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Fonte:
la_riviera_siderno

DOMENICA 14 DICEMBRE 2008


Facciamo chiarezza sul ruolo di Libera

Il Coordinamento della Locride replica a “la Riviera”: “non siamo
solo convegni e cortei, come qualcuno vorrebbe far credere”


Egregio Signor Direttore, “La lotta alla mafia deve essere innanzi tutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”

Sono le parole di un uomo che ha pagato con la vita la scelta di combattere la mafia. È l’eredità spirituale, l’insegnamento da raccogliere, di Paolo Borsellino, un magistrato assassinato insieme ai cinque uomini della sua scorta con 100 Kg di tritolo. Tra chi teorizza l’inutilità della costruzione di un movimento culturale antimafia come strumento di lotta al fenomeno mafioso, e l’insegnamento di Paolo Borsellino, Libera ha scelto di raccogliere quella eredità.

Vogliamo partire da qui, dalla memoria, dal testamento spirituale di una vittima di mafia, nel rispondere alle considerazioni di Pasquale Violi contenute nell’articolo apparso su “La Riviera” di domenica 23 novembre, nel quale si accusa Libera di fare solo parole. Rispondiamo con animo profondamente sereno, ed invitando al dialogo e all’approfondimento (le divisioni su questo tema rischiano di essere particolarmente pericolose), comprendendo che nel fare informazione spesso si cade nella tentazione di costruire la sensazionalità della notizia, piuttosto che ricercare e riportare la realtà delle cose. Noi crediamo nell’uomo, crediamo nella parola come il mezzo e lo strumento più potente per operare il cambiamento.

I cortei e i convegni, non come passerelle, ma come momenti e luoghi autentici di approfondimento, di condivisione delle esperienze, dove schierarsi e impegnarsi pubblicamente dalla parte della legalità democratica, luoghi dove appunto parlare alle coscienze, sono fondamentali e necessari in una strategia di lotta alle mafie che parte dallo scardinamento culturale del fenomeno. Parlare della mafia è il primo indispensabile passo per combatterla e sconfiggerla. Ma “Libera.

Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” non è solo convegni e cortei, come qualcuno (disinformato, non in malafede … si spera!) vorrebbe far credere. Nasce nel 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente sono circa 1500 le associazioni, i gruppi, le scuole, le realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità democratica.

La legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica, l’impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera.

Libera lavora sui territori portando avanti progetti concreti, nella Locride come nei territori degli altri coordinamenti calabresi (Reggio Calabria, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Crotone, e da ultimo il costituendo coordinamento di Cosenza). La sua peculiarità è che riesce a tenere insieme queste diverse esperienze locali che altrimenti rimarrebbero isolate; e nella lotta alle mafie si sa, la prima cosa da combattere è la solitudine e l’isolamento di coloro che ad essa si oppongono. Ed è appunto questa sua dimensione nazionale, ed internazionale ormai, con la nascita a giugno di quest’anno del progetto FLARE (Freedom Legalità And Rights in Europe), che costituisce un suo punto di forza; anche perché sono quelle le dimensioni che ha assunto il fenomeno “mafie” e sulle quali va combattuto.

Abbiamo sempre lavorato con umiltà, con costanza e senza nessuna smania di apparire. Sperando che gli attacchi ciclici a Libera fatti su certa stampa locale siano dettati dalla disinformazione e non da preconcetti e pregiudizi verso la nostra associazione, cercheremo di dare, a partire da oggi, delle informazioni più precise su Libera. LIBERA è innanzi tutto Memoria.

Memoria ed impegno sono le due parole che ispirano i familiari di vittime innocenti della criminalità organizzata che si ritrovano in Libera Memoria. Fare memoria, cioè ricordare, richiamare alla memoria per far rivivere. Far rivivere le loro idee ed i loro sogni per farli proseguire, cercando di ricordare tutti coloro che si impegnarono perché credevano in valori forti come la legalità la giustizia e li perseguirono fino al punto di sacrificare la loro vita.

E’ questo uno degli impegni di Libera Memoria: la ricostruzione completa dei nomi e delle storie di queste persone per ricordarli tutti nella Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, giorno in cui Libera chiama a raccolta tutti, cittadini, associazioni della società civile, rappresentanti delle istituzioni e della politica, assieme ai familiari delle vittime. Una giornata per ricordare tutte le vittime di mafia, commemorando quanti hanno perso la vita per mano mafiosa, affinché il loro sacrificio non sia stato vano e perché non si ripeta mai più. Insieme per dire “grazie” a chi non c’è più, per dire “basta” e per dire “forza”.

