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IL SILENZIO, ASSORDANTE, DEL SUD

di Emilio Zangari
(risposta a Ernesto Galli Della Loggia)

Nel suo editoriale ”il silenzio del Sud”, sul Corriere della sera del 14 settembre, https://www.corriere.it/editoriali parlando della scuola nel Mezzogiorno, facendo un elenco delle tante cose che non vanno, e dando prova che sono vere perché le dice anche uno “di sinistra”, lei dice”Il fatto è che dovremmo prendere atto tutti, una buona volta, di alcuni dati di fatto.” E giù ad elencare le malefatte di queste scuole e di questi professori ignoranti che regalano i voti, dimenticandosi delle rilevazioni Ocse di pochi anni prima, dimenticandosi delle condizioni vergognose in cui versano moltissime scuole del Mezzogiorno. Gia’, come sempre si cerca la soluzione di un singolo problema, come se parlassimo di un problema di matematica. 

Non si riesce a parlare del perché tutto al Sud non funziona come dovrebbe, le analisi sono sempre parziali e dedicate ad un solo argomento,non si cerca, se non in modo poco concreto, i motivi della situazione del Sud, che dura da circa 150 anni. 

Nel suo editoriale lei dice che “Si, l’opinione pubblica meridionale, specie quella continentale, nel suo complesso latita,è assente... mai che crei movimenti, associazioni, giornali, che agitino i temi della propria condizione negativa; mai che da essa vengano analisi sincere, e magari (perché no?) autocritiche, dello stato delle cose e dei motivi perché esse stanno al modo come stanno” .

Si sbaglia; ci sono molte associazioni, movimenti, partiti politici, gruppi di cittadini, giornali locali a tiratura limitata e on line che fanno quello che lei auspica. E queste persone fanno analisi molto serie e proposte concrete allo scopo di migliorare le condizioni di vita del Sud. Ma nessuno li ascolta, non esistono, non contano niente. Cosi come ci sono fior di storici, completamente ignorati dal mondo cosi detto “ufficiale”, che cercano i motivi, quelli veri, che non si trovano solo nel presente, o nell’immediato passato, ma vengono da lontano.

E questo grande sforzo queste persone lo fanno senza nessun aiuto, senza nessun finanziamento.

Lei inizia il suo articolo citando una questione meridionale nella scuola italiana.

Ma da quando esiste la Questione Meridionale?

Nasce con l’unità d’italia, prima non era mai esistita.

Da quando esiste l’Emigrazione?

Nasce con l’unità d’italia, prima non era mai esistita.

Da quando esiste la Mafia?

Da circa 150 anni, guarda caso circa l’età di questo paese, prima non era mai esistita, e se esisteva era un fenomeno molto circoscritto.

Nel suo articolo lei dice:”la cultura meridionale non si sente più tenuta a rappresentare quella coscienza polemicamente e analiticamente esploratrice della propria società, a svolgere quella funzione critica, che pure dall’unità in avanti avevano costituito un tratto decisivo della sua identità.”

Dall’unità in avanti, come se prima dell’unità non ci fosse niente, come se quella che è stata la gloriosa storia delle Due Sicilie non fosse mai esistita.

L’unità d’italia ha ucciso il Sud, la sua cultura, la sua economia,mascherando i suoi appetiti economici dietro a pseudo ideali che la gente non voleva, non capiva e non capisce neanche adesso. Anni di violenze, teste tagliate, soprusi, fucilazioni di massa per convincere la gente del Sud che “uniti” era meglio; decine di milioni di persone costrette a scappare dalle loro terre per andare a cercare lavoro, per poter sopravvivere, e che ancora adesso (oltre 200.000 ogni anno) sono costrette ad andarsene per vivere.

Tutto questo per formare uno stato che non esisteva e che, nei fatti, non esiste neanche adesso.(chieda a Bossi e Borghezio).

Credo sia quasi offensivo che lei chieda quali siano i motivi del disastro sociale ed economico del Sud.

