Il periodo borbonico è senz'altro una fase della storia partenopea che gli stessi napoletani spesso non conoscono bene o ne sono informati in maniera distorta, in linea con la classica visione scolastica che si è avuta dagli storici italiani dall'unità in poi su questa dinastia. Oggi, però, sono molti gli uomini di cultura che stanno cercando di dare un'immagine nuova e più veritiera sul periodo borbonico. Molti quotidiani popolari spesso pubblicano articoli su questo argomento e ciò è segno che almeno si sta "ricordando" ciò che è stato della città di Napoli nel periodo borbonico, che si sta inizia un dibattito critico su ciò che avvenne in quegli anni.
Nascita di movimenti cuturali, pubblicazioni di libri, nonche' mostre
dedicate al settecento-ottocento napoletano, dimostrano e rafforzano
l'idea che dopo la necessaria rivisitazione dei fatti storici, si
è evidenziato che, dopo tutto, i reali borbonici non erano
così arretrati e feroci come vogliono far credere alcuni
storici, anche di notevole importanza, autori di libri diretti anche a
studenti di scuole medie e superiori, ai quali viene insegnata una
storia risorgimentale che vede necessariamente i valori dell' Italia
unita positivi e quelli del regno borbonico negativi.
Certamente la monarchia borbonica è uno di quei regimi
assolutistici tipici dell'Europa del 1700-800 e si caratterizza per i
tratti antiliberali e totalitari tipici di qualsiasi stato monarchico
antico di questo tipo. E allora, perchè parlare di Carlo III
oggi che le frontiere si annullano assieme alle ideologie? Napoli in
questo periodo sta recuperando le sua caratteristiche di antica
civiltà e la dignità di grande e importante
città europea quale era nel periodo borbonico.
L'Italia è uno stato unico che raccoglie popoli e culture
diverse ed è la patria anche dei napoletani. Ma perchè
questi ultimi non devono comprendere ciò che l'Italia ha tolto
ad essi dal momento che la città e tutto il Sud è
diventata italiano? I re di Napoli, ed in particolare quelli
autenticamente napoletani come i re borbonici non sono dei
fantasmi che alcuni nostalgici "leghisti meridionali" vogliono tornare
a far sedere sul trono di palazzo reale.
Devono solamente essere "nuovi" simboli positivi di identificazione del
popolo meridionale, che affronta problemi gravi che lo separano dal
resto dell'Italia, come il sottosviluppo, la corruzione, la
disoccupazione. Occorre riformare realmente lo stato italiano per
risolvere questi drammi sociali ed eleggere una classe politica che
finalmente si curi del Sud senza depredarlo, come è sempre stato
da quando l'Italia è diventata una nazione.
La poesia che segue, tratta da Ferdinando Russo è dedicata all'ultima Regina di Napoli, Maria Sofia, moglie del Sovrano FrancescoII. La descrizione è quella data da un semplice soldato partenopeo, all'epoca dell'assedio di Gaeta:
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