Eleaml


Fonte:
https://www.movimentoperlautonomia.it/

PIU' AUTONOMIA PER REALIZZARE LA VERA UNITA' DEL PAESE

Davanti a 3000 tra delegati e sostenitori, l'on. Raffaele Lombardo apre il primo congresso del Mpa

"Siamo un movimento a struttura federale che deve garantire autonomia piena alle classi dirigenti regionali", non confluiremo "in nessuno dei due schieramenti, potremo allearci ma ci collochiamo al centro del campo e ci restiamo". Così il leader del Movimento per l' Autonomia, Raffaele Lombardo, ha descritto il Mpa davanti ad una platea di 3000 tra delegati e sostenitori intervenuti da tutte le parti d’Italia , attaccando duramente la politica attuata dai due poli e lanciando la sfida ai partiti "centralisti e qualche volta monarchici".


Lombardo ha ribadito che il movimento "non intende rinunziare ai tratti della propria identità e diversità": "Potremo allearci - ha spiegato - solo se sarà condiviso solennemente e ufficialmente il nostro programma se sarà assunto quell'impegno decennale straordinario a conclusione del quale, siamo convinti, si potrà realizzare la vera unità del Paese". "Non ci facciamo - ha aggiunto - molte illusioni. In questi ultimi 10 anni i due schieramenti che hanno governato il Paese posseggono una caratteristica in comune: una sostanziale indifferenza per le sorti del Mezzogiorno e per la vera unità del Paese".


"Qualcuno si lamenterà che siamo incontentabili - ha detto ancora - io credo che bisogna essere incontentabili; solo così, se non regaleremo il consenso per esprimere sterili proteste riusciremo a realizzare il nostro progetto. Per queste ragioni ci collochiamo a centro campo e ci restiamo, non ci apprestiamo né al compromesso né al baratto".


Cinque i punti caratterizzanti il programma che l’on. Lombardo ha presentato nel corso della relazione introduttiva, per riportare le problematiche del Sud all’interno del dibattito politico nazionale, da realizzarsi nei prossimi dieci anni, perché "questo è il termine per dare sostanza ad un impegno straordinario, e prima ancora ad una nuova consapevolezza ed un impegno programmatico complessivo che coinvolga tutto il governo, dal suo Presidente a tutti i Ministri, a tutte le Agenzie attraverso le quali lo Stato interviene sul territorio: fiscalità compensativa o di vantaggio, mantenimento del Mezzogiorno nell’area obiettivo 1 per altri dieci anni, piano decennale delle infrastrutture, lotta alla criminalità per debellare le mafie, costituzione dell’area di libero scambio del 2010. Queste le ragioni che verranno dibattute oggi nella seconda giornata di lavori dell’assise congressuale del Movimento, un partito, ha ribadito l’on. Lombardo, che "si colloca al centro del campo, ed intende restarci".


Ufficio Stampa Mpa


IL CONGRESSO SU ALCUNI QUOTIDIANI


Fonte:
La Stampa 18 dicembre 2005
OVAZIONE PER IL PRESIDENTE DS SI FA SEMPRE PIU’ CONCRETA L’IPOTESI DI ACCORDO ELETTORALE

D'Alema seduce Lombardo e gli autonomisti siciliani

L'ex premier: «Bisogna, rimettere ú Sud al centro delle politiche di governo Berlusconi non l'ha fatto»
Amedeo La Mattina
inviato a BARI

Sarà che Massimo D'Alema è un politico di professione come Raffaele Lombardo, entrambi profondi conoscitori del meccanismo «do ut des», ma non c'è dubbio che agli ex democristiani del Movimento per l'Autonomia l'ex comunista piace. Anzi, è un idillio. Lo si capisce da come ascoltano concentrati e rapiti la sua convincente opera di corteggiamento, dai tre applausi, con la standing ovation fmale.


Tutti in piedi a battere le mani allo sdoganatore a sinistra. Tutti in piedi ad applaudire, anche i parlamentari, gli assessori, i dirigenti e i militanti ex Udc e Forza Italia in fuga come «ebrei erranti» (l'espressione è del professor Rossitto, consigliere politico di Lombardo). E D'Alema, con un linguaggio che qui capiscono bene, l'approdo ad una terra promessa l'ha indicato toccando le corde giuste.


«Dobbiamo rimettere il Mezzogiorno al centro delle nostre politiche di governo. Cosa che invece non ha fatto Berlusconi che in questi cinque anni ha guidato un esecutivo e una maggioranza a trazione nordista. Ho letto la relazione di Lombardo e vi ho trovato molte parti condivisibili. Del resto, essendo entrambi parlamentari europei, abbiamo su molte questioni una visione simile». La fiscalità, di vantaggio per le imprese che investono nel Meridione e che Lombardo pone come condizioni per scegliere con chi allearsi? «Quando ero presidente del Consiglio avevo aperto a Bruxelles una trattativa su questi temi. Poi con l'arrivo di Berlusconi si è bloccato tutto».