E la memoria sfida ognuno di noi all’impegno, a guardare avanti con continuità, coerenza e progettualità. E proprio per questo i familiari di Libera incontrano scuole, gruppi di giovani, associazioni a cui raccontano la loro dolorosa vicenda per fare in modo che non venga mai dimenticata, perché quello che è accaduto al singolo venga condiviso dalla comunità tutta.

Da questi incontri tutti ne escono arricchiti: i familiari si sentono meno soli nella loro tragedia ed i partecipanti “toccano” con mano il dolore delle famiglie e ne traggono ispirazione per il loro lavoro e per le loro scelte di vita. Inoltre, Libera ha messo in rete tanti familiari delle vittime che, incontrandosi regolarmente, si sostengono e si confrontano, come in una grande famiglia in cui non ci si sente più soli nel proprio cammino di vita.

Una presenza continua per un impegno comune. Libera ha collaborato, ha proposto e propone continuamente iniziative e norme a sostegno dei familiari delle vittime innocenti, affinché dopo la tragedia riescano ad andare avanti con dignità. E’ il primo degli impegni concreti di Libera.

LIBERA è utilizzo sociale dei beni confiscati, essendo stata la promotrice della raccolta di firme (un milione) che ha consentito l’approvazione della legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Libera ha infatti promosso in tutti questi anni iniziative e progetti che hanno portato alla nascita di cooperative sociali che operano proprio sui quei beni confiscati, in Calabria, in Sicilia, in Puglia e in altre regioni italiane. La pasta, l’olio, il pesto di peperoncino, il vino (solo per citare alcuni prodotti del marchio Libera Terra), sono il segno più genuino di un’antimafia sociale che certo non è basata sui comizi.

Sono tantissimi i giovani, soci e/o lavoratori, impegnati in questa sfida e centinaia coloro che ogni anno sui terreni confiscati partecipano alle attività di volontariato, attraverso i campi di lavoro organizzati da Libera. Non molto lontano dal nostro territorio, nella Piana di Gioia Tauro, esiste ormai da quattro anni una realtà di questo tipo: la Cooperativa Sociale “Valle del Marro – Libera Terra”.

LIBERA è Formazione, con i progetti di educazione alla cittadinanza, alla responsabilità civile, alla legalità democratica, progetti realizzati in collaborazione con Università, Scuole, Enti ed Associazioni. Libera infatti è un ente di formazione accreditato presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Ed ancora LIBERA è Informazione, attraverso la fondazione “Libera Informazione”, realtà nata di recente (nel 2007) per mettere in rete il vasto arcipelago delle realtà territoriali che si battono contro le mafie, dando spazio a quelle notizie che spesso trovano difficoltà nei circuiti dell’informazione.

Questo, e molto altro, è il mondo di Libera. Ed il suo popolo, quello delle realtà sopra brevemente descritte, non è certo un popolo di giustizialisti, ne tanto meno di giustizieri. Siamo naturalmente consapevoli che da soli non possiamo farcela in questa durissima lotta contro le mafie. Ed infatti lavoriamo faticosamente e quotidianamente nell’ottica di un allargamento della partecipazione democratica su questi temi.

Abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio con grande umiltà, per questo suggeriamo di guardare da altre parti per cercare coloro che hanno usato (o usano) l’antimafia come trampolino di lancio mediatico o per il perseguimento di scopi personali dalle più svariate dimensioni, siano esse politiche, sociali, piuttosto che materiali o semplicemente di pura vanità e voglia di apparire.

Ed allora tutte quelle considerazioni secondo cui Libera, e il suo fondatore Don Luigi Ciotti in particolare, parla alle coscienze e non distribuisce pane; che inganna la società italiana, e quella meridionale in particolare, lanciando ideali senza speranza; che fa muovere dietro di se un popolo fatto di giustizialisti e giustizieri; sono considerazioni (vogliamo pensare) soltanto frutto di disinformazione.

