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"Alessandro Romano" To: elaml Subject: MSG 04 - 141 - Cesare Lombroso Date: Mon, 7 Jun 2004 22:45:20 +0200 |
Rete di Informazione delle Due Sicilie |
Oggi la storiografia
ufficiale, tenendo tuttora chiuso il Museo Psichiatrico e Criminologico
di Torino, ha steso un velo pietoso sulle mostruosità commesse
da un medico militare piemontese che tra il 1859 ed il 1909 raccolse
centinaia di cimeli umani in un raccapricciante museo degli orrori.
Alla ricerca di una notorietà che, comunque poi arrivò
per le sue tesi bislacche, Cesare Lombroso non esitò a
scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più
incredibili e crudeli interventi su uomini ritenuti, per le misure di
parti del cranio e del corpo, dei criminali, imbastendo incredibili
teorie sulle caratteristiche somatiche dei Briganti Meridionali.
Le convinzioni del medico si basavano sulla tesi "dell’uomo
delinquente
nato o atavico", individuo che, secondo Lombroso, "reca nella struttura
fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo
normale
e socialmente inserito".
Chiaramente in contrasto con i più concreti e scientificamente
fondati principi russoiani della ingerenza sociale nella deviazione al
male dell'uomo e non nella criminalità ereditaria (l'uomo
è cattivo non perché nasce tale ma per colpa della
società che lo circonda), il Lombroso cominciò i suoi
"esperimenti" sui i poveri, gli emarginati ed i folli delle campagne
lombarde con il pretesto di visitarli quali vittime della pellagra.
E' in questo periodo che sviluppa i suoi convincimenti che ben presto
lo porteranno a definire principi e teorie necessari a tracciare i
segni fisici geometrici della (SUA) pazzia criminale.
Nel 1852 si iscrive alla facoltà di medicina
dell’Università di Pavia dove, nel 1858, si laurea. Nel
1859 si
arruola nel Corpo Sanitario Militare piemontese per essere inviato, nel
1861, in Calabria quale "consulente" medico nella campagna di
repressione del brigantaggio.
Qui il Lombroso, grazie all'abbondante "parco umano" a disposizione,
comincia un approfondito ed incontrollato "studio" criminologico sulle
popolazioni calabresi ostili all'invasione piemontese, arrivando
addirittura a ricercare un improbabile rapporto delinquenziale tra
linguaggio, folklore, indumenti e caratteristiche fisiche.
Le sue teorie, scientificamente infondate, prendono forma e vengono
applicate con disinvoltura su poveri contadini la cui unica colpa
è quella di avere le misure del cranio simili a quelle di
qualche noto delinquente del tempo. Delle congetture più da
allievo stregone che da scienziato che, purtroppo, trovarono terreno
fertile in un contesto storico-militare particolare, dove apparve
provvidenziale l'aver trovato dei pretesti pseudo scientifici per
giustificare quella sanguinosa repressione armata su popolazioni
inermi, costrette a difendersi da un'invasione crudele e devastante.
In questo periodo il medico piemontese individua, cataloga e seziona
parecchie membra umane, sottoponendo centinaia di individui ad assurde
e mortificanti misurazioni e ad incredibili sezionamenti.
Per il momento non si hanno prove di vere e proprie torture con
strumenti dedicati sulle popolazioni Meridionali sotto la sua
"direzione medica" ma i suoi studi, le sue tesi e le sue
giustificazioni sulle esigenze della scienza in merito agli interventi
medico-scientifici, lasciano parecchi dubbi.
E' da notare che la "passione" del Lombroso per le esposizioni di
strumenti attinenti i sistemi punitivi fu precedente
all’interesse
scientifico per l’uomo delinquente. Ne è prova il successo
ottenuto da una sua raccolta di antichi strumenti di tortura,
illustrata in un catalogo edito nel 1874, a cura di G.B. Piani. La
breve ma "originale" pubblicazione illustra il contenuto del
“Museo
storico- universale e l'esposizione degli strumenti di tortura che
furono usati dal 1481 al 1838 dai tribunali dell’inquisizione,
approvati scientificamente ed ufficialmente, di G.B. Gassner.”
