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L'ITALIA MILITARE
RASSEGNA MENSILE
ANNO I.
VOLUME PRIMO
Puntata 3a - Giugno 1864
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Prima però che dal Deposito generale di arruolamento in Napoli si cominciasse la spedizione nelle Provincie dell'Alta Italia degli uomini delle quattro classi prementovate, la quale spedizione cominciò propriamente col 1° di febbraio 1861, erano già giunti nelle Provincie settentrionali fin dall'ottobre e dal novembre 1860, molte migliaia di soldati napoletani (1) restati prigionieri al l'atto del Macerone prima d'Isernia, alla presa di Capua e a Mola di Gaeta. Questi prigionieri furono condotti nel maggior numero in Alessandria, a Milano, a Bergamo, a Fenestrelle, e nei forti di Genova. Il Ministero della Guerra ordinò (2) che i prigionieri suddetti, fossero uffiziali o di bassaforza, venissero aggregati in sussistenza presso i varii Depositi dei Corpi dell'Esercito, destinandoli all'Arma cui già appartenevano nell'Esercito Borbonico, ripartendo quelli di Alessandria fra i Corpi che stanziavano nel 1° Dipartimento, quelli di Milano e Bergamo fra i Corpi del 2° Dipartimento, quelli di Fenestrelle fra i Corpi che erano nel 5° Dipartimento, e finalmente quelli dei forti di Genova fra i reggimenti e Depositi che erano nella divisione di Genova (3). In Genova venne istituita una Commissione presieduta dal Luogotenente Generale Boyl, Comandante della Divisione, e composta di cinque membri scelti fra le varie Armi e nel Corpo d'Intendenza Militare per le assegnazioni. Questa Commissione fu veramente il centro delle assegnazioni dei


(1). 7 ottobre 1860 N. 900 17 id.  360 8 novembre  3600 11 id. 2330 24 id.  810 Totale N. 8000

(2) Circolare N. 23. — Gabinetto del Ministro. — 20 novembre 1860.

(3) In novembre 1860, il 1° Dipartimento militare attuale era suddiviso in tre compartimenti: — 5° Dipartimento (Torino), 1° Dipartimento (Alessandria) e Divisione Territoriale di Genova.


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Napoletani ai Corpi; i Comandanti stessi del 1°, 2° e 5° Dipartimento, fatta la distribuzione dei prigionieri, dovevano mandare al Presidente di questa Commissione uno stato numerico dimostrativo della fatta ripartizione, acciò servisse di norma alla medesima, che doveva distribuire gli altri prigionieri che stavano per giungere a Genova.

Pubblicato il R. Decreto del 20 dicembre 1860, con cui i soli soldati delle Leve del 1857, 1858, 1859 e 1860 erano chiamati all'attivo servizio, giustizia volle che quelli tra i prigionieri di guerra che appartenevano alle classi anteriori fossero rimandati in patria (1), e nel solo mese di gennaio 1861, ritornarono nelle Provincie Meridionali meglio di 2600 nomini. Furono altresì rimandati coloro che furono trovati insufficienti a più oltre proseguire nel militar servizio, e gli ammogliali ancora o vedovi con prole, ordinando di aggregarli provvisoriamente, fino a definitiva determinazione del Ministero, alla Casa dei Veterani ed Invalidi di Napoli.

Ma perché questo andirivieni inutile e dispendioso d'uomini, che fu una necessità per i prigionieri di guerra, non si verificasse altresì per gli uomini delle quattro classi chiamate, il Ministero della Guerra ordinò (2) che i soldati delle quattro classi dovessero essere attentamente visitati presso il Deposito Generale d'arruolamento in Napoli per non imbarcare gente inutile al servizio militare; che si escludessero dal partire, fino a nuovo ordine, gli ammogliati o i vedovi con prole; che una Commissione mista d'ufficiali distinguesse i soldati secondo l'Arma cui appartenevano o in cui potevano continuare a servire; ogni convoglio di soldati, previo avviso telegrafico

 

(1) Circolare N. 1 del 6 gennaio 1861. — Direzione Generale delle Armi di Fanteria e Cavalleria, Divisione Reclutamento, Sezione 2a.

(2) Lettere della Direzione Generale delle Armi di Fanteria e Cavalleria del 6 gennaio, N 255, Divisione Reclutamento, Sez. 2°, e N° 432, Divisione Reclutamento, Sez. 2a del 9 gennaio, alla Direzione Generale della Guerra in Napoli.


