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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Natura e memoria storica
nella pittura di Cuono Gaglione

Aniello Montano

COMUNICATO STAMPA - ANIELLO MONTANO - per CUONO GAGLIONE - BRUXELLES

Grazie alla cortesia di Madame Banotti, questore responsabile per le questioni artistiche e culturali del Parlamento Europeo, Cuono Gaglione espone a Bruxelles. Su proposta dell’eurodeputato Roberto Bigliardo, le opere di Gaglione sono state visionate e accolte per una esposizione di alto valore artistico in una sede di così grande prestigio. E’, questo, un meritato riconoscimento per un artista che, pur tra mille difficoltà, ha mantenuto fermo il suo impegno nel campo della cultura e la sua
fedeltà ad uno stile pittorico.

Gaglione dipinge da quasi quarant’anni. E da altrettanti anni è pittore figurativo. Non si è mai lasciato incantare dalle sirene dell’ultramodernità. Non ha mai ceduto alle lusinghe psicologistiche ed istintuali dell’informale o dell’astratto. Non ha mai creduto che la scomposizione della realtà, fino ad arrivare al puro segno o al semplice schizzo cromatico, potesse dire e dare più della restituzione di un’immagine reale filtrata attraverso l’intimo e personale ripensamento, carico di sonorità emotive e passionali.

Ed è proprio la tensione emotiva e passionale la cifra che connota la pittura di Gaglione. Egli sente il mondo reale (degli oggetti e degli scorci paesaggistici) e le figure umane nella tonalità pratica che gli è propria. Non li avverte quali realtà chiuse in una loro dimensione semplicemente esteriore, quasi a vederle fosse un occhio capace di cogliere soltanto le pure geometrie delle forme oggettive. Li avverte già come realtà cariche di umori passionali, di sentimenti fortemente sentiti e vissuti.

Una figura umana, nella pittura di Gaglione, non è una pura e semplice forma, rubricabile sotto la categoria della "cosalità", appartenente alla mera esteriorità. E’, invece, un’immagine trasfigurata dal sentimento che l’artista vi ha incorporato e che,
perciò, diventa il simbolo vivente e pulsante della tensione emotiva e pratica dell’artista.

I paesaggi e le figure di Gaglione, perciò, non sono mai astrazioni ricavate da una memoria puramente visiva e fattuale. Sono sempre espressione di un vissuto e, perciò, contestualizzate in un tempo e in un luogo. Hanno sempre ancoraggi ben definiti a fatti ed eventi, accaduti in un certo luogo e in un determinato momento storico.

Le tele in mostra in questa magnifica e prestigiosa sede, gentilmente offerte dalle Autorità europee, sono il racconto di un momento particolarissimo della storia del Mezzogiorno d’Italia. Un momento centrale: quello dell’espansione del Regno sabaudo e della sua trasformazione in Regno d’Italia, a seguito dell’annessione di altre realtà statuali della Penisola, Regno delle due Sicilie compreso.

Gaglione, pittore socialmente impegnato da sempre, dedica la sua arte alla rivisitazione di questo snodo della storia in chiave decisamente antisabauda. E se nella mostra dedicata a "Sirene, Ninfe e miti delle due Sicilie" aveva assunto a simbolo della Magna Grecia per lo più figure di donne (ninfe e sirene, appunto), in questa dedicata ai "Preziosi delle due Sicilie" ha scelto figure tipiche della emarginazione sociale e politica all’interno della realtà meridionale post-unitaria: briganti, emigranti, contadini.

E'l’epopea degli esclusi, di quanti non vollero, non seppero né poterono riconoscersi nella nuova realtà statuale. Sono queste figure, fiere e sofferenti ad un tempo, a rappresentare l’attaccamento istintivo e passionale di Gaglione al Sud d’Italia, a quel
Sud che egli, in linea con una certa ritornante storiografia, continua a chiamare il Regno delle due Sicilie.

Tanto questa dizione che le figure prescelte sono, però, l’aspetto esteriore, puramente intellettualistico, la cornice della tensione artistica e del fare pittorico di Gaglione. Fuori ed oltre la sua lettura della storia e del destino di alcuni gruppi sociali dell’Italia Meridionale, c’è, invece, il pittore che sente il colore come linguaggio espressivo privilegiato, capace di parlare all’intelligenza passionale e ll’appassionata razionalità dell’uomo. Che sente la pittura come modo di esprimere, in forme immediatamente comprensibili, la tensione pratica, i sentimenti profondi, il radicale attaccamento alla terra in cui si è nati, alla società in cui ci si è formati e di cui ciascuno avverte, incancellabile, il fascino maliardo e pervasivo.

Il Mezzogiorno d’Italia, con i suoi paesaggi e le sue figure topiche, fisse, quasi scolpite nella memoria storica, è il vero protagonista della pittura di Gaglione. L’artista riflette su questa realtà con la più viva e sentita partecipazione. Con il suo
occhio acuto e penetrante scruta e indica il malessere atavico che la investe, la marginalità della sua condizione attuale. E, con la nobiltà dei suoi sentimenti e la forza della sua arte, tenta di riscattarla, di riconsiderarla in una chiave ideale.

Ne risulta una rappresentazione sincera, autentica, carica di una tensione affettiva e di una partecipazione emotiva propria di chi avverte una sorta di identificazione tra il proprio vissuto e la sorte del proprio ambiente storico.

Sulle tele si moltiplicano scene e personaggi, amorevolmente e simpateticamente custoditi nel profondo della propria memoria ed eletti a simbolo del legame con le proprie radici. Ecco perché, accanto alle figure di contadini, briganti ed emigranti,
compare ripetutamente l’immagine di Pulcinella; di quel personaggio mitico che racchiude in se"penuria di beni" e "ricchezza di talento", i simboli tradizionali, più accreditati, della condizione storica del Mezzogiorno e delle capacità dei suoi figli.

In queste tele, il tocco è leggero, sfumato, leggermente opacizzato, quasi a rendere la malinconia, dolce e sofferente, della distanza: che, però, è distanza di tempo e di situazioni storiche, mai di emozioni e di profondo sentire.

La mano sicura dell’artista, giunto ormai al vertice della sua maturità pittorica, sa instaurare all’interno della campitura della tela un sottile gioco dialettico tra il vicino e il lontano, tra il chiaro e lo scuro, tra lo sfondo e la figura da fare emergere.

Quella di Gaglione è pittura delicata, composta e serena, anche nella denuncia sociale e nella rappresentazione del dolore. E'pittura maturata nella macerazione interiore e approdata a una lirica felicità espressiva.


 

ALCUNE OPRE DI CUONO GUAGLIONE

'e chiammarono brigante

'e chiammarono brigante

 

L'attesa dell'emigrante

L'attesa dell'emigrante

 

Quel giorno a Casalduni

Quel giorno a Casalduni

 

Onore ai caduti di Casalduni

Onore ai caduti di Casalduni

 

Il Sud e l'Unità d'Italia (9. La Sicilia)

 

 

"LA STORIA PROIBITA" Intervista a Carmine Crocco Donatello

 

Monologo di Carmine Crocco Donatello

 

Interrogatorio di Crocco

 

Stralci dall'autobiografia

 

Stralcio di un articolo pubblicato nel 1992 su "Il Calendario del Popolo"

 

 


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