Gli strumenti di tortura presenti nella sua raccolta erano suddivisi in
“oggetti artistico-plastici, rappresentanti "tradizioni mediche
sulla
tortura" e le sue conseguenze sul corpo umano”,
“instrumenti originali
di tortura” e “strumenti di morte”. Tra gli studi
accademici erano
presenti, in adesione allo spirito positivista, gli studi di frenologia
di Gall, mappe cerebrali e del cranio, suddivise in zone, a ognuna
delle quali si faceva corrispondere una facoltà dell’anima
(vedi
Antonini: “I precursori di Lombroso”, Fratelli Bocca
editore, 1900).
Un’infinita varietà di strumenti di morte viene descritta
dal
Lombroso con precisione geometrica e maniacale in un lungo elenco con
relativa sintetica scheda. Ecco alcuni esempi: “macchina da
squarciare
le dita, macchina per aprire la bocca onde strappare la lingua, ferro
di caprone, stivale per i polpacci, anello per la testa, pera per la
bocca, cappuccino, culla della tortura e così di seguito”.
Elencazione di strumenti usati fino ai primi anni del XIX secolo, i cui
nomi fantasiosi nascondevano in realtà macabre rappresentazioni
di atroci supplizi rispetto ai quali il momento finale della morte
poteva ben dirsi liberatorio.
Secondo il Lombroso lo scopo di questa raccolta è quello di
porre da una parte l’inciviltà, l’uso efferato della
tortura ad
uso esclusivamente inquisitorio, dall’altro "la luce irradiata
dalla
scienza che legge il corpo dell’uomo (sezionandolo e squartandolo
vivo?) come se fosse un libro", "individua le funzioni, le
facoltà dell’anima, intuisce le sue attitudini buone e
cattive,
la spinta verso il bene e l’istinto alla degenerazione, morale e
criminale".
Nel 1864, modellando alle sue tesi il metodo sperimentale della scienza
positivista, comincia l'osservazione dei tatuaggi e delle frasi tatuate
che distinguono, secondo il suo punto di vista, gli individui disonesti
da quelli onesti, che consentirebbero, unitamente ad altri elementi
fisici identificati sui soggetti, di definire i caratteri
dell’anormale, del delinquente e del pazzo criminale.
Nel 1866 è nominato professore straordinario
dell’Università di Pavia e qua, finalmente, distoglie la
sua
attenzione dalle popolazioni Meridionali.
Il 10 aprile 1870 sposa Nina De Benedetti. Dal matrimonio nasceranno
cinque figli, tra cui Gina, secondogenita e biografa del padre.
Nel 1871 al Lombroso gli viene assegnata la direzione del manicomio di
Pesaro dove matura l'idea della creazione di manicomi criminali
destinati agli alienati pericolosi. L’anno dopo rientra a Pavia
ed
inizia gli studi che lo porteranno alla elaborazione della "teoria
dell’uomo delinquente".
Nel frattempo la sua raccolta di crani, scheletri, cervelli e oggetti
di vario tipo, cresce sempre più dando vita al primo nucleo del
museo privato, inizialmente conservato nella sua abitazione torinese.
Gina Lombroso, figlia e biografa di Cesare, così descrive
l’interesse del padre intento a collezionare oggetti (membra
umane) per
il proprio museo: "Per quanto disordinato, e noncurante di quello che
possedeva, il Lombroso era un raccoglitore nato - mentre camminava,
mentre parlava, mentre discorreva; in città, in campagna, nei
tribunali, in carcere, in viaggio, stava sempre osservando qualcosa che
nessuno vedeva, raccogliendo così o comperando un cumulo di
curiosità, di cui lì per lì nessuno, e neanche
egli stesso qualche volta avrebbe saputo dire il valore, ma che si
riannodavano nel suo incosciente a qualche studio passato o presente."
