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Fonte:
https://portale.calabriaora.it/ - Sabato 26 Maggio 2012 

Per i giornali il Sud non esiste 

di Piero Sansonetti


Ieri il nostro giornale vi ha offerto un riassunto del rapporto dell'Istat che denuncia - esponendo una impressionante mole di dati - le grandi disuguaglianze in Italia. E spiega molto bene come gli studiosi ritengano che esista una relazione sempre più stretta tra aumento delle diseguaglianze e decadenza di un paese, e - viceversa - tra aumento dell'equità  e crescita.

L'Istat individua tre ordini di diseguaglianza.

Quello più evidente, e cioè tra ricchi e poveri.

Quello tra uomini e donne.

E quello tra Nord e Sud.

La seconda di queste diseguaglianze - quella di sesso - è molto alta ma è in decrescita. Le altre due sono in aumento.

La diseguaglianza tra Nord e Sud - denuncia l'Istat, smentendo tutti i luoghi comuni nordisti - è determinata, tra l'altro, dal fatto che la spessa pubblica nazionale premia il Nord.

Il dato più eclatante è quello che riguarda la sanità e i servizi sociali: lo squilibrio a favore del Nord nella distribuzione delle risorse pubbliche è clamoroso e in aumento.

Arriva fino a 10 a 1. Una mostruosa ingiustizia. Mostruosa ma ignorata dall'opinione pubblica. C'è una cosa che ieri mi ha colpito, sfogliando i grandi giornali nazionali: questa notizia non appariva.

Alcuni giornali hanno ignorato del tutto lo studio dell'Istat (ad esempio “Il Fatto Quotidiano”) altri ne hanno dato conto ma cancellando la questione meridionale (per esempio il “Corriere della Sera”).

Vedete, a me sembra sempre più chiaro il nocciolo della questione meridionale: è l'assenza di strumenti di informazione.

Nel terzo millennio il controllo dell'informazione è l'essenza della “democrazia”. Non esiste la possibilità di esercitare i diritti democratici e di svolgere la lotta politica se non c'è il controllo sull'informazione.

Un Paese nel quale il comando dell'intero sistema informativo - televisioni, radio, giornali nazionali -  è collocato da Roma in su, e cioè esclude in modo totale il Mezzogiorno d'Italia, è un paese dove la democrazia è diseguale e cioè non esiste. Sono convinto che il popolo meridionale prima di tutto deve combattere questa battaglia: il riequilibrio della informazione.

Avete mai assistito a quelle risse, sulla Rai, o sulla Tv in generale, o sulla distribuzione delle frequenze Tv tra i grandi gruppi industriali, o sui giornali, e i finanziamenti pubblici, e quegli assurdi e feroci scambi di accuse tra destra e sinistra (“tu sei avvantaggiato”,”no, tu lo sei”, “no, tu, tu sei monopolista”...eccetera eccetera)?

Beh. Sono tutte assurde stupidaggini. L'unico vero squilibrio è tra Nord e Sud, non tra destra e sinistra. E questo squilibrio produce l'effetto che una notizia di primissimo piano come il rapporto Istat venga cancellata.

Tempo fa, noi di “Calabria Ora”, abbiamo chiesto che una delle reti televisive si trasferisse al Sud. A Palermo, o in Calabria o a Napoli o a Bari. È urgentissimo che ciò avvenga.

Molto più urgente che risolvere quelle diatribe sul consiglio di amministrazione Rai, la nomina del direttore, le lottizzazioni, le garanzie per i contratti delle star, che siano Fazio o Vespa o Saviano è lo stesso... 

















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