa; mi
risulta, infatti, che Londra avesse problemi analoghi, in fatto di
disagio sociale, e solo un incendio che devastò tutta la
città (incendio in cui sparì anche il famoso
teatro shakspeeriano
"Globe") fece sì che la città fosse ricostruita
con altri criteri.
Ricordiamo
pure le sommosse milanesi, quelle ben ricostruite nei "Promessi
sposi", che pure sono indice di un malessere che certo non presuppone
una città più vivibile della nostra.
Tornando
però alla questione in oggetto, che ha per scopo mostrare
dove comincia
la falsa lettura tradizionale della storia DELL'ARTE, per
intenderci, quella data dagli storici cui si faceva cenno prima: come
più alti esempi di espressione artistica napoletana,
relativamente al
'600, sono dati proprio gli artisti in ultimo citati.
A Giordano, infatti, vengono sottoposti i "tenebristi" e lo stesso
Preti.
Perchè ?
Giordano
è funzionale al tipo di lettura che gli storici intendono
dare, perchè
pocede secondo i canoni del tonalismo veneto ed è avulso
all'esperienza
filosofica dei secondi.
Da una parte, quindi, accontenta il campanilismo locale, dall'altra
nega
quella che è la parte più autentica e rilevante.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 25 Giugno 2005 : 13:53:14
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Il cormatismo alla "Manfredi" (caravaggesco) , ben si
presta alla
rappresentazione di una verità non disvelata, da cercare
attraverso una
fitta tenebra che lascia intuire solo frammenti di
verità ; essa è
metafora della conoscenza da dipanare attraverso la "tenebra
dell'ignoranza".
Alla verità si perviene attraverso un modus
vivendi, una pratica di ricerca e di coscienza; è
l'accettazione
dell'inconosciuto, che viene sondato attraverso pratiche che sono
dette, per carenza epocale di termini propri, magia ("De magia",
Giordano
Bruno) .
La magia, però , altro non è se non
la
sperimentazione alchemica.
Alchimia, dunque, progenitrice della chimica.
C'è
poi, anche una straordinaria lettura dei vincoli sociali, sorta di
proto
teoria comportamentista (si è detto, poco sopra, dei moti
popolari
secenteschi) dispiegati nel "De vinculis in genere" di G.Bruno.
Altri
sono gli autori in linea con la ricerca di Preti, ma di impegno
più
contenuto; tra essi, più significativi: Battistello
Caracciolo e, per
certi versi, Josepe de Ribera detto lo Spagnoletto.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 26 Giugno 2005 : 13:25:33
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Da sottolineare: l'interesse per queste "sofie
esoteriche" non era ben
visto dall'autorità ecclesiastica, dunque, tante sono le
remore degli
autori nello svelare tali propensioni.
Ad un artista, la pena minima che potesse capitare, era
l'emarginazione
dalla committenza.
L'autorità
agiva piuttosto severamente nei confronti di tali "divagazioni
anti-dogmatiche"...a tutti è nota la condanna di Bruno.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 26 Giugno 2005 : 14:04:02
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Il primo, forse, tra gli artisti manifestamente
schierati tra le fila
dei
teosofisti e, soprattutto, riconosciuto da una committenza colta, fu
Salvator Rosa.
Eclettica figura d'uomo, si misurò con la
pittura, con
la filosofia, la letteratura e la musica, affrancandosi dalla
committenza ecclesiale (almeno quella ufficiale) .
Di Rosa, una prima
fase produttiva è volta al successo commerciale, la
caratteristica di
questa fase è una produzione, cosiddetta, di "genere",
composta da
"Battaglie" e "Marine" (prodigiosa dal punto di vista tecnico) .
Successivamente, l'autore
fu iniziato al pensiero teosofista-panteista e concentrò
, lucidamente, l' attenzione al pensiero bruniano.
La sua pittura, volta così al tema
filosofico, si esprime
con scene che rappresentano
gli episodi dei pensatori greci del V secolo, quelli dei
"Perì
fiseios", dei "De natura", per dirla alla latina.
La sua cifra
cromatica, stilistica, può ancora essere riferita a
Caravaggio, ma non
solo a Caravaggio; anticipo che la sua matrice è da
ricercarsi
sopratutto in certo manierismo colto.
