La destra storica (Zenone di Elea) | La sinistra storica (Zenone di Elea) |
Scrive V.
Pezzolet sul sito
dei Carabinieri (cfr. ): "Nasce
con l’Unità d’Italia, a partire dal
progetto della costruzione delle ferrovie del Sud
“liberato”, la “questione affari e
politica”, che vide coinvolti parlamentari ed esponenti del
mondo della finanza. La “questione ferroviaria”,
con la relativa Commissione parlamentare d’inchiesta,
avrà il merito storico (si fa per dire) di portare lo
scompiglio nel già precario equilibrio delle forze
parlamentari, con la nascita delle famigerate
“consorterie” della Destra e della Sinistra nelle
diverse regioni del Regno. E una serie di ribaltoni caratterizzeranno i
governi risorgimentali, causa la “trasmigrazione”
delle “consorterie” da un Presidente di turno
all’altro.
Fra i numerosi scandali
possono essere menzionati quelli riguardanti la
“Società anonima per la vendita dei beni del Regno
d’Italia” (1864), la “Regia
Cointeressata”, cioè lo scandalo della concessione
del monopolio dei tabacchi (1868) e quello della Banca Romana (1892),
che, oltre a coinvolgere politici di primo piano, infangò lo
stesso re Umberto. Tutte queste situazioni portarono alla luce un
aspetto che caratterizzerà anche nel Novecento le vicende
italiane: il costo della politica."
Anche la sinistra storica non era altro che una serie di aggregazioni, che rappresentavano gli interessi di ceti borghesi medi e piccoli, commercianti e funzionari, con una “buona” rappresentanza nel Mezzogiorno.
Uno dei maggiori esponenti della sinistra storica fu Francesco Crispi - proprio lui, quello della spedizione dei mille – che utilizzò il malcontento meridionale per fare la sua fortuna politica, ma una volta salito al potere badò bene a buttarla sul colonialismo per risolvere i problemi della sua terra!
Un altro bell’esempio di virtù patrie fu Giovanni Nicotera, più volte ministro degli Interni.
Questi gli uomini che sostituirono quegli altri padri della patria della destra storica. Per carità, non vogliamo fare del moralismo inconcludente, ma non ci piacciono gli altarini e pretendiamo che la si smetta con le oleografie e che si scriva nei libri come è veramente nato questo paese.
Non si può continuare a raccontare la storiella dei fratelli miserabili (=meridionali) insensibili alle gioie della modernità sabauda. Tanto è vero che se ancora oggi – nonostante i fiumi di denaro donati dai fratelli settentrionali! – il sud non decolla... se non sulla stampa e nelle pagine dedicate alla cronaca nera, dove viene mantenuto sempre ai primi posti. E questo accade dai tempi della guerra civile passata alla storia come “brigantaggio” (ci vuole una bella faccia tosta nel continuare a denominare ‘brigantaggio’ uno scontro che vide l’impiego massiccio del neonato esercito italiano, impiego che raggiunse la cifra di 120mila uomini!).
Fiumi di denaro!? Ma l’avete mai vista una carta delle linee ferroviarie di questo paese? Quella che mettono all’inizio del corridoio dei vagoni dei treni. Vi siete poi chiesti quanti soldi ci son voluti per costruire quella fitta rete che copre il nord e quanti soldi son serviti per quelle quattro linee esistenti al sud?
È ora che ve lo chiediate! Soprattutto se siete meridionali. E chiedetevi pure quanto costarono le bonifiche e la costruzione di nuove strade. Perchè il nord prima dell’unità non era quel bengodi in cui si trasformò nel trentennio postunitario grazie a tutto ciò che venne realizzato in quel periodo. Mentre da noi accadeva il contrario, si chiudevano manifatture, si lasciavano andare in malora porti fiorenti, si metteva in ginocchio l’agricoltura meridionale quando questo serviva per proteggere la nascente industria settentrionale. Quella del triangolo industriale.
Noi avevamo una delle più grandi flotte marinare dell’ottocento. A noi servivano delle direttrici est-ovest per unire i mari (Tirreno-Adriatico e Tirreno-Jonio) e favorire gli scambi, invece costruirono le uniche linee ferroviarie lungo le due direttrici nord-sud, una sull’Adriatico e l’altra sul Tirreno (per la quale si batté il Nicotera!) e solamente per trasportare le truppe che dovevano servire a mantenere l’ordine costituito nelle provincie meridionali.
FRANCESCO CRISPI(nato a Ribera (AG) il 4 ottobre 1818 morto a Napoli l'11 agosto 1901)
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Giovanni Nicotera(nato Sambiase 1828 e morto a Vico Equense 1894)
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Presidente
del Consiglio |
Coalizione |
Periodo |
Cavour | destra | 23/03/1861 |
Bettino Ricasoli | destra | 12/06/1861 |
Urbano Rattazzi | destra | 03/03/1862 |
Luigi Carlo Farini | destra | 08/12/1862 |
Marco Minghetti | destra | 24/03/1863 |
Alfonso Lamarmora | destra | 28/09/1864 |
Alfonso Lamarmora | destra | 31/12/1865 |
Bettino Ricasoli | destra | 20/06/1866 |
Urbano Rattazzi | destra | 10/04/1867 |
Luigi F. Menabrea | destra | 27/10/1867 |
Luigi F. Menabrea | destra | 05/01/1868 |
Luigi F. Menabrea | destra | 13/05/1869 |
Giovanni Lanza | destra | 14/12/1869 |
Marco Minghetti | destra | 10/07/1873 |
Agostino Depretis | sinistra | 25/03/1876 |
Agostino Depretis | sinistra | 26/12/1877 |
Benedetto Cairoli | sinistra | 24/03/1878 |
Agostino Depretis | sinistra | 19/12/1878 |
Benedetto Cairoli | sinistra | 14/07/1879 |
Benedetto Cairoli | sinistra | 25/11/1879 |
Agostino Depretis | sinistra | 29/05/1881 |
Agostino Depretis | sinistra/ trasformismo | 25/05/1883 |
Agostino Depretis | sinistra/ trasformismo | 30/03/1884 |
Agostino Depretis | sinistra/ trasformismo | 29/06/1885 |
Agostino Depretis | sinistra/ trasformismo | 04/04/1887 |
Francesco Crispi | 07/08/1887 | |
Francesco Crispi | 09/03/1889 | |
Antonio di Rudinì Starrabba | 06/02/1891 | |
Giovanni Giolitti | 15/05/1892 | |
Francesco Crispi | 15/12/1893 | |
Francesco Crispi | 14/06/1894 | |
Antonio di Rudinì Starrabba | 10/03/1896 | |
Antonio di Rudinì Starrabba | 11/07/1896 | |
Antonio di Rudinì Starrabba | 14/12/1897 | |
Antonio di Rudinì Starrabba | 01/06/1898 |
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