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Fonte:
https://www.giornalettismo.com/

Silvio manda un segnale alla Chiesa. E anche alla massoneria

di Dipocheparole
11 settembre 2009

L’altroieri ha sorpreso tutti, quando alla kermesse della Giovane Italia ha citato non uno, bensì ben due libri. Eppure era chiaro che attraverso quelle citazioni, Silvio Berlusconi non voleva solo dare consigli di lettura alla folta folla che, insieme al ministro Chiara Moroni, lo ha ascoltato a bocca aperta. Ma come, proprio il Cavaliere, colui che non ha mai amato troppo la cultura scritta, quello che l’anno scorso alla festa di Atreju, a chi gli chiedeva quali libri avesse letto ultimamente, rispondeva a mezza bocca, adesso se ne esce con l’invito a leggere due libri, di storia per giunta, tanto per non rinunciare a nulla? Il motivo della dichiarazione lo si capisce di più quando si va a vedere di che cosa parlano questi volumi.

Il primo, ce lo dice Dagospia, è ‘Risorgimento da riscrivere’, di Angela Pellicciari, “appassionata di storiografia dell’Ottocento, collaboratrice di Radio Maria e docente che nel suo sito denuncia di essere stata oggetto di un ‘attacco calunnioso’ ovvero di essere stata accusata nel 2006 di idee filonaziste per aver proposto ai suoi studenti la lettura di alcuni brani di Hitler e in quella occasione Giuliano Ferrara le dedico’ una puntata di Otto e mezzo al suo caso“. 

La tesi che sostiene la Pellicciari, ed è significativo che Berlusconi la citi durante le celebrazioni nazionali volute dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è che l’Unità d’Italia è stata ottenuta a spese della Chiesa. Per dirla in modo più esplicito, come fa lei nel suo sito, “il processo storico di unificazione dal 1848 al ‘61 si è svolto contestualmente a una vera e propria guerra di religione condotta nel Parlamento di Torino – dove tra i liberali siedono i massoni – contro la Chiesa cattolica. 

I liberali aboliscono tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, spogliano di ogni avere le 57.492 persone che li compongono, sopprimono le 24.166 opere pie, lasciano più di 100 diocesi senza vescovo, impongono al clero l’obbligo di cantare il Te Deum per l’ordine morale raggiunto, vietano la pubblicazione delle encicliche pontificie, pretendono siano loro somministrati i sacramenti nonostante la scomunica, e, come se nulla fosse, si proclamano cattolici“. 

E’ in fondo una tesi non originalissima, quella del complotto massonico ai danni della povera Chiesa, storiograficamente parlando; ma ha sempre il suo fascino, specialmente tra i fondamentalisti. Il complotto è talmente ben ordito che, sostiene l’autrice, “colpendo il potere temporale della Chiesa s’intendeva annientarne la portata spirituale“. 

Insomma, esattamente quello che è successo nel Seicento nel resto d’Europa, quando la formazione degli Stati nazionali aveva portato i sovrani alla necessità di slegarsi dal potere del Papa. Ma d’altronde, lei è esperta di Ottocento. 

Il secondo, citato quasi di sfuggita, è “Le grandi menzogne della storia contemporanea“, di Sandro Fontana, la cui presentazione recita che nel libro “si fa luce sul mito della vittoria mutilata nel 1918 e sulla favola di Aldo Moro alleato dei comunisti; viene erosa se non demolita l’epopea della Rivoluzione d’Ottobre al pari della Resistenza tradita; dalle forze moderate; si ridimensiona la segreteria Berlinguer e si mostra l’assoluta banalità della sua cosiddetta «terza via»; si denuncia la congenita doppiezza del pacifismo e viene ricostruita nella sua realtà la strage di Marzabotto senza indulgere a strumentalizzazioni“. 

Un classico, questo: anche il professor Fontana si è laureato all’Università cattolica e insegna nella clericalissima Brescia, oltre a collaborare con il Corriere della Sera.

Insomma, due libri di una precisa estrazione culturale, quella cattolica, mediante i quali Berlusconi sembra voler mandare un segnale ben preciso, anzi due a voler essere precisi. Nel celebrare le colpe del Risorgimento durante i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia di certo Silvio non ha alcuna intenzione di rompere le scatole a Napolitano, nonostante il presidente si sia fatto notare per le proteste per le polemiche e gli scarsi fondi destinati alle celebrazioni. In primo luogo, il presidente del Consiglio dà così un forte segnale alla Chiesa cattolica: circoli liberali e massonici complottano contro di voi, ma io, nonostante tutte le mie magagne, sono un vostro fedele garante.

Il Vaticano è sempre stato pragmatico in politica estera: guardate a quello che vi do, non a quello che faccio. In secondo luogo, il premier sembra anche voler dare un segnale ai “circoli massonici“, un segnale di ostilità. 

Anche se è talmente vago che sembra più un messaggio cifrato, è facile rinvenire tra gli obiettivi di Berlusconi più un obiettivo ideale che uno vero e proprio: i cosiddetti poteri forti, quelli che vedono il Cavaliere come un parvenu e che potrebbero essere, secondo le chiacchiere che girano nei circoli romani, dietro l’attacco mediatico che Silvio ritiene di stare subendo. L’apertura al libero pensiero dentro il PdL, alla fine del discorso, non si può comprendere se non alla luce della citazione precedente, quella sui massoni. 

Che è quello che pensa realmente Berlusconi: non vi sognate, cari i miei Montezemolo, Draghi, Fini e chiunque altro complotti contro di me, che io sia pronto a fare un passo indietro. La frattura con la Chiesa si ricomporrà. Sono qui, più combattivo di prima. Chiaro, chiarissimo. Tutto sta a vedere se è vero.









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