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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ricordo di un amico

 

E' recentemente scomparso un illustre compatriota, l'avv. Giuseppe Villani di Nocera Inferiore, appassionato studioso di storia patria e giornalista praticante, che amava firmarsi Cassandrino. Ha svolto una larga e meritoria opera di divulgazione dei nostri temi su un giornale locale "Il Risorgimento Nocerino", affrontando i vari argomenti in maniera piacevolmente briosa e canzonatoria con un simpatico intercalare di espressioni in vernacolo napoletano. Ciò lo rendeva gradito ai lettori e suscitava un diffuso pprezzamento della sua attività, anche se non sono mancate alcune giacobinesche reazioni. La famiglia duosiciliana ha perduto un valido esponente! Accludo una sua breve nota relativa all'impresa di Pisacane che, se lo ritieni opportuno, potresti pubblicare per onorare la sua memoria (non vi sono problemi di sorta).

 

VITTO', INSIEME A "PIANTO ANTICO"

Cassandrino, da "Il Risorgimento Nocerino", Genn. 2001 -

 

Vittò, (è il nome del Direttore del Giornale) insieme a "Pianto antico", a scuola, ai nostri tempi, ci hanno fatto imparare a memoria anche la "Spigolatrice di Sapri", quella che diceva: "Eran trecento, erano giovani e forti esono morti".

No, Vittò, nun è accussì. Quando partirono da Genova erano trentatrè passeggeri, compresi il Maggiore Pisacane e Giovanni Nicotera e 23 loro seguaci, con un piroscafo della Compagnia Rubattino (la stessa Compagnia i cui bastimenti dovevano avere più tardi il dubbio onore di trasportare i Mille di Garibaldi).

Mi rendo conto che per ragioni di metrica e poetica il poeta Mercantini non poteva dire: erano venticinque, erano giovani ecc., ma c'è un però. Ad un certo punto questo poeta Mercantini dice: "All'isola di Ponza si è fermata, è stata un poco e poi è ripartita".E questo è il però!
Vittò, che hanno fatto a Ponza? Il poeta non lo dice. E allora te lo dico io!

Vittò questo è Vangelo e non si può mettere in discussione. Era il 27 Giugno 1857 e a Ponza ci stava una bufagna e un sole che spaccava 'e prete, e in quella cuntrora nel porto apparve una nave a vapore che si chiamava "Cagliari" e non issava, come dice quel poeta Mercantini, la bandiera tricolore! Vittò, nù sta a credere 'o poet. Issava la bandiera di avaria alle macchine! E allora come adesso fa la Guardia di Finanza quando arrivano gli Albanesi e stanno per affondare, una lancia borbonica si accostò alla nave per assistere i "patrioti", i quali "patrioti" li aggredirono e se li tennero come ostaggi.

Poi il maggiore Pisacane insieme ai suoi compagni aggredì i militari della guarnigione con la minaccia di ammazzare gli ostaggi. Poi andarono nella piazza principale, issarono una bandiera rossa e si misero a fare un comizio: il tiranno, la libertà, la costituzione, cchiò, paparacchiò stettero n'ora e meza, ma gli abitanti di Ponza non li affiurarono perché stavane bbuone e nun tenevano vulie e fa a rivoluzione.

Pisacane a chillu punte ci rimase male e s'incazzò e disse: ma comme, je so venute fino a ca pe ve liberà. Mbecilli. E, 'ncazzat,' ncazzat, corse al carcere e liberò 2000 galioti che erano ospitati nelle galere borboniche. Vittò, a Ponza succedette 'o maciello: 2000 delinquenti. Vittò, 'e delinquente 'e na vota erano peggio 'e chille 'e mo. A Ponza quella iurnata se la ricordano ancora! Vittò, Pisacane vista la mala parata cercò di fare dei seguaci fra i galioti perché dovevano andare a fare lo sbarco a Sapri. Ma pure con i galioti Pisacane fece palla corta: andarono con lui soltanto alcuni calabresi e molti della zona di Sapri che così si prendevano un passaggio per ritornare a casa loro.

Ma don Giuseppe Vitiello, il parroco del paese, informò le Autorità dell'accaduto, e come sbarcarono a Sapri la gente riconobbe i delinquenti e li accolsero co' runciglio, co' furcone, con le zappe e co' ribbotte. Pisacane morì, Giovanni Nicotera fu ferito, venne incarcerato e restò a Salerno in prigione fino all'ottobre 1860, quando fu liberato. Vittò, non finisce qui, noi stiamo in Italia, non ce lo scordiamo! Il 30 gennaio 1876 la Camera dei deputati italiani votò l'elargizione di una pensione ai superstiti della spedizione di Pisacane.

Giovanni Nicotera era il Ministro dell'Interno di quel Governo !

Parola di

Cassandrino

 

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