Del resto basterebbe collegarsi al sito di Libera, o a quello di Libera Terra, o ancora a quello di Liberainformazione, per capire che Libera è lontanissima dalla descrizione fatta da Pasquale Violi nel suo articolo. Oppure basterebbe andare a Gioia Tauro, a parlare con i soci della Cooperativa Sociale “Valle del Marro – Libera Terra” per comprendere che il mondo di Libera non è fatto di comizianti, così come le sue iniziative non possono essere certo descritte come “pagliacciate”.

Non crediamo che questo mondo, e don Luigi Ciotti in particolare, meriti il “fango” che Pasquale Violi ha voluto riservare/ci. È assolutamente fuori discussione il diritto di criticare il metodo e le attività che Libera propone e realizza. Per questo, fuori dalle polemiche del caso che ribadiamo ci interessano poco, vogliamo sperare che da questa discussione possano nascere momenti di confronto e di riflessione su cosa voglia dire fare, e come fare, antimafia concreta nei nostri territori. Noi siamo pronti e disponibili. Però, per favore, facciamolo con chi non ha pregiudizi di sorta.

Libera Coordinamento Locride


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DOMENICA 14 DICEMBRE 2008

Alla Calabria serve creare ricchezza

Sui meriti di Libera non si discute. E’ la supersintetica considerazione che aggiungiamo alla lunga lettera che il Coordinamento Locride dell’Associazione ha inviato a la Riviera per “sgridare” il nostro Pasquale Violi (attento e bravo giornalista) trattato per l’occasione alla stregua di nuora affinché suocera (leggi: Don Pino Strangio) intenda.

Ribadiamo la nostra posizione: Profondo è il rispetto che l’intera redazione nutre per Libera, per i familiari delle vittime della mafia, e per tutte le azioni tese a combattere un sistema inaccettabile di soprusi e violenze che in più modi ci mette alle corde di un ring che è l’Europa, anzi ci butta giù da quel quadrato.

Dal suo piccolo angolo di osservazione la Riviera settimanalmente tenta anch’essa di registrare quella che il Coordinamento di Libera della Locride definisce “la realtà delle cose”, che non è affatto un bel vedere. La Calabria è povera e senza prospettive, su questo tutti conveniamo, per cui non è vero che non riconosciamo a Libera e all’associazionismo antimafia il ruolo di protagonisti nella lotta alla ‘ndrangheta. Ma non siamo d’accordo che la magistratura, la DIA, l’esercito, e con loro le Associazioni, siano in grado di portare la nostra regione e le altre del meridione dalla stagnazione alla crescita.

Non possono essere l’antimafia o l’antiterrorismo gli artefici di un mutamento profondo di una società. Non troviamo, pur sforzandoci, riscontri e precedenti. Affinché il cambiamento avvenga nei territori in forte ritardo come il nostro serve una classe dirigente e una leadership politica non più specializzate nell’accordo e nello scambio ma concentrate sull’istruzione, sulla ricerca e su progetti seri. Che non contengano solo infrastrutture e turismo.

Serve un’imprenditoria che non badi solo a buste paga indegne, ma che produca, fabbrichi, si dedichi all’innovazione, alla formazione del personale, alla costruzione della sua immagine sui mercati, a conquistare la fiducia del consumatore. In breve: la Calabria deve essere normale. Competitiva.

Non si può pensare che la lotta alla criminalità, sacrosanta e necessaria, basti a determinare il dinamismo più efficace per andare velocemente oltre il nostro basso orizzonte. Nobile è lo spirito animatore del Coordinamento, toccante l’ambizione, ma forse miope lo sguardo. Soprattutto quando non si sofferma a giudicare i mali della Calabria nel loro complesso, che noi de la Riviera non abbiamo la presunzione di elencare.

Quando snobba le nostre denunce e ignora le nostre proposte. Ma noi speriamo sempre che in un futuro possibilmente vicino possa nascere un dialogo con gente così per bene come i componenti di Libera. Siamo convinti– culturalmente parlando- che per la riabilitazione di un detenuto sia più efficace un corso di chef o di elettricista che non inflazionate nozioni sulla coscienza e rispettabili condivisioni di esperienze.

Nessun pregiudizio c’è quando crediamo che un giornalista non è la persona adatta a costruire un palazzo. Nessuna polemica ci spinge a pensare che un bambino non fa salti di gioia a sentir messa.

Ercole Macri

Facciamo chiarezza sul ruolo di Libera












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