Eleaml


From: "Alessandro Romano"
To: elaml
Subject: MSG 04 - 183 - A proposito  di Pontelandolfo
Date: sabato 21 agosto 2004 1.21
Stemma Due Sicilie Rete di Informazione
delle Due Sicilie

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A proposito di Pontelandolfo
 
Tra le decine di e-mail che giungono giornalmente alla Rete ne è arrivata una, a dir poco singolare, a firma di un certo Dott. Axxxxxx Mxxxxxx, piemontese.
Dalle righe traspare un sottile risentimento forse dettato dal fondato timore che la pentola della verità si sta finalmente scoperchiando.
Lascio a tutti voi il giudizio.
Per quanto mi riguarda, chiamato e sfidato in prima persona, mi scuserete se utilizzerò le pagine pubbliche della Rete per rispondere a questo signore autore della e-mail. L'onore e la dignità di meridionale non possono essere confinati in un discorso a due.
Inoltre, in allegato, si invia il discorso del compatriota Antonia Pagano tenuto in occasione dell'eccidio di Pontelandolfo, un dipinto dell'artista Duosiciliano Cuono Gaglione ed alcune e-mail, sempre in argomento.
   
Cap. Alessandro Romano


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----- Original Message -----
From: Mxxxxxx Axxxxxx
To: Alessandro Romano
Sent: Sunday, August 15, 2004 1:04 PM
Subject: pontelandolfo

Egregio Capitano Romano,
mi è stata girata una sua mail in merito ai fatti di Pontelandolfo che, sinceramente, non credo siano veramente accaduti.

Insegno da molti anni nelle scuole medie con scrupolosa scientificità e non mi sono mai permesso di stravolgere la storia a mio tornaconto. Ora le chiedo innanzitutto che capitano è mai lei se l'esercito di cui si fregia è morto e sepolto da oltre 140 anni; poi vorrei una prova, una sola che quanto lei dice di Pontelandolfo sia vero. 

Non sono monarchico ma credo che i Savoia abbiano dato molto all'Italia ed al suo povero sud, non le violenze che lei vorrebbe farci credere. Sono più che convinto che se non fosse stato per quei valorosi bersaglieri che lei ed i suoi simili denigrano, stareste ancora bocconi a piantar patate con il padrone alle spalle munito di frusta.

Attendo una sua risposta e la sfido a mandare nella sua sovversiva rete questa mia nota e la sua eventuale risposta.
 
Dott. Axxxxxx Mxxxxxx, Piemontese
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Risposta
 
Dott. Mxxxxxx,
come vede non sfuggo le sfide anche perché faccio parte di quella schiera di Meridionali, per sua sfortuna in netto aumento, che si è stancata della rassegnazione.

Innanzitutto le rispondo in merito al mio grado, di cui fieramente, anche se immeritatamente, ne rivendico il titolo. Per sua informazione gli antichi eserciti, e quindi l'Armata di Terra delle Due Sicilie, avevano due sovranità: sulle armi e sullo spirito.

Quella delle armi è cessata, come dice lei, 144 anni fa con la caduta di Gaeta; quella sullo spirito, ancora per sua sfortuna e di tutti coloro che la pensano come lei, è tuttora viva ed io ne sono uno dei difensori per investitura.

Tale sovranità fa riferimento all'antica etica militare cavalleresca che promuove la lealtà verso l'avversario, il soccorso ai deboli, agli afflitti, agli indifesi, alle minoranze, detta il rispetto laico dell'evangelo, difende la fede, la cultura, le tradizioni e la dignità della gente diseredata.

Forse non mi comprende ma le assicuro che i lealisti non sono una mia invenzione e sono in perfetta armonia con le leggi dello Stato. Pertanto, respingo con sdegno la sua accusa di sovversivismo.

In merito poi ai fatti di Pontelandolfo, come lei chiede, le invio una sola prova, ma le assicuro schiacciante, che dimostra che quell'eccidio è realmente avvenuto e che quei bersaglieri che lei cerca in qualche modo di elevare ad eroi, non sono stati altro che degli assassini, pedine di tutta un'operazione politico-militare massonica fondata sul sopruso, la corruzione, la sopraffazione, la devastazione ed il vilipendio della nostra cultura e dalla nostra gente.