Per tornare alla scuola, i governi degli ultimi anni hanno tagliato, tutti, le spese per l’istruzione, ma all’interno dei tagli vada a vedere in quale parte del paese sono avvenuti i tagli maggiori; la quasi totalità dei tagli è stata fatta al sud, e senza risorse non c’è scuola.

E il fatto di dichiarare che gli insegnanti del Sud hanno bisogno di “corsi intensivi” che dichiarazione è? Di quali corsi si sta parlando?

Per insegnare a Scampia che corso dovranno fare gli insegnanti?

Ma gli insegnanti del Sud che insegnano nell’italia settentrionale, dove dall’inchiesta OCSE risulta esserci una scuola di buon livello allora cosa sono? Più bravi perché ispirati dall’aria del Nord?

I motivi di questo disastro, e non solo di questo, che lei dice dobbiamo cercare, sono nella storia di questo paese, che però non può essere toccata; sembra che il mondo sia cominciato nel 1861; nessun revisionismo è permesso.

La verità che tanti vogliono sentirsi dire è un’altra, e mi permetto di citarle Gramsci, anche se sicuramente già lo conosce, perché purtroppo il suo pensiero è ancora attuale.

 “La “miseria” del Mezzogiorno era “inspiegabile” storicamente per le masse popolari del nord; esse non capivano che l’unità non era avvenuta su una base di uguaglianza, ma come egemonia del nord sul Mezzogiorno nel rapporto città-campagna, cioè che il Nord concretamente era una “piovra” che si arricchiva alle spese del Sud e che il suo incremento economico-industriale era un rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. Il popolano dell’alta italia pensava invece che, se il mezzogiorno non progrediva dopo essere stato liberato dalle pastoie che allo sviluppo moderno opponeva il regime Borbonico, ciò significava che le cause della miseria non erano esterne, da ricercarsi nelle condizioni economico-politiche obbiettive, ma interne, innate nella popolazione meridionale, tanto più che era radicata la persuasione della grande ricchezza naturale del terreno: non rimaneva che una spiegazione, l’incapacità organica degli uomini, le loro barbarie, la loro inferiorità biologica."

[Gramsci, Il risorgimento-Einaudi, 1955]

Forse lei non la pensa come il popolano dell’alta italia, ma questo scritto di Gramsci mi è tornato in mente leggendo il suo articolo.

Questo è il motivo che tutti vorrebbero sentire per giustificare il disastro in cui è precipitato il Sud;

questo si sente nelle parole di un partito che ha molti ministri nell’attuale governo e che li ha avuti in precedenti governi, e questo c’è nei pensieri dei politici di tutti gli altri partiti, con magari un po’ più di comprensione.

Manca soltanto di rispolverare le teorie del Lombroso, guarda caso era “padano”, ed ecco che tutto quadra.

Mi dispiace, ma sono altri i motivi del disastro sociale ed economico del Sud, e sono legati al passato.

Fino a quando non si farà chiarezza sul passato, fino a quando non sarà ristabilita la pari dignità, non ci potrà essere un paese unito, e niente potrà mai funzionare bene; non può esistere uno stato con cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Mi permetto di chiederle, ma dal 1860 il Sud è andato avanti o è tornato indietro?

Nicola Zitara, uno storico che, come successo e succede ai tanti che hanno cercato e cercano di trovare i perché dei mali del Sud, viene escluso dagli storici “ufficiali”, scrive in uno dei suoi libri, “la questione meridionale altro non è che l’alibi di una sopraffazione”

Credo che fino a quando non si metterà fine a questa sopraffazione e non si farà chiarezza sulla storia, questo paese sarà unito solo dalle vittorie della nazionale di calcio e da qualche medaglia olimpica; e per quanto riguarda l’opinione pubblica meridionale, non si preoccupi; forse a lei sembra assente, silenziosa, ma per chi sa ascoltare, glielo posso assicurare, il silenzio della gente è un silenzio assordante.

Cordiali saluti

Zangari Emilio – Comitati Due Sicilie – Lombardia

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