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Fonte:
https://www.avvenire.it/

«Parte dall'educazione il riscatto del Mezzogiorno»

Pietro Barcellona, filosofo del diritto: nel documento dei vescovi italiani la sfkk di un itinerario che riconosca le risorse umane e cultural! del Sud

DA ROMA 

GIOVANNI RUGGIERO

Pietro Barcellona, sempre schivo, mostra imbarazzo quando si elencano i punti della sua biografia; sarebbe però difficile fare una storia politica di questi anni senza citare il suo nome. E stato maltre a penser del comunismo italiano di Berlinguer. Poi il distacco e la decisione nel 1997 di non prendere nessuna tessera politica. E stato membro laico del Csm al tempo del rapimento Moro e nella sua Catania ha animato per anni il Centro Braudel sui temi del Mediterraneo «meraviglioso laboratorio di coesistenza degli opposti». II professor Barcellona ha dedicato una vita all’insegnamento. Da ultimo, come docente di filosofia del diritto a Catania. Forse e questo che spiega la sua passione nelle cose, e perche giudichi fondamentale, per qualsiasi costruzione, la scoperta o la riscoperta di uno spazio interiore, a partire dai giovani. E la dimensione educativa del documento della Cei «Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno», infatti, che lo ha particolarmente colpito. 

Professore, la Chiesa manifesta il «dovere e la volontà» di essere presente per promuovere il progresso del Paese? E d'accordo? 

Che intervenga con un documento cosi robusto e positivo per una ragione di fondo: in una fase di deriva inconsistente di questa società, che e veramente disarmante, la Chiesa ha un enorme ruolo da svolgere. Che dica la sua parola e un bene, come e accaduto per la vicenda dei migranti o come accade nei confronti del lassismo. Bene accolte le sue parole, perche nessuno ha più la forza di mettere in campo una critica anche aspra della società. Nonostante le apparenti risse permanenti, c'e una specie di tacito lasciar andare. Si parla tanto di emergenze, ma in realtà non si coglie il segno di un qualcosa che voglia invertire la rotta di collisione che stiamo seguendo. Per descrivere quello che sta succedendo ci vorrebbe un'altra Apocalisse di Giovanni.

Addirittura?

Occorre la presa di coscienza che siamo al fondo del barile. Stiamo rischiando la perdite delle caratteristiche umane di questo Paese. 

Perche questa deriva?

C'e sicuramente un fallimento generale della classe dirigente. Ma occorre che ciascuno faccia autocritica. Ecco un fatto che e segno dei tempi: i praticanti oggi in Sicilia sono il 10 per cento rapportato a un "uso" dei sacramenti, specie del matrimonio, che si colloca al 90 per cento. E uno scarto enorme tra chi crede nella pratica quotidiana e chi invece ne fa una pura esteriorità, magari rituale. 

Cosa significa questo?

Che la gente vive nella pura esteriorità. Questa trasformazione antropologica e awenuta lentamente attraverso il dominio mass mediatico, che non e Fuso strumentale e politico della televisione, ma ciò che quotidianamente viene propinato a chi se la guarda e se la guarda a lungo. Con la definizione "dominio mass mediatico" mi riferisco anche a quello che c'e in internet, quello che apparentemente e il mondo dell'intrattenimento ma che, invece, e la sostanza quotidiana della comunicazione tra gli uomini che non incontrano piu nessuno, che non parlano più con nessuno, ma che seguono triangolazioni in rete. Tutto questo distrugge lo spazio interiore. Questo e una spiegazione della deriva. Come costruire un minimo di eticità, di tipo deontologico, religioso o filosofico, senza questo spazio interiore? Se una persona non e capace di prendere le distanze dal mondo, per poi tornarci con una carica vitale e motivata, se ci sta dentro come in un flusso che rende tutto passivo, come vuole che ci sia reazione? 

La Chiesa pone infatti la questione educativa come priorità ineludibile. Per lei da cosa dovrebbe partire?

Un popolo e la sua paideia, cioè la formazione dei bambini per i greci. Abbiamo avuto una grande paideia pagana, quella greca appunto; poi, per secoli, abbiamo avuto quella cristiana che e stato il modo in cui si e costruito la visione delFessere umano; infine, abbiano avuto una paideia laica, dall'illuminismo in poi. Adesso non ne abbiamo nessuna. Se dovessi dire qual e il modello di mondo a cui i ragazzi guardano,non saprei rispondere, perche non c'e nessuna paideia.

E dunque come intervenire?

La paideia comincia dalla nascita dei bambini. Questo Paese non solo non li fa nascere, ma non li ama. E impressionante il rifiuto di impegnarsi nel rapporto educativo con i propri figli. Un progetto culturale deve cominciare nelle famiglie. Dobbiamo rimettere i padri e le madri nella condizione di assumersi questo compito: mettere al mondo i figli come esperienza veramente creativa e non come avvenimento secondario. I ragazzi devono essere abituati ad avere stima di se stessi perche altrimenti sono incapacidi reagire al conformismo della droga o della malavita.

La Chiesa invoca la valorizzazione del patrimonio proprio del Sud. Qual e questo patrimonio specifico?

La prima risorsa e quella umana, un patrimonio bistrattato. II Sud ha attitudini specifiche, e non mi riferisco a caratteristiche etniche di cui si parla al Nord: i giovani del Meridione sono naturalmente aperti, perche siamo terra su cui sono passate tutte le civiltà, per cui abbiamo una vocazione all'universale molto piu spontanea. Questa vocazione va valorizzata, invece di mettere questi ragazzi in condizione di andare da un'altra parte.

E per modestia che non cita come esempio la scuola di alta formazione da lei diretta per far restare i giovani laureati al Sud?

Sono deluso dal fatto che in Italia non si forma piu una classe dirigente. Cominciamo il 14 giugno a Catania, con due seminari intensi con docenti di qualità, a trattare i temi del rapporto tra progresso della scienza e conservazione dell'identità umana. Sono la prima tappa per la costruzione di un centra di alta formazione permanente finalizzata alia selezione di giovani che hanno davvero la vocazione per la direzione politica, sociale o culturale. Abbiamo bisogno di classe dirigente: e per noi una vera emergenza. 

Dunque ha ragione il documento Cei, quando dice che la soluzione non può essere soltanto economicista, ma e culturale? 

Alla base di tutto deve esserci un progetto educativo che riabitui le nuove generazioni a vedere la bellezza. La bellezza e una categoria molto simile al bene. Secondo me, al bene ci si arriva solo attraverso la bellezza. Se la gente non e capace di vedere la bellezza delle cose non e nemmeno capace di fare cose buone.

 

I'intervista

«Qui sono passate tutte le civiltà. II Sud ha una vocazione all'universale che va valorizzata nei nostri giovani». Parla lo studio sochefu membro laico del Csm evoceautorevole del Pci di Berlinguer









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