Eleaml


Fonte:
https://napule.org/

A Napoli non sanno guidare

da Vincenzo il 11 agosto 2010

Questa è un’altra di quelle cose con cui ormai c’hanno marchiato a vita. Napoli è una giunga automobilistica selvaggia. Non voglio certo dire che è tutto falso e che a Napoli si segue il codice della strada alla lettera. Di certo, le regole sono state un tantino piegate.1 Ma dire che a Napoli non si sa guidare,2 o che è la città a più alto rischio incidenti, non solo è esagerato, ma addirittura falso. Dati alla mano.

Classifica ISTAT incidenti stradali

Visto che i dati ISTAT sugli incidenti sono pubblici, così come i dati ISTAT demografici e altri rapporti, mi son preso la briga di fare quello che l’informazione massonica Italiana non fa: andarli a recuperare per voi. I più recenti dati ISTAT sugli incidenti sono stati pubblicati il 2009 e sono relativi all’anno precedente. Allo stesso modo, i dati sulla densità di autovetture e motocicli nel 2008 possono essere trovati nel VI rapporto annuale ISPRA sulla qualità dell’ambiente urbano, pubblicato nel 2009. Infine i dati demografici aggiornati al 1 Gennaio 2009 (e quindi riferenti a tutto il 2008) possono essere ricavati dal sito demo.istat.it.

Per ragioni di brevità e semplicità, tratterò soltanto quelli che l’ISTAT chiama i grandi comuni: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona.

Osservando i dati e tenendo conto esclusivamente del numero di incidenti, è già possibile vedere come Napoli non sia affatto la città con più incidenti. Se consideriamo i comuni di queste città senza le loro province annesse, Napoli (con 2793 incidenti) si classifica “soltanto” sesta, mentre la classifica è guidata da Roma (18181), Milano (13584) e Genova (4635). Assimilando anche le relative province, la classifica muta, con Napoli al quarto posto (con 6064 incidenti) e le prime tre posizioni occupate da Milano (23894), Roma (22636) e Torino (6732).

Tassi di incidenti stradali

Tuttavia, considerare esclusivamente il numero dei sinistri non fornisce alcuna informazione sul tasso di incidenti in rapporto ad altri parametri, e quindi sull’effettiva gravità della situazione. Infatti, la probabilità di fare incidenti non può essere assolutamente indipendente dal numero di abitanti, o ancora dal numero di veicoli presenti in una città o in una provincia. Come dire che se Ogliastra facesse un numero di incidenti pari a quello di Milano, mi verrebbe il dubbio che i residenti abbiano iniziato a giocare all’autoscontro.

 Napoli, con annessa provincia, ultima nella classifica incidenti 2008 (ordinata per numero di incidenti ogni 1000 veicoli)

Napoli, con annessa provincia, ultima nella classifica incidenti 2008

(ordinata per numero di incidenti ogni 1000 veicoli)


Classifica incidenti

Napoli, con annessa provincia, ultima nella classifica incidenti 2008 (ordinata per numero di incidenti ogni 1000 veicoli)

Ergo, un’informazione sicuramente utile ci può essere data dal numero di incidenti per persona e per veicolo. A questo scopo, come già detto, ho recuperato i dati demografici ISTAT, la densità di veicoli dal rapporto ISPRA, e ho combinato il tutto3 con i summenzionati dati ISTAT sugli incidenti, sia per i comuni che per le province. Quel che vien fuori è l’apoteosi del fallimento nel tentare di affibbiare a Napoli il titolo di città a maggior rischio incidenti. Difatti, sia per comune che per provincia, il numero di incidenti per persona, così come il numero di incidenti per veicolo, vede Napoli piazzarsi ultima in classifica. Appena 2.9 incidenti ogni 1000 persone e 4.3 incidenti ogni 1000 veicoli nel comune di Napoli. Per avere un’idea dell’entità ridotta di questi numeri, basti pensare che la capolista per quanto riguarda i comuni è Milano con 10.5 incidenti ogni 1000 persone e 14.9 incidenti ogni 1000 veicoli. Se volete, potete continuare a leggere i dati.