L'autore lavora sull'introiezione, sulla memoria
antropologica.
In
qualche modo, questa operazione si può qualificare, come
dice Achille
Bonito Oliva:< < Linea "bulimica", citare per
rappresentare...la
bulimia come principio di assorbimento> > 2.
Nessun atrista del
'600, come Salvator Rosa, desidera trasmettere quei principi di
conoscenza (già non più legati al mondo della
rappresentazione, cosiddetta, artistica) che egli stesso assorbe e di
cui
si sente tramite.
In tal senso, dunque, il riferimento è
senz'altro
il manierismo colto, perchè , nel manierismo possiamo trovare
la radice
della modernità , meglio, della contemporaneità
che si gioca sulla
coscienza dell'artista circa l'identità metalinguistica
dell'arte.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 26 Giugno 2005 : 14:06:59
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nota 2) A.B.Oliva, "Gratis a bordo dell'arte", ed
Skirà .
SalvatorRosa
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Inserito
il - 29 Giugno 2005 : 12:15:14
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Svincolato dalle iniziali esigenze commerciali, grazie,
sicuramente,
alla
committenza di potenti teosofisti (a queste scuole aderivano
personaggi, meno in vista, di illustri famiglie) .
Rosa vuole prepotentemente affermare quel pensiero,
già
leonardiano, di una pittura come cosa di pensiero.
Il
pittore, in quanto pensatore, può e deve misurarsi con gli
altri sistemi
di elaborazione dell'idea universale delle cose, che diventa
determinata
fisicamente, per dirla hegelianamente, quando prende forma (come
quadro, come musica, come pensiero filosofico, etc.) .
Egli, infatti, è anche musicista, finissimo
scrittore e
teorico; dichiarandosi, comunque, cultore dilettante delle lettere:
< < ...La
state all'ombra e il pigro verno al foco, tra modesti desii l'anno mi
vede pinger per gloria e poetar per gioco...> > .
Egli afferma
la impossibilità di distinguere, con metodo descartiano, il
vero dal
falso e non riconosce -la storia gli darà ragione-
l'applicabilità del
metodo meccanicistico su tutti i fronti del sapere umano.
Prenderà , comunque, le distanze anche da
discipline morali e
politiche applicando
una ricerca che oggi definiremmo antropologica.
Il vero, per Rosa, va
sviscerato dal fenomeno quale appare -tra innumerevoli
difficoltà -
perchè vanno intese le matrici funzionali che hanno portato
all'affermazione di una consuetudine culturale apparentemente naturale.
Attraverso
la sua pittura, l'artista cerca di rappresentare pure l'origine della
comprensione dei fenomeni naturali, i tentativi di dominio della natura
avversa (vedi le "stergonerie") , intendendo far passare quello
scetticismo, poi romantico, di debolezza delle facoltà umane
al cospetto
della infinita complessità della natura.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 04 Luglio 2005 : 16:24:57
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In virtù di questa visione delle cose, le sue
rappresentazioni
mostrano, come già anticipato, un carattere proto-romantico:
una natura immensa, sovrastante uomini
piccolissimi; alternando scene di
nostalgia arcadica a inquietanti rupi e boschi tenebrosi.
Forse
non a caso, queste opere, oggi, sono in massima parte
proprietà di musei
americani, inglesi e tedeschi; paesi che hanno avuto, appunto, un
movimento
propriamente romantico.
Si potrebbe dire che la fase matura, della
pittura di Rosa, anticipando, con forma spirituale e sensibile
(qualità
propria dell'arte) i concetti di un idealismo trascendentale, quale
sistema globale del sapere, sia figura di riferimento per gli artisti
che in età propriamente romantica agiranno esteticamente i
principi
fichtiani (con la visione negativa e incombente della natura, come per
esempio K.D Friederich) , ma, riferimento pure per quanti si
rivolgeranno
a una visione schellinghiana, in cui una natura dotata di dinamismo
vitale e organicità è un'oggettività
il cui prodotto è
soggettività , territorio nel quale l'uomo può
sentire la natura beneola
e favorevole all'uomo (i cosiddetti "pittoreschi", tipo Constable,
scuola
di Fontainebleu e Barbizon) .
