Come prima mossa, potrebbe chiedere indietro i 443 milioni di lire-oro del 1861 che i piemontesi prelevarono dalle casse del Banco delle Due Sicilie. Carlo di Borbone delle Due Sicilie, erede diretto della dinastia che ha regnato a Napoli dal 1735 al 1860, sta per diventare presidente onorario del comitato promotore della Banca del Sud.
La nomina sarà formalizzata il 2 marzo, con un decreto firmato
dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, un decreto che
peraltro arriva con un mese di ritardo ripetto ai tempi fissati dallo
stesso Tremonti con la legge finanziaria del 2006.
«Credo che sia significativo - ha detto Tremonti - che un pezzo
così importante della storia del Sud sia presente in questa
nuova impresa, che sarà importantissima per il meridione
d'Italia, che dopo l'unificazione del nostro stato molto ha preso, ma
anche molto ha dato. È un passaggio simbolico di grande rilievo,
che una persona come Carlo di Borbone si impegni ora personalmente, e a
titolo gratuito».
La Banca del Sud, ha aggiunto Tremonti, «è un mio
pallino da sempre: il Sud del nostro paese è l'unica grande
regione d'Europa senza banche proprie. E il grave è che le
aveva, ma le ha perdute.
Ora è tempo di far partire questo progetto, che non deve
diventare un carrozzone pubblico, ma assumere subito dopo il primo atto
del governo un aspetto popolare, territoriale, con azionariato diffuso.
Inoltre - ha aggiunto il ministro dell'Economia - deve essere gestito
da persone di grande esperienza e spessore, personaggi non discutibili
e di grande statura».
Il presidente operativo sarà Gerlango Gesualdi, attuale vice
presidente della Bei. Faranno parte del comitato in qualità di
vicepresidenti il principe Sforza Ruspoli, la cui famiglia è tra
quelle che hanno fondato la Cassa di risparmio di Roma, e Marco
Milanese, attuale capo di gabinetto di Tremonti.
La Banca del Sud - anzi Banca del Mezzogiorno, secondo il testo della
finanziaria, comma 380-382 - avrà uno statuto che «si
ispirerà ai principi già contenuti negli statuti dei
banchi meridionali e insulari» e potrà «attraverso
trasparenti offerte pubbliche», acquisire marchi e denominazioni
di «rami di azienda già appartenuti ai banchi meridionali
e insulari».
Una sorta di rifondazione del credito meridionale, il cui percorso
tuttavia appare ancora incerto. In primo luogo soltanto lo Stato, che
ha a disposizione un gettone di 5 milioni di euro per il capitale
sociale, si è detto con chiarezza disposto a fondare una nuova
banca meridionale.
Gli altri enti evocati nella legge finanziaria - regioni, province,
comuni, camere di commercio - non hanno finora battuto un colpo se non
per prendere le distanze da un’iniziativa «non
concordata», come ha detto per esempio il presidente della Puglia
Niki Vendola.
Comunque la maggioranza del capitale, secondo quanto previsto
espressamente in finanziaria, dovrebbe essere di soci privati. Un altro
problema per la nascente Banca del Sud può venire dalla
titolarità del marchio, visto che la Banca del Sud è
già in pista da un anno a Napoli con un comitato promotore e ha
raccolto fondi per 14 milioni di euro, di cui il 15 per cento
sottoscritto dall’istituto fondazione Banco di Napoli, ovvero
proprio da uno dei soggetti in teoria interessato al progetto.
Commenti favorevoli invece dal consigliere regionale della Campania,
Luca Colasanto, che appartiene allo stesso partito di Tremonti, Forza
Italia. Secondo Colasanto, oltre alla scelta di Carlo di Borbone
«altrettanto adeguata è anche l'investitura di Gerlando
Genualdi. È auspicabile che l'iniziativa del ministro venga
realizzata ed attuata nel minor tempo possibile».
Carlo di Borbone, in vacanza con la famiglia a Cortina d'Ampezzo per festeggiare il suo compleanno, ha parlato con il Mattino del suo nuovo incarico.
Possiamo dire che ha avuto davvero un gran bel regalo per il suo compleanno, sono quarantatré...
«Non ricorda male, ormai sono davvero tanti, ma vede, sono un
padre felice che si dedica alla famiglia e alle figlie. Non mi
aspettavo questa nomina a presidente della Banca del Sud anche se, in
realtà, sono molto fiero che hanno pensato a me per
rappresentare il Meridione».
La sua sarà una presidenza
onoraria e a titolo gratuito, ma non per questo meno impegnativa: come
pensa di gestire questo nuovo incarico?
«In realtà i miei impegni non sono pochi, ma quando si
tratta di qualcosa che riguarda il Sud il tempo riesco sempre a
trovarlo. I miei sforzi per il Meridione sono sempre tanti e la
mia disponibilità totale, ma ritengo di poter facilmente
abbinare il tutto perché l'obiettivo è unico, anzi, il
ruolo di presidente di questa nuova banca mi sarà senz'altro
utile per meglio aiutare chi ne ha bisogno cosi come è stato
sempre fatto».
Approva questa nuova realtà economica prevista per Napoli e per il Sud?
«Non solo, ma la condivido, e, pur non essendo un grande esperto
di economia, penso che una delle più grandi aree geografiche del
Paese, con una popolazione di oltre venti milioni di abitanti non possa
adeguatamente svilupparsi senza una propria banca che sia aperta alla
vocazione mediterranea e in grado di competere in Europa, cosi come per
lunghi secoli hanno fatto gli antichi e gloriosi banchi pubblici
napoletani prima, e il Banco delle Due Sicilie e il Banco di Napoli
poi».
Pensa quindi che sia un giorno importante?
«Penso proprio di si, lo è per Napoli ma anche per tutto
il Sud e spero proprio che lo sia per tutti coloro che vorranno
investire i propri capitali e intraprendere una serie di iniziative
economiche in una terra per troppo tempo mortificata, ma ricca di tali
e tante potenzialità che, credo, costituiscano oggi l'unica vera
risorsa e occasione di sviluppo per l'Italia. Il Mezzogiorno è
una risorsa, non un problema e queste iniziative lo dimostrano».
Quando sarà a Napoli?
«Prestissimo, tra pochi giorni sarò senz'altro presente,
con il ministro Giulio Tremonti, alla conferenza stampa in programma
nei primi giorni di marzo a Napoli, dove saranno illustrate con dovizia
di particolari tutte le finalità nonché le linee guida di
questa nuova ed interessante iniziativa socio economica. Mi riprometto
inoltre di essere presente anche in Puglia, Calabria e Basilicata per
sensibilizzare tutti gli imprenditori locali».
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