D'Alema spiega che lui non si occupa di alleanze, ma di «strategie e fondazioni». «Sono qui per parlare di contenuti e del fatto che bisogna ripartire da una nuova scelta per il Paese, da un federalismo che non può che essere solidale». Poi il passaggio più applaudito. «Per fare certe scelte, per far crescere il Sud, bisogna dare forza al governo del Paese. Abbiamo una legge elettorale brutta, che frammenta e divide, ma ha il pregio che ciascuno sceglie in autonomia. Autonomia e scelta non sono in contrasto, ma bisogna dare forza al governo del Paese e chi ha idee deve mettersi a disposizione».


Gli autonomisti applaudono, Lombardo, da bravo giocatore di poker, annuisce, non muove un muscolo della faccia, non tradisce emozioni. D'Alema sa dove andare a parare, dice ai nuovi «amici» che saranno loro a scegliere «liberamente» con chi allearsi. Ringrazia Lombardo per l'invito al congresso, con narcisistica stoccata al cuore: «D’altro canto sono un ex presidente del Consiglio, l'unico eletto che ha continuato ad essere eletto nel Mezzogiorno, sempre nel Salento, e sono notoriamente impegnato sui temi dello sviluppo del Mezzogiorno».


Platea incantata, l'alleanza tra Lombardo e l’Unione sembra più vicina. C'è chi dice che D'Alema abbia indicato Lombardo come futuro ministro per il Mezzogiorno. Forse è troppo. Sicuramente è troppo per coloro ai quali nei Ds, e non solo, i salti di campo fanno venire la nausea. Ma il presidente della Quercia va a parlare pochi metri più in là, alla conferenza programmatica regionale dei Ds, e fornisce loro litri di malox: «Bisogna stare in guardia dai trasformisini, ma essere attenti ai processi politici ed essere aperti a chi cambia campo. Coinvolgere le forze che sono state con la destra non è trasformismo, ma apertura. Per questo stamattina sono andato al congresso del movimento per l'autonomia., li c'è un fenomeno reale che si distacca dal governo del centrodestra».


C'è anche un discreto numero di voti che detiene Lombardo. Il quale continua a non sbilanciarsi, ma di D'Alema dice che è «bravo, misurato: ha detto cose importanti. Noto che da parte dei Ds c'è una particolare attenzione».


Roberto Calderoli è convinto che alla fine Lombardo si alleerà con la Cdl, ma le cose non sembrano andare in questa direzione. Oggi il ministro leghista verrà a Bari, ma non è previsto un suo intervento.

 

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Fonte:
Il Giornale 18-12-2005

D’Alema offre posti di governo all’ex Udc Lombardo     

di MARIANNA BARTOCCELLI
nostro inviato a Bari

Se si dovesse dare un valore ai segni, quelli di ieri indicavano in D'Alema e nel centrosinistra l'approdo finale del movimento autonomista di Raffaele Lombardo, al secondo giorno del congresso di fondazione a Bari. Non soltanto perché ieri la delegazione diessina, oltre D'Alema il segretario siciliano Angelo Capodicasa e il senatore pugliese Nicola La Torre, occupava le sedie di prima fila dove il giorno prima stava la delegazione di Forza Italia, ma anche perché il presidente Ds è l'unico leader di partito che è intervenuto davanti alla platea congressuale dei mille autonomisti non solo siciliani.


«Dialogo con tutti quelli che vogliono rilanciare la politica del Mezzogiorno», ha detto D'Alema applaudito per ben tre volte nel corso dei 10 minuti di discorso dal popolo della colomba bianca. Un popolo che viene dalle file del centrodestra ma che ormai sembra proiettato «laddove sostengono le nostre idee», come dice Lombardo ininterrottamente, e questo “laddove” sembra essersi ormai concretizzato nel percorso disegnato dal “big” dei diessini. «Il futuro governo ha bisogno di idee nuove, ha bisogno delle vostre idee», ha detto.


Quasi una promessa a offrire un incarico nel governo se vincesse il centrosinistra. Anche se Lombardo e i suoi colonnelli preferiscono sottolineare che finalmente «c'è un confronto sui programmi con un leader nazionale che ascolta» e ribadire la scelta di un “centro”, terzo polo alla prossima scadenza elettorale.


«Un centro tutto pirandelliano, molto siciliano - replica da Palermo il senatore di Fi Marcello Dell'Utri -. L'accordo della Cdl con Lombardo è nelle cose. Vedrete che è così». Polemico il capogruppo al Senato, Renato Schifani: «Come governo abbiamo fatto molto per il Sud. Anche senza Lombardo faremo sempre di più. Se vuole partecipare con noi, ben venga».


