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L'Espresso - (05.11.1998)

La carica dei neo-borbonici

Non scurdammoce 'o passato

Vogliono l'autodeterminazione del Sud. Rimpiangono il regno delle Due Sicilie. E alimentano fiorenti commerci
di Roberto Di Caro

"Senta, non ci chiami "neoborbo-nici". Suona male, come di gente che non ha niente da fare nella vita..... Ossignore, e come vi dovrei nominare, scusi? Cultori delle Due Sicilie alieni dal presente e dalla politica? .No, macché. Borbonici. Alla vecchia maniera. Non "neo". Persone e movimenti che difendono l'identità territoriale e culturale del Regno delle Due Sicilie, in Italia l'unico vero Stato-nazione per settecent'anni, dal 1130 in cui Ruggero il Normanno..... Tocca fermarlo, Paolo Postiglione, 39 enne imprenditore e inventore del marchio "Je suis napolitain", o la storia del sud, contraffatta dai colonialisti Savoia e dai loro accoliti, te la riscrive senza prender fiato anno dopo anno fino all'infausto 1860 della caduta dell'ultimo Borbone. Lui e il suo "1860, Io nun me scord', gruppo di analisi e proposta politica", ripartono da lì, da quella .innaturale frattura della storia.. Ma non si sentono dei nostalgici: .Abbiamo lo sguardo rivolto al domani. All'Europa, dove eravamo dei grandi. Non all'Italia, dove siamo diventati piccoli, parassiti, piagnoni, assistiti, mafiosi, camorristi e pezzenti..


Sede e base logistica del gruppo è un negozio in via Santa Teresa a Chiaia, Napoli. Tutto ciò che vende (camicie, giubbotti, t-shirt, bandiere e labaretti, costumi e teli da mare, berretti e sciarpe e cravatte, portafogli e orologi, cd con l'inno del Re di Paisiello, piatti, spille, orecchini, decalcomanie, cartoline e quant'altro) reca il lussuoso stemma dei Borbone, sorta di patchwork di tutti i blasoni che hanno fatto il meridione d'Italia, Castiglia, Leon, Aragona, Angiò, Asburgo e svariati altri per un totale di 19, compreso quello dell'effimero regno crociato di Goffredo di Buglione. Dove lo stemma non sta per intero, bastano i tre gigli oro in campo blu degli Angiò. .Così si familiarizza il popolo meridionale con i simboli che rappresentano la sua memoria storica.; e si fanno buoni affari, anche al museo di Capodimonte, sull'aliscafo Napoli-Palermo, negli alberghi.


"Io nun me scord'" vuole l'autodeterminazione politica ed economica del Meridione entro l'Unione europea, una Borsa a Napoli per quotare piccole e medie imprese del sud, il blocco dell'emigrazione, il rigetto dell'assistenzialismo in qualunque forma. Nella geografia dei borbonici finemillennio, si pensa come punto di raccordo e snodo di connessione della miriade di gruppi e gruppetti che in tutto il sud tornano, in un modo o nell'altro, ai Borbone: Nazione napoletana, Terra e libertà, Noi siciliani, Calabria libera, il barese Federalismo e libertà, e un'altra quindicina. C'è anche una casa editrice, "Il giglio" di Napoli, testi sui briganti (.partigiani e patrioti, in realtà.), l'industria del Regno delle Due Sicilie (.quando al nord neppure sapevano cos'era.), la repressione dei piemontesi, popolo e nobiltà sotto i Borbone.


Stesse ambizioni di supremo coordinamento nutrono però, oltre a "Io nun me scord'", anche il Movimento neoborbonico (a loro il "neo" non suona stonato) e "Rinascita meridionale", che quest'anno si è costituito come .movimento politico unitario. e stampa un paio di numeri l'anno dell'omonimo giornale. La buttano, questi ultimi, sull'autodifesa economica: .Difendi i tuoi figli, compra solo prodotti del sud., proclamano con la loro campagna Comprasud, sorta di invito all'autarchia contro l'espropriazione centralista e nordista dei risparmi del sud.


Leghisti allo specchio, questi borbonici? .Bossi non è né un alleato né un nemico. È un demagogo, semmai. E con la Lega Sud, emanazione economica della Lega Nord, non abbiamo nulla in comune.. Si vedono però ogni anno agli Incontri tradizionalisti di Civitella del Tronto in Abruzzo, ultima fortezza borbonica a cadere davanti alle baionette dei piemontesi, il 21 marzo 1861: ospite fissa l'anziana principessa Urraca di Borbone.


L'ultima battaglia l'hanno persa, i borbonici: contro Walter Veltroni, che quando era ministro dei Beni culturali ha negato la Cappella palatina della Reggia di Caserta per il matrimonio di Carlo di Borbone con Camilla Crociani: i due hanno ripiegato dalla storia all'operetta, convolando a nozze il 31 ottobre in quel di Montecarlo.


Assai più cruento si annuncia il prossimo scontro. Nome dell'operazione: Contronovantanove. Natura: guerriglia di controinformazione. Oggetto: .La Napoli dell'ufficialità politica e culturale, figlia dei giacobini del 1799, si appresta a festeggiare in pompa magna, e con 15 miliardi a disposizione, i duecent'anni della Repubblica partenopea., dice Postiglione; .noi spiegheremo che quella sedicente rivoluzione consegnò per sei mesi metà meridione ai francesi tradendo il re, il popolo, la religione e provocando 60 mila vittime..


Useranno tutti i mezzi. Quelli pacati dei convegni e delle borse di studio. Quelli sessantottini del volantinaggio a tappeto e della contestazione davanti al teatro San Carlo. E quelli dell'happening di strada: hanno in mente di innalzare forche in quella stessa piazza Mercato dove, tornato il Borbone, i sanfedisti del cardinal Fabrizio Ruffo di Calabria e gli inglesi di Orazio Nelson impiccarono, in quel 1799, 102 giacobini. Come la prenderanno i presunti giacobini di oggi, sindaco Bassolino in testa?


(05.11.1998)





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