(Lombroso Ferrero G., 1921: 355).
Nel 1878, nominato professore di medicina legale
all’università
di Torino, Lombroso riesce a ottenere due locali nel convento di San
Francesco di Paola, edificio che, riadattato, diviene sede del
laboratorio di medicina legale e di psichiatria sperimentale e sede
della raccolta.
La prima esposizione pubblica dei reperti raccolti nel corso della sua
attività il Lombroso la realizza nel 1884, nell’ambito
dell’Esposizione Nazionale di Torino, attirando un vasto pubblico
più interessato all'aspetto macabro di quelle crudeltà
che al discutibile riscontro scientifico.
Tuttavia il successo della raccolta privata lombrosiana fu di
incoraggiamento sia per l’allestimento di mostre successive sia
per
realizzare il progetto del Museo Psichiatrico e Criminologico poi
ufficialmente istituito (ma non ancora concretamente realizzato) nel
1892.
La notizia sull'istituzione del Museo Criminale del "criminale" fu data
sulla Rivista di discipline carcerarie nel 1897, nella sezione
Varietà, p. 559: «Nel fabbricato delle antiche Carceri
Nuove, oltre al deposito centrale dei detenuti e all’ufficio di
identificazione, verrà istituito il Museo criminale e la Scuola
di discipline carcerarie, essendo intenzione della Direzione generale
delle carceri di far precedere un corso di letture agli esami che
saranno indetti per la prima e la seconda categoria».
Nel 1904, il direttore del museo, Mario Carrara, curò il
trasferimento e l’allestimento della raccolta nei nuovi locali
dell’Istituto di Medicina Legale, in via Michelangelo, al
Valentino.
Nel 1909 Cesare Lombroso morì e con lui, fortunatamente,
morirono anche le sue infondate e criminali teorie.
Egli era nato a Verona il 6 novembre 1835 da un’agiata famiglia
ebraica. .
Il Museo Criminale accolse i suoi resti. Lo scheletro, il volto, il
cervello e le visceri furono messi in mostra insieme agli altri
"criminali".
La famiglia donò l’intero studio di Lombroso, completo di
scrivania, biblioteca, appunti autografi, ricordi personali.
Con la sua morte la fisionomia del Museo degli orrori cambia, assumendo
sempre più quella di un museo di medicina legale, anche
perché ormai le teorie positiviste avevano perso definitivamente
quel poco di credibilità scientifica che avevano ottenuto
più per un condizionamento politico che per un reale fondamento
scientifico.
Ed è per questo che nel 1948 il museo subisce un nuovo
trasferimento negli attuali locali appositamente costruiti per
l’Istituto di Medicina Legale in Corso Galileo Galilei n. 22 -
10126
Torino (tel. 011 6634728).
Oggi il Museo è ancora chiuso nonostante varie interpellanze ed
interrogazioni. Forse vi è il timore che qualcuno possa
riconoscere tra le decina di teste mozze qualche parente scomparso?
A noi Meridionali, vittime di questo criminale precursore dei peggiori
carnefici nazisti, adesso il compito di andare oltre le notizie
attualmente messe a disposizione dalla storiografia ufficiale, per fare
finalmente chiarezza su un aspetto veramente raccapricciante di una
delle più efferate violenze messe in atto deliberatamente contro
la nostra Gente dai peggiori artefici del risorgimento italiano.
Cap. Alessandro Romano
Gina Lombroso Ferrero, 1921
Pierluigi Baima Bollone, 1992, Cesare Lombroso, ovvero il principio
dell’irresponsabilità, S.E.I., Torino
Rivista di discipline carcerarie, anno XV, 1885
Congresso ed esposizione d’Antropologia criminale, dalla Rivista
di
discipline carcerarie, anno XV, 1885
Catalogo Lombroso strumenti di tortura, 1874, a cura di G.B. Piani
Rivista di discipline carcerarie del 1897, sezione Varietà, p.