Difende la politica meridionalista del governo anche il ministro Calderoli: «Aspettiamo da Lombardo una scelta precisa». Una risposta a tutti nella relazione finale di Lombardo che verrà acclamato oggi segretario del nuovo partito, al quale aderiscono anche dal Friuli (Ferruccio Saro, ex deputato di Fi, e due consiglieri regionali), e a cui fa già riferimento una nuova struttura sindacale che nasce da ex dirigenti della Cgil. Tra gli ospiti oggi sono attesi Di Pietro e Mastella.    


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Fonte:
Il Giornale 17/12/2005

Lombardo: «Alleanze solo con chi fa crescere il Sud»

di MARIANNA BARTOCCELLI
nostro inviato a Bari

Un congresso in trasferta che non risponde alla domanda di fondo, almeno all'esordio: con chi andranno questi autonomisti, che sembrano crescere a vista d'occhio? Sono 640 i delegati, e tanti gli «amici» (nel senso democristiano della parola), da riempire una delle sale della fiera di Bari. Quasi due terzi vengono dalla Sicilia, dove il movimento nasce attorno al suo leader: quel Raffaele Lombardo, eurodeputato e presidente della Provincia che, dopo aver rotto con l'Udc,  a Catania ha consentito l'elezione del sindaco della Cdl che era dato perdente e a Messina ha stoppato l'elezione del sindaco del centrodestra che era dato vincente e viene considerato decisivo per l'elezione del presidente della Regione Sicilia.


Il terzo di delegati che arriva da Puglia, Lazio, Abruzzo, Basilicata, serve a dare all'assise il tono di congresso nazionale e come tale viene vissuto anche dagli ospiti che arrivano per ascoltare il discorso di Lombardo. C'è Gianni De Michelis e Gianfranco Miccichè che guida la delegazione del suo partito,  con Carlo Vizzini e Antonio Leone, ci sono Luciano Violante, Nicola La Torre e il siciliano Angelo Capodicasa per i Ds, Beppe Fioroni e Giannicola Sinisi della Margherita, Mauro Fabris dell'Udeur, Totò Cuffaro, vicepresidente dell'Udc e amico che di Lombardo dal quale si dice convinto di non essere abbandonato quando sarà il candidato dalla Cdl a governatore della Sicilia.


Non mancava la Lega con il suo responsabile del Sud Giacomo Chiappare. E a fine serata arriva Nichi Vendola a portare i saluti del padrone di casa e a sottolineare che condivide i temi sul Sud che «più che un problema è una risorsa per la politica».


Tra ospiti e delegati, tanti i fuoriusciti dal centrodestra. In prima fila anche Vittorio Cecchi Gori, Vittorio Sgarbi e Cirino Pomicino. Tranne Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce, nessuna presenza di An. «Noi restiamo al centro» è stata la sintesi della relazione che ha messo sotto accusa il governo per la politica poco meridionalista e per le proposte, Banca del sud inclusa, avanzate nella finanziaria. Ma siccome la legge elettorale pretende che ogni partito superi il 4% Lombardo ha annunciato «alleanza»,  con chi sosterrà le proposte dell'Mpa. I due giorni del congresso serviranno anche per capire gli scenari. «A sinistra, non c'è alternativa - spiega Sgarbi -. Da Bari si parte per il grande centro, e Lombardo non potrà che allearsi con Mastella e costituire un fronte antibertinottiano».

«Non è così - suggeriscono in molti - Lombardo rimane di destra e spera sempre che arrivino segnali concreti da Berlusconi per potere fare la sua scelta».


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Fonte:
Repubblica 17/12/2005

Lombardo lancia il terzo polo

CARMELO LOPAPA RAFFAELE LORUSSO

BARI -L'ultima chance per tenerlo ancora legato alla Casa delle libertà l'ha giocata il presidente della Camera Casini. «Mi ha offerto la presidenza della Regione siciliana, non più di un mese fa. Cuffaro era d'accordo. Anche Berlusconi era al corrente. Ho detto no: non accetto né compromessi né baratti». Raffaele Lombardo non ci sta, salutala Cdl e annuncia che non confluirà in alcuno dei due schieramenti.


