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Fonte:
https://www.sitiunesco.it/

Centro Storico di Napoli

Id n. 726 1995 C (ii) (iv)

Il comitato ha deciso di iscrivere tale luogo sulla base dei criteri C (ii) (iv), considerando che il luogo è di straordinario valore culturale.


Una delle più antiche città d'Europa il cui tessuto urbano contemporaneo conserva ad oggi gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al suo centro storico un valore universale senza eguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte d'Europa e aldilà dei confini di questa.


Esso è testimonianza di un rilevante scambio di conoscenze durante un determinato periodo, o in una determinata area culturale, sullo sviluppo dell'architettura o della tecnologia, delle arti monumentali, della pianificazione della città, o della creazione di paesaggi. Offre un eminente esempio di un tipo di costruzione o di complesso architettonico o di paesaggio che illustra un periodo significativo della storia umana.



Napoli - Il Centro Storico


"Si tratta di una delle più antiche città d'europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'europa e al di là dei confini di questa."

Questa la motivazione con la quale il Bureau du Patrimoine Mondial dell'UNESCO si pronunciava all'unanimità per l'inserimento del centro storico di Napoli nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.


La delimitazione del centro storico di Napoli è di per sè, fattore essenziale per comprendere la natura di tale bene ed il senso in cui bisogna intenderne l'unità complessiva.

Sul versante orientale, il perimetro comprende Piazza Mercato in prossimità della costa e l'Albergo dei Poveri all'interno; siamo fuori dal nucleo più antico, greco romano e medioevale, ma ancora "dentro" due momenti essenzizali della città. Piazza Mercato, inserita con gli Angioini e poi con gli Aragonesi (sec. XIII) all'interno della murazione, è sempre stata un'area di scambi commerciali, qualificata tra l'altro dalla chiesa di Sant'Eligio, una delle innumerevoli e più importanti presenze religiose di epoca angioina che rimandano a S. Lorenzo, S. Chiara, S. Pietro Martire e Donnaregina "Vecchia", localizzate nel cuore della città, all'interno o a ridosso del tessuto greco-romano. Il perimetro nella parte orientale sottolinea l'importanza di tale momento storico, in cui Napoli divenne capitale del Regno, e non si spinge più oltre, dove lo sviluppo urbano è frenato dalle paludi fino al secolo scorso.


Più su, all'interno, il confine si allunga fino a circoscrivere l'importante struttura dell'Albergo dei Poveri, opera di Ferdinando Fuga. Tale elemento, infatti, riassume sub specie architectura il clima politico e culturale del XVIII secolo, significativo della temperie illuminista europea in cui, a pieno titolo, era inserita la Napoli dei a Borboni. Dal punto di vista urbano, il motivo di tale inclusione è preciso. 

L'Albergo dei Poveri, che doveva paternalisticamente risolvere il problema sociale con un gigantesco manufatto, viene edificato e localizzato anche con l'intento di costruire un'indicazione di sviluppo della città: con la sua estensione come una freccia indicante una direzione, è concepito lungo l'attuale Via Foria per essere guardato tangenzialmente. Alla valorizzazione di questo tipo di sguardo – oggi appiatito sulla vista frontale causata dall'apertura delle strade ottocentesche – è condizionata la scelta dei caratteri architettonici dell'edificio monumentale, che denuncia la mancanza di decorazioni elaborate e la ripetitività di piatti rilievi verticali che ne scandiscono il ritmo.


Nella parte centrale la delimitazione comprende tutto il tessuto urbano tra la linea di costa e, a monte, Corso Vittorio Emanuele, prima vera "tangenziale" del secolo XIX, confine costruito tra la città del passato e la metropoli ottocentesca dei sempre più rapidi collegamenti. In tale parte sono compresi i borghi dello sviluppo sei-settecentesco oltre le mura di cinta (Vergini, Sanità, Stella); la parte più antica, marcata dal tracciato greco (S. Lorenzo, Vicaria, S. Giuseppe); la parte medioevale superstite dopo gli interventi ottocenteschi, verso il mare; i "quartieri spagnoli" con Via Toledo, elementi intatti, a livello urbanistico, del primo piano regolatore della città, pienamente attuato da Don Pedro da Toledo nel XVI sec.; ed infine gli incisivi interventi ottocenteschi di risanamento, incentrati sull'apertura del Rettifilo, che hanno investito Napoli con i panni della "città borghese".


Ad ovest l'area si allunga ed il perimetro si spinge fino alle pendici di Posillipo in conformità alla tendenza storicamente costante di sviluppo della città ad occidente lungo la via per Pozzuoli, con le ville romane attestate lungo la costa, a testimoniare l'eterna bellezza dei luoghi ed il legame indissolubbile tra i valori di natura e storia. Anche qui, per altro, i resti delle dimore patrizie di epoca romana rimandano direttamente, secondo la direzione definita dalla perimetrazione del versante occidentale, alle consistenti tracce presenti nel cuore della città, sotto le chiese di S. Lorenzo, S. Chiara, sul sito di Caponapoli, nella zona dei teatri, ecc.


(testo a cura dell'arch. Ugo Carughi tratto dagli scritti costituenti la proposta inviata nel settembre del 1994 all’UNESCO).

Si precisa che la descritta perimetrazione del centro storico inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanita’ fa riferimento all’estensione, rispetto all’impianto greco-romano, introdotta con l’approvazione del Piano Regolatore Generale della citta’ del 1972 (D.M. n.1829 del 31/3/72). Con l’accettazione della richiesta di inserimento del centro storico di Napoli,nel dicembre del 1995, si aggiungono a detta area alcune zone, e precisamente il complesso della Reggia di Capodimonte con il relativo parco, Castel Sant’Elmo con la Certosa di San Martino e la relativa collina, la Villa Floridiana con il parco e la Villa Comunale, in quanto luoghi urbani che, essendo tra i pochi spazi liberi dimensionalmente significativi all’interno del tessuto urbano contenenti edifici di grande valore architettonico e storico, ed essendo ubicati ai margini del centro storico, ne costituiscono quasi una sorta di corona verde monumentale.








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