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Fonte:
https://www.internapoli.it/ - 29/10/2010

Resoconto sugli ultimi due anni di emergenza

Partire nel 2008 da Taverna del Re per tornarci due anni dopo.
I fatti più rilevanti nel racconto di

Aniello Di Nardo

GIUGLIANO. Uno dei principali difetti delle persone è “avere la memoria corta”, soprattutto quando si tratta di argomenti di attualità. Il tempo passa, e molti ricordi svaniscono. E’ un’arma usata da molti politici. Fanno campagna elettorale in un modo e amministrano in tutt’altro modo, oppure cambiano idee e schieramenti più volte, affermano cose diverse in epoche diverse fino a confondere completamente i cittadini.

Vorrei a questo punto fare una breve resoconto, senza pretese, tralasciando eventi meno significativi per raccontarvi gli ultimi due anni di emergenza rifiuti, in particolare le esperienze di casa nostra, quelle del giuglianese, a partire da quando Berlusconi è tornato al governo ed ha cominciato ad occuparsi della crisi in Campania. Era il 2008. Taverna del Re funzionava a pieno regime, ingoiando milioni di ecoballe per fronteggiare l’ennesima crisi emergenziale dei rifiuti in Campania. Berlusconi è al governo.

A Giugliano viene eletto sindaco Giovanni Pianese, uomo del centro destra, precisamente del Pdl. In campagna elettorale aveva promesso la chiusura definita del sito di stoccaggio di Taverna del Re, assicurando che mai più i rifiuti avrebbero varcato la soglia dei cancelli dell’impianto.

Poi arrivò Bertolaso e nel novembre dello stesso anno, con l’avallo di Berlusconi e l’accordo di un comitato di ambientalisti, firmarono un’ordinanza di chiusura definitiva.

C’era la firma di Berlusconi: Taverna del Re chiude definitivamente e viene avviata alla bonifica. Una pioggia di soldi avrebbe ricoperto Giugliano e i comuni limitrofi a titolo di ristoro ambientale e sarebbero partite le operazioni di messa in sicurezza di tutte le discariche presenti sul territorio, compresa Cava Riconta di Villaricca, nota per il lago di percolato, smascherato dal responsabile della Campania di Lega Ambiente, Raffaele Del Giudice, che proprio in presenza di Bertolaso, lanciò un sasso in quel che sembrava terra, ma che con immenso stupore, fece schizzare in aria il liquido fetido, costringendo il capo della protezione civile ad ammettere il disastro che la gestione dell’impianto aveva provocato a Villaricca.

Nel frattempo, il presidente del consiglio, grazie anche all’uso dei militari, fa rimuovere i rifiuti dalle strade e pianifica di entrare a regime, con il ciclo integrato dei rifiuti, entro pochi mesi, grazie ad una serie di provvedimenti, come il termovalorizzatore di Acerra e una Legge speciale che decretasse la fine dell’emergenza.

Cambia la giunta provinciale passando dal centro sinistra al centro destra. Stessa sorte, un anno dopo, per la governance regionale. Via Bassolino ritenuto responsabile di dieci anni di disastro ambientale e dentro Caldoro. Dopo il fronte delle proteste a Pianura, dove avranno la meglio i manifestanti, con scontri a tratti durissimi con le forze dell’ordine, arriva Chiaiano e Terzigno, i due sversatoi, insieme ad una terza discarica individuata sempre a Terzigno, secondo il piano del Governo, serviranno a placare la crisi in attesa di costruire i nuovi termovalorizzatori per evitare una nuova paralisi.

Il piano prevede forti sanzioni per chi non rispetta la road map della raccolta differenziata. Nell’estate del 2009, Bertolaso scrive una black list di comuni inadempienti e la sottopone al Governo con una richiesta di scioglimento, così come prevede la stessa legge di Berlusconi, ma “dopo aver preso atto che 7 comuni su 10 erano amministrati dal centro destra, il Governo decide di non dare seguito ai provvedimenti”.

Queste sono le parole di Bertolaso durante la trasmissione televisiva “Anno zero”, del 28/10/2010. Secondo l’opinione di molti, se oggi ci troviamo in questa situazione è anche colpa di questa grave inadempienza del Governo, cioè non aver vigilato sul raggiungimento di un’adeguata soglia di raccolta differenziata. Ma il prossimo obiettivo del centro destra è il comune di Napoli, ultimo baluardo del centro sinistra in Campania. Ma la prima cittadina partenopea, Rosa Russo Iervolino è già da mesi sotto un fiume di critiche. Fra tutte quella di non aver mai avviato un ciclo efficace per la raccolta differenziata.

Napoli comincia a soffrire nuovamente per colpa dei rifiuti fino ad arrivare, oggi, ad una profonda crisi, pari a quella del 2008.

Il piano c’è ed è previsto in una Legge del governo Berlusconi. Ma come nel 2008 a Pianura, gli abitanti di Terzigno, costretti dai miasmi provenienti dalla discarica Sari, danno il via ad una forte protesta che costringe il capo della protezione civile a chiudere momentaneamente la discarica Sari ed a sospendere a tempo indeterminato l’apertura della seconda discarica nella cava Vitiello.

La provincia di Napoli piomba in una crisi senza precedenti. Berlusconi non può temporeggiare. Napoli vuole risposte. «In dieci giorni Napoli pulita» annuncia occupandosi della questione. Arriva di nuovo Bertolaso. Con Terzigno fuori uso. Il termovalorizzatore di Acerra mai entrato a pieno regime.

Gli Stir (ex Cdr) saturi, l’unica valvola di sfogo, a quanto pare, è la piazzola numero 12 di Taverna del Re che, ufficialmente avrebbe dovuto accogliere gli ingombranti provenienti dalla raccolta differenziata, ma non c’è tempo, infatti, a tre giorni dalla scadenza del termine, promesso da Berlusconi per liberare Napoli dai rifiuti, arriva la doccia fredda. “I rifiuti di Napoli, così come sono, senza alcun trattamento, vanno portati direttamente a Taverna del Re”.

Così Berlusconi costringe il presidente della giunta Provinciale Luigi Cesaro a firmare un provvedimento per la riapertura di Taverna del Re per rimuovere i rifiuti dalle strade del capoluogo partenopeo.

Sì, perché a Taverna del Re arrivano solo i rifiuti di Napoli, mica quelli di Giugliano e dell'hinterland!Il resto lo sapete… è davanti ai nostri ed ai vostri occhi.


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