Qualche commento

I numeri sono fondamentali quando si tratta di argomentare certe cose, ma per quanto mi riguarda non era poi necessario ricorrervi, quando persino guardando i pessimi telegiornali italiani ci si accorge che il maggior numero di incidenti avviene a nord del quarantunesimo parallelo. Specie quelli dove i protagonisti sono i “pirati” che non si fermano alle strisce e spazzano via bambini, vecchi o intere famiglie. Difatti, anche nel rapporto ISPRA si legge di Roma con 2196 pedoni coinvolti negli incidenti stradali del 2007, seguita da Milano con 1929. Napoli al sesto posto, con “soli” 508.

Ciononostante, però, quelli che non si fermano alle strisce siamo noi napoletani, vero?

Per carità, non che ci si fermi sempre. A dirla tutta, le strisce, soprattutto in provincia, spesso nemmeno ci sono, probabilmente anche quelle considerate spesa straordinaria al Sud, così come le scuole e le fogne. È però doveroso dire che a Napoli è spesso possibile attraversare in qualunque punto della strada, strisce o meno, proprio sulla base di quelle regole “piegate” alle quali accennavo all’inizio.4

Conclusioni

Be’, la più ovvia è che, dato il basso tasso di incidenti in un contesto dove il codice della strada non è, come dire, applicato alla lettera, i Napoletani sono i migliori automobilisti d’Italia :-)

Tornando seri, la prima conclusione è che per l’ennesima volta Napoli, come spesso il resto del Sud, è vittima di un’informazione massonica devota a trasmettere un’immagine del meridione completamente sfalsata, col decisamente ben raggiunto obiettivo di convincere il settentrione tutto che, in fondo in fondo, noi un tantino “selvaggi” lo siamo.

L’altra conclusione, che posso trarre direttamente dalla mia esperienza personale, è che nonostante il basso tasso di incidenti, i Napoletani devono certamente cercare di modificare il loro stile di guida, fosse solo per rendere la vita meno stressante a tutti gli automobilisti.

Ultima, ma più importante, è che, per parafrasare Zulu in Nell’era della confusione semiotica, le persone non dovrebbero parlare di fatti di cui non sono a conoscenza. Luoghi comuni, stereotipi, e quant’altro non vi abilitano a sputare sentenze. Siccome molti di voi a Napoli manco ci mettono piede, state zitti.

    * 1  Il che rende in diverse occasioni il traffico più scorrevole, ma non certo quando si esagera. Andrebbe ad ogni modo sfatata una seria abbastanza lunga di luoghi comuni, a partire da «A Napoli si passa col rosso, e ci si ferma col verde», che è una cavolata folcloristica. La maggior parte dei semafori viene rispettata regolarmente, fatta eccezione, è vero, per pochi semafori catalogati come “minori”, il cui criterio di identificazione non è però oggetto di questo articolo, così come il resto dei luoghi comuni.

    * 2  Nota bene: tra il digitare questa virgola e lo scrivere tutto ciò che c’è dopo sono passati almeno un paio di minuti, durante i quali il sottoscritto è stato impegnato in una risata convulsa dovuta all’assurdità apocalittica dell’affermazione appena precedente la stessa virgola e che sono stato costretto a ripetere per dovere di cronaca.

    * 3  Suggerisco di passare alla visualizzazione “Lista” che permette di ordinare per colonna i dati.

    * 4  Ora che vivo a Londra, rischio di finire sotto un auto più spesso di prima, visto che la precedenza al pedone che esiste in tutta Europa, qui non c’è. Solo ed esclusivamente sulle strisce. E mi raccomando che i lampioncini gialli lampeggino, altrimenti nemmeno lì siete al sicuro.




vai su









Ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e del Webm@ster.