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From: "Alessandro Romano" 
Subject: MSG 06 - 152 - Onore ai nostri Padri
Date: Fri, 19 May 2006 12:18:59 +0200

Stemma Due Sicilie Rete di Informazione
delle Due Sicilie

"Onore ai nostri Padri"

Il giorno 20 maggio 2006 sarà fatto un nuovo passo in avanti verso la riscoperta della nostra identità ed il rispetto della nostra memoria storica.

Un avvenimento di estrema importanza in una parte della nostra Terra dove, in un turbinio di iniziative e di manifestazioni, instancabili e fedelissimi duosiciliani stanno restituendo con coraggio e dedizione  "L'ONORE AI NOSTRI PADRI".


Cap. Alessandro Romano
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Onore ai nostri Padri
Nell'antico borgo di Casolla frazione di Caserta
Il giorno 20 maggio alle ore 21,00:
Monumento ai caduti delle Due Sicilie


L'antico borgo di Casolla ha uno scrigno che è Piedimonte di Casolla, con le sue antiche chiese e dove ogni maggio si tiene la festa dell'Ascensione ricca di suggestioni.

La ricorrenza prevede un rito antico dal sapore pagano quale la benedizione delle acque che si celebra presso la scalinata della chiesa di S. Rufo, una evocazione di ricordi di un passato che affonda le radici nel presente.

Quest'anno la kermesse tifatina oltre a presentare i suoi consueti aspetti religiosi opera una incursione nella storia del territorio con un evento particolare: l'apposizione di una lapide in ricordo dei combattenti borbonici.

L'occasione è data dall'episodio di guerra che si svolse intorno e dentro il palazzo Cocozza. Un cruento scontro tra "piemontesi" e napolitani, un conflitto in cui, peraltro, l'antica magione fu bruciata. Episodio tra tanti che parla della "ruota rossa della storia" che è passata nelle nostre strade. Per la prima volta in Campania verrà eretta una targa per i combattenti borbonici che pur difendendo le loro case, la loro terra, vennero oscurati dalla propaganda risorgimentalista. La manifestazione, dal chiaro carattere duosiciliano, si realizza sull'onda della rinascita del sentimento identitario che oramai affiora in più occasioni in Terra di Lavoro.

Promotore dell'evento è l'associazione "Il Giglio tifatino" con Giuseppe  Vozza e Mimmo Corvo di  Casolla che hanno inserito la commemorazione nell'ambito della festa tifatina a cui partecipano attivamente.

La lapide è stata scolpita in prima persona dalla rara professionalità dell'esponente neoborbonico Fiore Marro che corona così un sogno a lungo cullato di dare il giusto riconoscimento ai combattenti del regno.

Associati all'evento sono, ovviamente, il Movimento Neoborbonico che sarà presente con i suoi militanti e l'associazione Terra  Nostra da sempre in prima linea per la riscoperta delle nostre radici. 

Il giorno 20 maggio alle ore 21,00 si scoprirà il piccolo monumento e seguirà la benedizione dell'Arciprete Don Enzo De Caprio con il raccoglimento dei presenti e l'esecuzione del silenzio fuori ordinanza da parte di un trombettiere.

All'evento sono invitati tutti i casertani che hanno a cuore la loro storia, compresi quei politici da cui si spera maggiore attenzione per le frazioni della città tifatina.

All'invito ha già aderito il candidato Maddaloni che ha assicurato la sua presenza. 

 

Mov. Neob. Caserta

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COMUNICATO MOVIMENTO NEOBORBONICO "TERRA DI LAVORO"


Finalmente una lapide in Terra di   Lavoro per ricordare i caduti duosiciliani in difesa della nostra terra. Un pensiero che ci ha preso da tempo ed a  cui lavorava il  nostro infaticabile decano dott. Salemi con passione. Come accade sovente dalle nostre parti quando meno te lo aspetti succede…

D’altra parte molte cose stanno succedendo. Anche se non è il caso di enfatizzare in maniera provinciale gli accadimenti non possiamo sminuire il nostro impegno sul campo delle idee e dei fatti. Un sentire diverso comincia da qualche tempo ad affiorare per Caserta e conurbazione, un primo approccio ai sentimenti della identità perduta, dei valori della continuità, del senso di appartenenza, della storia patria, delle radici profonde che non gelano…

Nessuna concessione al nostalgismo fine a se stesso, quello che  stiamo facendo è, in piccolo, la rivitalizzazione di un mito comunitario. Terra  Nostra si è impegnata su altri fronti paralleli con Vozza Editore alla riscoperta degli oppida osco sanniti, padri ancora più antichi dei combattenti del 1860.

E’ tutto il patrimonio della nostra vicenda di popolo che è in discussione rispetto non solo al potere del nord Italia ma all’assolutismo bruxellese che viene a pianificare la nostra miseria europea, al mundialismo rampante delle multinazionali apatridi e del capitalcomunismo cinese.

Il termine identiario riassume i nostri sforzi per rilanciare un dibattito su temi e concezioni diverse, non impantanate nel panorama dell’intellighentia sinistrorsa, la stessa che prende alimento dai principi dell’89, anche se qualche volta i compagni presi dalla onnivorità provinciale lo dimenticano. Strano fenomeno a Caserta quello in cui con la presunta morte delle ideologie lo slancio vitale degli identitari ha sviluppato un desiderio insano delle sinistre ad un abbraccio antistorico e quasi da PACS. Ma se noi rifiutiamo gli schemi di destra e sinistra per andare in direzione Sud non abbiamo dimenticato la retta via. Non basta fare del facile revisionismo terzomondista o del miserabilismo pauperista per schierarsi con il Giglio. Noi abbiamo valori forti che non sono la fratellanza universale, o l’eguaglianza dell’appiattimento. Sulle nostre bandiere al massimo troverete scritto a lettere rosso fuoco libertà, ma quella vera che fa la guerra al conformismo da qualunque parte esso venga.  Ma troverete anche Tradizione, con tutto quello che ne consegue in termini di comunità, famiglia,storia e religione.

Per questo noi rivendichiamo la nostra indipendenza culturale che non ha da pagare balzelli al liberismo ma non ha pure vincoli che la legano  al circo del gauchisme internazionalista.

Per questo noi muoveremo le nostre insegne quando troveremo l’opportunità di far valere la nostra visione del mondo senza dimenticare chi siamo, da dove veniamo e soprattutto dove andiamo.

Per questo cercheremo di influenzare tutto il mondo che ci circonda e cavalcheremo tutte le tigri  per ridare fiato alla causa della nostra gente e della nostra terra, nel solco di una tradizione che esiste malgrado tutto e tutti. 

Apporre una lapide in un borgo non cambierà la storia, quella con la ruota rossa di sangue di  cui parla Solztenicyn  e che dalle nostre parti ha lasciato il posto alla volgarità della cronaca, ma noi viviamo in questo tempo su questo lembo di terra che vorremmo fosse rinnovato a nuova dignità e per questo continueremo sempre a batterci con tutte le armi dell’intelligenza.

 

Pasquale Costagliola

Presidente Terra Nostra e Delegato Ass. Neoborbonica


 








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