Per quanto riguarda i Savoia le dico che si sono accaparrati il merito di aver unito l'Italia ma hanno avuto il grave demerito di aver impedito la nascita di una vera e grande Italia fondata sulla fratellanza, l'amore e la pace.

In conclusione mi permetta una curiosità:
vorrei capire l'origine del suo cognome che, purtroppo, fa tornare alla mente tristi ricordi, come proprio i fatti tragici di Pontelandolfo.

Se è la vera causa della sua velenosa e-mail, le consiglierei di approfondire meglio l'argomento, al limite andando personalmente sui luoghi dei misfatti, e di provvedere a far dir messe per la salvezza dell'anima di un vero e proprio criminale di guerra.

Se nulla ha a che vedere con il noto ufficiale piemontese, le consiglierei di non ostentare troppo il suo cognome tra la nostra gente, potrebbe essere oggetto di qualche dura reazione, e là non ci saranno lealisti a difenderla.
 
Cap. Alessandro Romano, Duosiciliano.


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Ecco in allegato una prova ineccepibile che i fatti di Pontelandolfo
sono effettivamente avvenuti.
Uno stralcio dell'interpellanza parlamentare del Deputato Giuseppe Ferraro

ponteland1
 
 
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ASSOCIAZIONE DUE SICILIE VICENZA, 14 AGOSTO 2004

Cari amici dell'Associazione Due Sicilie e soprattutto voi,
cari giovani simpatizzanti, che ringrazio di aver partecipato a questo incontro così numerosi.

Desidero ringraziare innanzitutto il dott. Antonio Perrucci per ciò che ha detto, per le riflessioni appassionate e al tempo stesso pacate, per le terribili descrizioni dei tragici avvenimenti di Pontelandolfo e Casalduni avvenuti il 14 agosto 1861, ma dette con tanta umanità e che ha voluto narrare soprattutto a voi giovani con tutto l'orgoglio di essere uno del Sud.

Ed è soprattutto a voi che intendo rivolgermi, riprendendo alcuni dei concetti che abbiamo già ascoltato, ma che penso meritano di essere sottolineati.

Questo "Giorno della Memoria" è un incontro fra generazioni: la generazione di coloro che come me hanno scoperto in età matura queste amare verità tirate fuori dall'oblio voluto dalla religione di Stato, il cosiddetto Risorgimento, e la generazione di voi che, ancora in giovane età, state apprendendo queste verità che lo Stato italiano a distanza di 144 anni tiene ancora puerilmente nascoste.

Il pensiero dominante nella nostra mente è un auspicio: l'auspicio che voi giovani, che affrontate la vita, come l'affrontammo noi alla vostra età carichi di speranze e di sogni, non abbiate a vivere come noi che abbiamo dovuto emigrare dalla nostra Terra per cercare quel lavoro che questa repubblica, che si proclama fondata sul lavoro, ha sempre negato a noi del Sud.

Quando si parla del dovere della memoria, come qui se ne è parlato, si affollano nella mente e nel cuore una ressa di idee, di immagini e di sentimenti. C'è anzitutto il dovere della memoria nei confronti di coloro che la barbara invasione piemontese condusse alla morte, spesso con una ferocia - ne abbiamo ora ascoltato il ricordo dalle parole di Antonio Perrucci - che riesce oggi inimmaginabile, incredibile.

Noi non li dimenticheremo mai. Furono milioni e milioni di uomini, intere collettività meridionali, o meglio duosiciliane, vittime dell'ingordigia dei Savoia e dei loro conniventi, tra cui quel Cavour a cui lo Stato italiano, in suo onore e, quindi, per disprezzo di noi del Sud, ha voluto intitolare la nuova portaerei varata recentemente. Un inutile giocattolo, ma utile per i miliardi di euro devoluti ai gruppi finanziari del Nord in assoluto disprezzo delle necessità della gente del Sud.

C'è il dovere della memoria soprattutto nei confronti di coloro che rischiarono la loro vita e che molti la sacrificarono. Mi riferisco a quei giovani che sono stati sprezzantemente chiamati "briganti" da quella squallida progenie risorgimentalista, e che furono invece uno splendido esempio di fedeltà alle nostre istituzioni e di eroica resistenza alla feroce invasione savoiarda in difesa del nostro popolo inerme, tradito e venduto dalla dirigenza meridionale e reso schiavo di quei barbari.