La definitiva scelta di campo a ridosso delle politiche, attesa in questo primo congresso del Movimento per l'autonomia, dunque non c'è. Arriva invece l'annuncio della nascita del terzo polo. «Ci collochiamo al centro del campo e ci restiamo» avverte il leader tra gli applausi degli oltre 1.500 militanti che affollano il padiglione della Fiera del Levante destinato ai grandi eventi. Sono arrivati in pullman e in auto soprattutto dalla Sicilia, ma anche dalla Puglia, dalla Campania e dalla Basilicata. Sognano di. diventare l'ago della bilancia. Lombardo sa bene che lo sbarramento al 4 per cento rende quasi impossibile l'approdo in Parlamento. La soluzione, allora, potrebbe essere un patto federativo. «Potremmo allearci senza rinunciare alla nostra identità- spiega l'europarlamentare - Lo faremo con chi condividerà solennemente il nostro programma: un impegno decennale per azzerare le distanze Nord-Sud e realizzare la vera unità del Paese». Impiega 65 minuti per illustrare la sua ricetta. Parla di infrastrutture da potenziare, di fiscalità agevolata e di lotta alla criminalità. Poi, parte l'invettiva contro «l'attuale partitocrazia, così totalizzante da far impallidire quella della Prima Repubblica: coalizioni guidate da un padrone che sceglie i parlamentari a suo piacimento». Il governo Berlusconi, invece, «ha deluso le aspettative».


Non a caso, il diessino Luciano Violante, seduto in prima fila, alla fine è il più soddisfatto degli ospiti: «E una risposta politica allo scissionismo del centrodestra. Lombardo ha fatto proposte interessanti, esamineremo concretamente le sue richieste». E Beppe Fioroni della Margherita: «Guardiamo con molta attenzione al Movimento e siamo sicuri che presto uscirà dall'ambiguità». Il più interessato all'appello del leader autonomista è Paolo Cirino Pomicino della Dc di Rotondi: «Terzo polo sì, ma solo se alternativo al centrosinistra e a patto che dentro ci sia anche l'Udc» avverte. Gianni De Michelis ammette di provare «grande simpatia per l'Mpa, perché rilancia l'autonomia ma non con la logica della Lega Nord». E invece proprio i lumbard, a Bari in delegazione, plaudono allo spirito del nuovo movimento. «Le stesse cose di Lombardo le diceva Bossi quindici anni fa. Così è nata anche la Lega Nord», gongola Angelo Alessandri, presidente federale del Carroccio. Va via meno soddisfatto il ministro forzista Gianfranco Miccichè: «Non tutte le condizioni poste da Lombardo sono accettabili, noi lo aspettiamo ancora nella nostra casa, ma lavoriamo ormai alle liste».


Più ottimista il governatore Cuffaro: «Resto il candidato alla presidenza della Regione e Lombardo sarà al mio fianco». Ma il leader autonomista lo gela a distanza: «Lui non è ancora il candidato e non credo che lo sarà. Se vorrà, nel terzo polo c'è posto anche per lui». Vittorio Sgarbi guarda già al futuro e suggerisce: «A Lombardo conviene allearsi con Mastella e Follini, così il centro autonomo potrebbe sostituire Bertinotti». In primafila compare anche Vittorio Cecchi Gori in compagnia della sua nuova "fiamma". Sente aria di grande centro, l'ex senatore: «Sono qui perché ho sempre masticato politica e ho voglia di tornare a farla. E tempo di mandare a casa il partito degli avventurieri».

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Fonte:
Il Messaggero 17/12/2005

Lombardo rompe con il centrodestra. Da solo alle elezioni, anzi con Mastella


BARI - Luciano Violante e Gianfranco Miccichè, Beppe Fioroni e Totò Cuffaro, Vittorio Sgarbi (con splendida mulatta) e Vittorio Cecchi Gori (con stangona), Paolo Cirino Pomicino più un mare di democristiani di ieri e di oggi. Infine arriva anche Nichy Vendola. Tutti intorno a Raffaele Lombardo, nel primo congresso del suo Movimento per le autonomie. Si tratta di capire dove va il potente politico siciliano che può decidere le sorti elettorali sull'Isola e dire la sua in Puglia e in altre parti del Mezzogiorno.


Lombardo va con il Polo o con l'Unione? Dal palco della Fiera di Bari, l'ex politico dell'Udc stronca il governo berlusconiano («Ha fatto pochissimo per il Sud») ma non si sbilancia a favore degli altri. «Noi ci piazziamo al centro del campo. Se poi a qualcuno piace il nostro programma. per lo sviluppo del Sud e per la fine dell'obbedienza ai partiti di Roma, si può fare un accordo queste forze». Quali? Violante si dice disponibile: «Molte delle proposte di Lombardo sul Sud somigliano agli emendamenti che noi abbiamo fatto alla Finanziaria». Micciché si dice soddisfatto perché «mi aspettavo che Lombardo fosse ancora più duro contro di noi».


E Beppe Fioroni, della Margherita: «Lombardo ha fatto vedere che il re Silvio è nudo e che ha impoverito il Paese. Ora mi auguro, come credo farà, che Lombardo faccia scelte lineari». Va nel centrosinistra? In sala gira questa ipotesi: Lombardo alle Politiche fa un accordo con Mastella, per superare lo sbarramento elettorale, e poi con pezzi della Margherita e con pezzi dell'Udc potrà nascere un "terzo polino" composto di trenta parlamentari e capace di condizionare chiunque governi.












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