Come se non fossero bastati i lunghi anni in cui la nostra vita è stata decisa e determinata dalle scelte fatte a Torino, poi a Firenze, quindi a Roma, ma in realtà sempre in quella che Nicola Zitara chiama efficacemente paludania, non riusciranno mai a convincerci che è giusto, necessario e conveniente che i nostri destini, i destini della nostra Nazione Napoletana, devono essere decisi nelle brumose terre nordiche dove hanno sede gli organismi dell’Unione Europea: Bruxelles, Strasburgo, Francoforte.
La bocciatura della Costituzione europea da parte dei francesi e degli
olandesi, come l’impoverimento di tutti noi a causa della stolta
introduzione dell’euro, stanno a dimostrare che i popoli europei
non sono per niente entusiasti del modo come vorrebbero imporci
un’Unione europea a tutto vantaggio dei ceti parassitari
dell’alta finanza e della politica politicante.
Se avessimo una classe politica cosciente degli interessi e del ruolo
che uno Stato delle Due Sicilie (pienamente autonomo o federato con
altri Stati della penisola italiana) può svolgere nel
Mediterraneo, non staremmo ad elemosinare interventi dal governo
centrale, ma imporremmo le nostre scelte e la tutela dei nostri
interessi.
E dopo 144 anni di sciagurata “unità d’Italia”
non è più una bestemmia parlare di autonomia delle Due
Sicilie, se si considera che la penisola iberica, la penisola
scandinava e quella balcanica sono tutte frazionate in diversi Stati,
senza che sia arrivata la fine del mondo.
I “governatori” delle Regioni del Sud dicono di voler
sviluppare una politica estera comune sul Mediterraneo, di voler
chiedere più consistenti “fondi europei” per
investire in linee ferroviarie più veloci, nella
portualità, nelle autostrade del mare nei collegamenti aerei,
per creare rotte dirette dal Sud verso gli undici Paesi del bacino del
Mediterraneo.
Lo stesso presidente Carlo Azeglio Ciampi ha chiesto che l’azione
congiunta di Italia, Portogallo e Spagna restituisca centralità
al Mediterraneo. Belle parole; contraddette poi dalla ribadita
volontà di accettare la logica del “mercato unico”,
che vorrebbe imporci il nostro assoggettamento agli interessi ed alle
scelte fatte dai Paesi e dai poteri forti del Nord.
Fra l’altro Bassolino e suoi colleghi “governatori”
del Sud dimenticano che oggi non sono più determinanti (eppure
sono indispensabili!) solo le infrastrutture che a noi sono state
negate dalla politica “nazionale”, ma anche le tecnologie
della comunicazione: telecomunicazioni, energia (il petrolio col suo
prezzo giunto sta a dimostrarlo) e sapere.
A Napoli è concentrato il 60 % delle compagnie di navigazione di
tutta l’Italia; e questo nonostante i colpi che ci sono stati
inflitti negli ultimi 145 anni, per favorire le compagnie, i cantieri
ed i porti del Centro-Nord!
Noi nel Mediterraneo ci siamo, circondati per tre lati dalla sua acqua
salata; e nel Mediterraneo dobbiamo assicurarci una presenza da
protagonisti, non vivere a rimorchio di Paesi che hanno altrove i loro
veri interessi!!!…
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