SalvatorRosa
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Inserito
il - 05 Luglio 2005 : 12:40:33
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La posizione ideologica di questo artista, "abbastanza"
critica verso
il
dogmatismo religioso, avendo per riferimento il pensiero antico, quale
sacrario di conoscenza, si fa avversario di tutti quegli apparati di
ignoranza che la Chiesa gestiva per vizio congenito o per malafede.
Posizione aspra la sua, sia nei confronti
dell'istituzione che verso
l'estetica, tal volta vuota, del barocco.
La sua vivace polemica gli fece rischiare un processo,
dal quale
sfuggì grazie all'intervento del fratello di un noto
cardinale.
La
pietra dello scandalo fu un'allegoria della chiesa in semianze di donna
che dispensa gioielli e denaro ad un branco di bestie di varia specie.
Pesante
fu anche la polemica personale con un altro napoletano, Gian Lorenzo
Bernini, che Rosa considerava un artigiano ignorante e
presuntuoso, artista del mero abbellimento, le cui inenzioni erano
tutte
tese ad un'estetica priva di quel processo di pensiero che fa, di
un'opera visiva, tramite di conocenza alla stregua del testo
filosofico.
All'interno
di una produzione citazionistico-filosofica e mitologica, l'artista
esprime in modo più diretto la dottrina teosofica attraverso
rappresentazioni allegoriche che rimandano a ritualità
arcaiche, quali
capacità di relazione con la natura, poichè , la
natura stessa è Dio, o
parte di esso; comunicare dunque, relazionarsi con la
totalità
dell'unica sostanza, chiara visione panteistica (il pensiero bruniano) .
I
soggetti sono le cosiddette "stregonerie" e "streghe" che qualcuno
legge, addirittura, come esaltazioni in chiave satanistica (che non
esisteva proprio) .
Essa è , piuttusto, operazione fortemente
introiettiva, di analisi interiore, dato che la relazione con le forze
esterne e naturali parte da una capacità di autocoscienza;
fatto, questo, che l'antico cultore del rito sapeva evocare attraverso
l'interpretazione dell'immagine interiore.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 05 Luglio 2005 : 16:41:43
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In ciò pare quasi precedere le
rappresentazioni oniriche di
Fussli
e, per certi versi, l'attenzione all'onirico dei surrealisti (legati
ideologicamente alle teorie di Freud) .
Non ci stupisca ciò , poichè la
simbologia onirica
è
parte rilevante di dottrine cui lo stesso artista aderiva.
La
rappresentazione dell'ambiente naturale perde, nella fase ora in
oggetto, i connotati della verosimiglianza -sia pure inquietante-delle
opere appartenenti alla fase precedente.
L'ambiente, assai
rarefatto, è avvolto in una tenebra ancora più
fitta e la luce è
diretta, anzi, sembra talvolta scaturire dalle figure stesse, proprio
come
nell'"Incubo" di Fussli.
Un corretto approccio critico a tale
produzione, deve partire dal principio che si tratta di considerazione
metafisica intorno al concetto di universo organico, la cui
varietà si
riconduce -si è detto poco sopra- ad una originaria
unità con l'ente
supremo e, poichè l'uomo è dotato di coscienza,
concepire tale unità è
esercizio tutto interiore.
Ora, se egli stesso -l'uomo- è parte di
questa unità , è anche padrone di strumenti
intellettivi per manipolare
la materia di cu è composto.
Questa "abilità ", però ,
è determinata
dalla conoscenza acquisita attraverso passaggi che, di volta in
volta, portano lo studioso ad un livello superiore.
Un processo di acquisizione questo, che richiede
abnegazione e porta ad
una sempre maggiore lucidità .
La
stregoneria è dunque, quel recondito erramento ferino che
poneva l'uomo
antico, già cosciente dell'unità , nella
condizione di "evocare", non già
padrone delle forze intellettive sue proprie.
SalvatorRosa
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Inserito
il - 05 Luglio 2005 : 17:05:30
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L'uomo -ancora in stato primitivo ma avviato verso la
civiltà - è
indotto, attraverso la paura dell'evento naturale, alla
razionalizzazione; questo è il processo che
produrrà l'istituzione
religiosa prima e civile poi.
Questa teoria sarà portata alla sua massima
chiarezza da GianBattista Vico nella "Scienza Nuova".
SalvatorRosa
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