L'Altra Sicilia inaugura la propria campagna referendaria, fermamente a sostegno del NO al referendum sulla c.d. Devolution!
Mentre tutti i "politici" siciliani ignorano il pericolo per la nostra
Terra rappresentato da questa "controriforma" costituzionale, animati
solo dalla smania di conquistarsi uno scranno a Palazzo Reale, Noi
denunciamo con forza a tutti i nostri concittadini che la posta in
palio al referendum è molto più importante dello stesso
rinnovo del Parlamento Siciliano e diamo inizio ad un'opera di
mobilitazione e sensibilizzazione che è anche un primo test sul
territorio siciliano dopo il successo ottenuto all'estero nelle ultime
consultazioni politiche.
Questa Devolution, misto tra il "colonialismo" voluto dalla Lega e il
centralismo degli altri partiti di centro-destra, è sostenuta a
destra con qualche imbarazzo (era il contentino per Bossi) e trova la
generale ostilità della sinistra.
Noi però non ci accodiamo semplicemente alle motivazioni che
quest'ultima adduce per il suo No (l'Italia che viene divisa in due,
etc.), anche se non del tutto infondate, ma ricordiamo ai Siciliani che
questa riforma riguarda proprio loro in una maniera del tutto
peculiare; maniera che nessuno ha evidenziato, perpetuando così
il "sonno" nel quale deve essere tenuto il Nostro Popolo.
Con la "devolution" si erigono muri per la redistribuzione delle
risorse dalle regioni più ricche alle più povere ma, per
contro, si centralizzano funzioni e decisioni! Decideremo ancor meno di
oggi sulla nostra vita e avremo di meno per i nostri servizi pubblici:
saremo a tutti gli effetti (e non più solo di fatto) una colonia
della Penisola.
Con la "devolution" l'Autonomia speciale (mai realizzata ma, essendo
almeno sulla carta, unica speranza per il Nostro Popolo) si riduce ad
una farsa: il Parlamento Siciliano si "scioglie" automaticamente quando
si deve formare il Senato, lo stato italiano può sindacare a suo
piacimento ogni legge siciliana in nome dell' "interesse nazionale",
può persino modificarne unilateralmente lo Statuto!
In altre parole non decideremo più nulla che a Roma possa
dispiacere e la nostra classe politica sarà ancora più
vilmente prostrata agli "interessi nazionali" di quanto già non
lo sia oggi!
Nello stesso tempo, però, dopo che gli strumenti legislativi per
lo sviluppo ci saranno troncati, con l'inevitabile povertà che
ne conseguirà, dovremo provvedere da soli alla nostra
sanità ed alla nostra scuola, cioè - in una parola - le
dovremo smantellare!
Noi non cerchiamo privilegi per la Sicilia, ma solo opportunità
di una vita normale, quella "normalità" che ci è
sistematicametne negata dallo sbarco di Garibaldi ad oggi!
Noi siamo per un'autonomia della responsabilità, convinti come
siamo che la stessa, se pienamente applicata, creerebbe sviluppo,
benessere e quindi anche quell'autonomia finanziaria per cui non
avremmo bisogno di nessuna elemosina dal centro.
Ma l'Autonomia del 1946, anelito di autogoverno minimo per un Popolo
che da secoli lottava per l'indipendenza, è per noi un punto di
non ritorno!
Si può e si deve attuare, si può e si deve anzi ampliare
fino a portare i rapporti tra Sicilia e Italia sulla base di un leale
patto confederativo. Ma se qualcuno tenta di togliercela la reazione
sarà quella di un Popolo che lotta per la propria sopravvivenza
e gli esiti potranno essere anche di trasformare una lotta difensiva
per l'autonomia in una lotta "totale" per la liberazione della Sicilia
da ogni forma di colonialismo continentale.
ANTUDO!
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