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al Ministero, dovesse essere accompagnato coi rispettivi ruolini di marcia, perché, giunti a Genova, il Comandali le di quella Divisione potesse avviare ai diversi Corpi di ciascuna Arma gli individui suddetti, tenendo conto delle classi cui appartenevano, acciò fossero equiparate le classi stesse nei varii reggimenti o Corpi; che fosse fatta facoltà anche a quelli delle classi non chiamate di riprendere il servizio, ove ne dimostrassero il desiderio; la formola d'arruolamento (d'assento) per tutti la medesima, cioè per continuare la ferma di servizio contratta sotto il cessato Governo per non pregiudicare qualunque quistione potesse sorgere per l'avvenire.

Le istruzioni poi date alla Commissione di Genova per l'assegnazione de’ soldati napoletani si possono compendiare nelle seguenti: gli uomini che servivano in artiglieria doversi consegnare al Comandante territoriale dell'Arma in Genova, con incarico di ripartirli tra i varii reggimenti d'artiglieria secondo la loro attitudine fisica ed il servizio anteriormente da essi prestato, mandandone un ugual numero per ogni reggimento dell'Arma, dopo averli separati per specialità e per classe di Leva; quelli del Genio a Casale, i cacciatori tutti al Deposito, allora centrale, de’ bersaglieri a Cuneo, per essere distribuiti, i primi nei due reggimenti, ed i secondi nei varii battaglioni; gli uomini di fanteria 25 per ogni Deposito di ciascun reggimento, e 10 pei Depositi dei reggimenti gli uomini di cavalleria; finito il turno di ogni assegnazione, doversi questo rinnovare.

Mentre la Commissione di Genova cominciava, al giungere delle prime spedizioni, a ripartire nel tenore suddetto ai varii Corpi i Napoletani delle quattro classi chiamate, la fortezza di Gaeta capitolò, e ciò avvenne il 13 febbraio 1861; ma in virtù dell'articolo 11 di quella capitolazione potendo i militari di bassaforza godere, dopo terminata la prigionia di guerra, che ebbe fine il 20 marzo successivo, una licenza di due mesi, i militari delle classi chiamate andarono anche essi a casa,


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e non vennero poscia a Genova che alla spicciolata e confusi cogli altri. Non accadde cosi dei capitolati di Messina, la quale cittadella cadde il 12 marzo 1861, poiché essi in quattro spedizioni giunsero in numero di 2,596 a Genova (1), ove per difetto di locali non si poté visitarli preventivamente, ed assegnati col consueto metodo ai Corpi, furono poi presso i Depositi passati a rassegna e rimandati gli inabili e gli ammogliati. Nello stesso mese, cioè il 20 marzo, capitolò anche Civitella del Trento, alla cui difesa erano circa 400 individui, cioè 160 gendarmi, 20 artiglieri e 70 veterani, il rimanente guardie urbane. I militari subito dopo la resa furono avviati ad Ascoli, e poscia rimandati quelli che erano inabili al servizio militare, i borghesi furono richiesti dalle Autorità giudiziarie ed arrestati per precedenti incolpazioni, e furono anche richiesti dalle medesime Autorità alcuni altri borghesi che si erano travestiti da gendarmi.

Non ostante che il R. Decreto del 24 aprile 1861 nel suo primo articolo avesse prescritto che gli individui delle Leve del 1857, 1858, 1859 e 1860 dovessero presentarsi a tutto il 1° di gennaio al Deposito Generale d'arruolamento in Napoli, sotto pena che le recluto dovessero essere dichiarate renitenti ed i soldati disertori, tuttavia al 1° giugno si era ben lontani dall'avere sotto le bandiere gli uomini delle Leve suddette i quali giungevano a mala pena a ventimila. Fu quindi necessità dare ordini urgentissimi alle Autorità locali perché provvedessero all'invio immediato di questi uomini sotto le armi. L'azione vigorosa delle Autorità tutte obbligò quei soldati sbandati a presentarsi in gran numero, di guisa che nell'agosto arrivarono giornalmente sia da Napoli, sia dalle altre Provincie in tanta copia i militari suddetti, che il Ministero della Guerra per provvedere a loro riguardo,


(1) Il 26 marzo 1861 — la spedizione 1040 16 e 17 aprile — 2a e 8a spedizione 514 19 aprile — 4a spedizione. 1042 2596


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non potendo più sopperirvi la Commissione di Genova, deliberò di formare un Campo d'istruzione sulle lande di S.

Maurizio presso Torino, sotto la superiore ispezione del Luogotenente Generale Decavero. Colà furono avviati tutti quelli giunti a Livorno, a Genova, in Ancona, a Rimini, a Fano e che vennero e per la via dell'Adriatico e per quella del Mediterraneo fino al cadere dell'ottobre. In quel campo, a misura che giungevano quei soldati, erano passati ad accurata rassegna, sottoposti all'arruolamento, e ricevuta la prima istruzione militare secondo la teoria vigente per l'Esercito Italiano, erano assegnati ai Corpi colle norme stesse date alla Commissione di Genova(1). Le assegnazioni cominciarono il 23 settembre ed ebbero termine il 12 novembre. Il numero dei militari assegnati ai varii Corpi dal Campo di S. Maurizio fu di 11,289. Al Deposito del 1° reggimento di fanteria in Moncalieri furono diretti i Napoletani che, ammalando al Campo di S.