Il dovere della memoria si impone poi, come noi tutti ci diciamo, affinché l'oppressione e lo sfruttamento coloniale conseguente a quella barbara invasione non abbia a continuare. Purtroppo il nostro popolo, il popolo delle Due Sicilie, avvolto com'è dalla putrida coltre risorgimentale, non riesce ancora a vedere e a capire il sottile ma solido inganno che consente questa colonizzazione.

Per questo, dunque, vi è un dovere della memoria, e noi dobbiamo trasmetterlo ai più giovani.A voi giovani voglio anche dire che il ricordo è la nostra forza: si deve conservare vivo il ricordo delle tragedie passate perché la memoria è capace di darci la forza necessaria per cambiare il Sud. Ecco perché bisogna "non dimenticare" quello che ci hanno fatto.

Quando noi, della generazione precedente alla vostra, decidemmo di far emergere tutte le amare vicende della cosiddetta unità d'Italia, lo facemmo perché la memoria di centinaia di migliaia di nostri antenati sacrificatisi per la libertà del nostro popolo dominava la nostra coscienza, il nostro spirito.

Se, da 144 anni, il sistema di governo in Italia continua in questa opera di sfruttamento del Sud, ciò si deve proprio al fatto che le generazioni successive non ebbero più nei loro cuori il ricordo del passato. 

È quindi doveroso, è giusto, è necessario che voi giovani siate consapevoli di quanto sia grande la forza della memoria, e che questo vi spinga a voler tenere vive anche voi, nella vostra memoria, le nostre memorie.

Ricordare non è soltanto un pio dovere verso quei morti dimenticati da una storia perversa. È un dovere per noi stessi e per le generazioni che verranno, nella consapevolezza che la forza della memoria può dar vita a un nostro riscatto, dove il coraggio di cambiare prevalga sulla ignavia e per non dover più subire passivamente questa triste condizione di sottosviluppo sociale ed economico del nostro popolo.

La nostra generazione sta cercando di tradurre la forza della nostra memoria, il ricordo del nostro dolore, in nuove istituzioni capaci di rispettare la nostra Terra e la nostra gente. Il nostro punto di partenza è quello di creare una nostra forza politica. Non abbiamo completato l'opera, l'abbiamo però portata a buon punto e la porteremo avanti fin che ci sarà concesso.

Lasceremo a voi giovani il compito di proseguire il lavoro che noi abbiamo avviato. Saprete compiere l'opera, se saprete tener viva nelle vostre menti la memoria del passato. Troverete allora in voi, come noi l'abbiamo trovata, la sorgente di una grande forza, che vi permetterà di costruire un nuovo e più forte Sud, per voi e per i vostri figli.

È questo il nostro auspicio ed è a voi che noi l'affidiamo.

[discorso commemorativo tenuto dall'avv. Antonio Pagano Presidente dell'Associazione Due Sicilie di Vicenza]
 
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Carissimo Romano,
il dipinto che ho eseguito, di proprietà Lorenzo Del Boca,fu esposto a Bruxelles ed e' un omaggio ai caduti di Casalduni e Pontelandolfo. Ma anche una protesta contro gli eccidi perpetrati nel nostro sacro territorio.
Cuono Gaglione

ponteland4


Omaggio ai Caduti di Casalduni e Pontelandolfo

Bruxelles 3 / 11 / 2003

PARLAMENTO EUROPEO


 


DOMANDA
----- Original Message -----
From: Giuseppe Tizza
To: Alessndro Romano
Sent: Friday, August 13, 2004 11:31 PM
Subject: RE: MSG 04 - 179 - Ricordando l'eccidio di Pontelandolfo

Scusami Alessandro,

 

sarebbe possibile trattare di più i problemi di oggi?

Grazie per la comprensione.

Ciao

Giuseppe Tizza

RISPOSTA
----- Original Message -----
From: Alessandro Romano
To: Giuseppe Tizza
Sent: Friday, August 13, 2004 11:57 PM
Subject: Risposta

Scusami Giuseppe,
 
noi trattiamo ogni argomento che riguardi la nostra Patria. Senza pregiudizi temporali né, tantomeno, politici.
In ogni caso, come si può parlare di oggi se non si conosce il passato?  Dovresti averlo capito.
 
Un caro saluto.
 
Alessandro Romano 
 
 
 
 
 
 
 



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