559
Circolare n. 272 del 25 gennaio 1932, diretta ai Direttori degli
Stabilimenti di Prevenzione e di Pena del Regno
Roberto Vozzi, Tipografia delle Mantellate, 1943
Roberto Vozzi, Autorità di polizia, autorità giudiziarie,
militari, coloniali, musei storici nazionali o regionali, archivi d
Stato, 1943
Catalogo di G. Colombo (2000), La scienza infelice, con prefazione di
Ferruccio Giacanelli, Bollati Boringhieri
Lombroso, 1894, Bulferetti, 1975
Bulferetti L. 1975. Cesare Lombroso. Unione Tipografico-Editrice
Torinese. UTET, Torino.
Ciani I., Campioni G. (1986) La scienza infelice di Cesare Lombroso.
In: I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria (Giorgio
Antonucci Ed.) Coordinamento Editoriale di Alessio Coppola Cooperativa
Apache srl - Roma
Colombo, Giorgio - La scienza infelice : il Museo di antropologia
criminale di Cesare Lombroso / Giorgio Colombo ; introduzione di
Ferruccio Giacanelli - Torino - 2000
Lombroso C. L'uomo delinquente. Torino: Bocca; 1878.
Lombroso C. L'uomo di genio. Torino: Bocca; 1894.
Lombroso C. 1873. Studi clinici ed antropometrici sulla microcefalia ed
il cretinismo con applicazione alla medicina legale e all'antropologia.
Tipi Fava e Gragnani. Bologna.
Lombroso C. 1872. Sulla statura degli italiani in rapporto
all'antropologia ed all'igiene.
Lombroso C. 1880. La pellagra in Italia in rapporto alla pretesa
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Lombroso C., Ferrero G. 1893. La donna delinquente. La prostituta e la
donna normale. Torino. L. Roux.
Mazzarello P. 1998. Il genio e l'alienista: la visita di Lombroso a
Tolstoj. Ed. Bibliopolis. Napoli.
Miraglia B.G., 1847, Cenno di una nuova classificazione e di una nuova
statistica delle alienazioni mentali, Aversa.
Rondini A. 2001. Cose da pazzi. Cesare Lombroso e la letteratura. Ist.
Edit. E Poligr. Internazionali. Pisa.
REGIONE PIEMONTE
Torino, 17 novembre 1998
INTERROGAZIONE
oggetto: Comitato Tecnico Scientifico della regione Piemonte - Università degli Studi di Torino.
Il Sottoscritto Consigliere Regionale,
PRESO ATTO
di quanto riferito dagli uffici competenti in risposta all´interrogazione n. 1993 del 17 aprile 1998;
CONSIDERATO
che nella primavera del 1997 il comitato in oggetto risultava completo di tutti i membri previsti dal protocollo rep. 7948 del 13 marzo 1997 e dalla convenzione rep. 7949 del 13 marzo 1997 tra regione Piemonte e Università degli Studi di Torino e che tale comitato avrebbe dovuto riunirsi entro trenta giorni dalla nomina per l´elezione del Presidente;
CONSIDERATO INOLTRE
che risulta apparentemente conclusa la procedura di localizzazione delle facoltà universitarie, comprendente l´insediamento nell´ ex O.P. di Collegno (per il cui recupero funzionale la regione ha stanziato 500.000.000) dello stesso Museo Lombroso;
CONSIDERATO INFINE
che la conclusione del servizio del Direttore del Museo, Prof. Portigliatti Barbos era prevista e la data di tale conclusione conosciuta da tempo;
INTERROGA
Il Presidente della Giunta e l´Assessore competente per sapere:
1. se corrisponda al vero che il comitato in
oggetto, pur essendo completo in tutti i suoi membri, e quindi in grado
di iniziare la propria attività, non ha rispettato i tempi di
convocazione stabiliti dai protocolli succitati;
2. quali provvedimenti siano previsti dalle convenzioni in caso di