Maurizio, curati nell'Ospedale Divisionario di Torino, erano, per non rimandarli al Campo, aggregati al detto Deposito, il cui Comandante, colle norme seguite dalle altre Commissioni, li designava ai varii Corpi dell'Esercito. Questi furono 755.

Inoltrandosi la stagione invernale, e convenendo adottare per conseguenza nuove disposizioni per i militari Napoletani sbandati, che ancora dovevano giungere ed essere incorporati nell'Esercito, il Ministero della Guerra determinò (2) che dal 31 ottobre in poi non si dovesse più dirigerli al Campo di S.

Maurizio. In quella vece furono stabiliti due Depositi d'arruolamento, l'uno nella caserma di S. Benigno in Genova, l'altro nella cittadella d'Alessandria, l'uno e l'altro sotto la ispezione dello stesso Generale Decavero; a Genova gli uomini provenienti da Napoli, in Alessandria quelli di Ancona.


(1) Segretariato Generale — Gabinetto del Ministro — Circolare N. 41 del 14 agosto 1861.

(2) Segretariato Generale — Gabinetto del Ministro — Circolare N. 46 del 5 ottobre 1861.



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In questi Depositi gli sbandati dovevano essere arruolati ed istruiti colle stesse norme che si usavano al Campo di S. Maurizio, e di quindici in quindici giorni passare ai Depositi dei varii Corpi dell'Esercito. Diminuendo però d'assai il numero degli sbandati che giungevano, specialmente per la via di Ancona, nel febbraio 1862 il Ministero della Guerra (1) sciolse il Deposito della cittadella d'Alessandria, e dispose d'allora in poi fossero avviati anch'essi a Genova; ed eziandio ora che scriviamo quei pochi che di tanto in tanto giungono sono diretti al Deposito di Genova, che tuttora sussiste, sebbene assai assottigliato, come è naturale, ne' suoi quadri. Oltre a ciò dal febbraio 1863 al 3 settembre dello stesso anno furono proposti al Ministero della Guerra per l'assegnazione ad un Corpo dai Comandanti Generali delle Divisioni di Napoli 615 Salerno 141 Chieti 57 Catanzaro 60 873 (2) Non solo gli uomini delle quattro classi chiamate, i renitenti di quelle Leve, ed altri di classi antecedenti furono incorporati nell'Esercito Nazionale, ma fu conservata altresì la Real Casa Veterani Invalidi di Napoli, nella quale al 30 settembre 1863 si numeravano 7,328 uomini.

In quanto poi agli uffiziali del disciolto Esercito delle Due Sicilie diremo brevemente, che fu scelta la data del 7 settembre 1860, giorno in cui, Re Francesco abbandonando


 (1) Segretariato Generale — Gabinetto del Ministro —Nota N. 21 del 15 febbraio 1862.

(2) Direzione Generale delle Leve, Bassaforza e Matricola. — 2a Divisione Leve, Sezione la. Pratica N' 38 e Protocollo N'765. Categoria 2a, Specchio 2°, Volume 1°, 2° e 3°. — Quattro di questi individui furono assegnati alla Fanteria Real Marina, e però nella tabella riporteremo soli 869.


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Napoli, s'intese sciolto l'Esercito dal suo giuramento, per la ricognizione dei loro gradi e dell'anzianità, ove facessero adesione al nuovo ordine di cose. Fu creata una Commissione mista di uffiziali generali o superiori dell'Esercito Napoletano e dell'Esercito Nazionale, sotto la presidenza del Generale De Sauget, alla quale fu prescritto di distinguere gli uffiziali in tre categorie, cioè degli atti al servizio attivo, al servizio sedentaneo, e di quelli da porsi in riposo. La Commissione fu solerte al lavoro, e rispose pienamente al suo mandato (1), e da quello scrutinio furono prescelti 2,191 uffiziali d'ogni grado ed Arma per far parte dell'Esercito Nazionale.

Ciò che venimmo finora discorrendo intorno allo sciolto Esercito delle Due Sicilie, il lettore avrà sott'occhio nel seguente prospetto, dal quale risulta che gli uomini i quali vennero ad ingrossare le, file dell'Esercito Nazionale, furono 60,159.


(1) Discorso pronunziato dal Generale Manfredo Fanti, Ministro della Guerra, nella tornata del 18 aprile 1861 alla Camera dei Deputati.







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