mancata convocazione del comitato in oggetto da parte del rettore;
3. se dopo il 29 maggio 1997 qualcuno dei membri di detto comitato
abbia rassegnato le dimissioni e, se sì, per quale ragione;
4. se non ritengano scorretto che la procedura di rilocalizzazione
delle facoltà universitarie e del Museo Lombroso si sia decisa
senza il supporto consultivo del Comitato Tecnico Scientifico;
5. quali siano, nello specifico, i compiti attribuiti a tale comitato;
6. per quale motivo non si sia prevista la difficoltà derivante
dalla conclusione del servizio del Dott. Portigliatti al momento della
sua nomina;
7. quale ruolo rivesta attualmente il Prof. Portigliatti
nell´organigramma universitario;
8. se l´Università abbia proceduto alla nomina di un altro
Direttore del Museo Lombroso e, in caso affermativo, quali siano stati
i criteri scelti per la designazione e quale competenza nel settore
degli studi lombrosiani egli possa vantare;
9. se l´Assessore abbia incontrato, come da impegno preso nella
risposta all´interrogazione del 17 aprile, il Rettore
dell´Università agli Studi di Torino per approfondire le
tematiche in oggetto e risolvere i problemi che paralizzano il comitato
e, in caso affermativo, quali risultati abbia ottenuto;
10. quali siano gli ulteriori provvedimenti che intenda adottare in
merito alle problematiche qui discusse;
11. quali siano le ragioni addotte dal Comune di Collegno per la
mancata consegna della rendicontazione relativa al finanziamento
assegnato nel 1995 dalla Regione Piemonte ed erogato dalla stessa al
Comune di Collegno, in misura dell´80%, nel dicembre 1996 a
fronte della dichiarazione del Comune interessato relativa alla
disponibilità del manufatto architettonico e
all´affidamento dell´incarico di progettazione.
Agostino Ghiglia
Alleghiamo
una nota inviataci dal Sindaco di Alessandria del Carretto (CS) che ci
ha stimolati a predisporre il servizio sul Lombroso, già da
qualche mese oggetto di nostre accurate ricerche.
Preghiamo coloro che in qualche modo approfondiranno ulteriormente
l'argomento di farci partecipi dei risultati.
Egregio dott. Romano,
innanzitutto ancora complimenti per la Rete d'informazione delle Due
Sicilie! E' davvero interessantissima, una vera fonte d'informazione.
Pertanto approfitto dell'occasione per rivolgermi a qualcuno di noi:
da diverso tempo sono interessato a quell'incredibile "scienza"
inventata dal Lombroso (mi sembra piemontese!). Ora esiste anche un
museo a Torino; nonostante le mie numerose richieste, se vi sono ancora
esposte teste o organi dei così detti "briganti", non ho ancora
avuto nessuna risposta. E' purtroppo certo che il Lombroso e gli altri
macellai ne hanno fatto di tutti i colori e soprattutto a discapito dei
meridionali. Hanno soprattutto creato una scienza che è stata
erede delle peggiori nefandezze del periodo a cavallo del 1800-1900.
Mi piacerebbe conoscere il parere di qualcuno più esperto del
sottoscritto, poiché vorrei inserire il penoso argomento in un
apposito paragrafo del mio prossimo lavoro sul brigantaggio.
Saluti.
Antonio Larocca
Alessandria del Carretto (Cosenza)
Sindaco.[email protected]
PS = Se pure vi sono copie limitate, sono sempre disposto ad inviare
gratuitamente una copia del volume Brigantaggio Toponomastica e storia
patria. Basta comunicarmi l'indirizzo postale.
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